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Associazioni 28 Ott 2015

'Aemilia', Aser e Odg: "Tutele per i giornalisti che seguiranno il processo"

Parte domani il processo “Aemilia” che mira a fare luce sulle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna. Ordine regionale e Associazione della stampa, costituitisi parte civile a difesa dei colleghi vittime di intimidazioni mafiose, chiedono al tribunale di Bologna di garantire ai giornalisti e agli operatori dell’informazione che seguiranno il processo di poter lavorare in condizioni di sicurezza.

Parte domani il processo “Aemilia” che mira a fare luce sulle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna. Ordine regionale e Associazione della stampa, costituitisi parte civile a difesa dei colleghi vittime di intimidazioni mafiose, chiedono al tribunale di Bologna di garantire ai giornalisti e agli operatori dell’informazione che seguiranno il processo di poter lavorare in condizioni di sicurezza.

L’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna e l’Associazione della Stampa dell’Emilia-Romagna si sono costituiti parte civile nell’ambito del processo “Aemilia”, che inizierà domani, a difesa dei colleghi Sabrina Pignedoli e Gabriele Franzini, vittime di pesanti intimidazioni di stampo mafioso durante lo svolgimento delle proprie mansioni professionali. A tale scopo, il presidente dell’Ordine regionale Antonio Farnè e la presidente dell’Aser Serena Bersani, legali rappresentanti dei rispettivi organismi, hanno dato mandato all’avvocato Valerio Vartolo.
“È una decisione presa senza esitazioni, con l’unica finalità – spiegano in una nota congiunta Aser e Odg regionale – di esprimere vicinanza e solidarietà a due colleghi che hanno dimostrato coraggio e un profondo senso di responsabilità”.
“Il processo – prosegue la nota –, che mira a fare luce sulle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna, si aprirà domani 28 ottobre alla Fiera di Bologna e prevede una trentina di udienze preliminari con il coinvolgimento di 219 imputati. Naturalmente gli organi di informazione seguiranno questo importante evento giudiziario, trattandosi dell’indagine più estesa mai realizzata nella nostra regione sulla presenza della criminalità organizzata. A questo proposito chiediamo con forza al Tribunale di Bologna di garantire ai giornalisti e agli operatori dell’informazione di poter lavorare in condizioni di sicurezza, vista la delicatezza dei temi che verranno trattati in sede processuale e del già citato coinvolgimento, come parti offese, di due colleghi. Inoltre, chiediamo che ai rappresentanti della stampa venga consentito, anche dal punto di vista logistico e ambientale, di poter esercitare in maniera adeguata il diritto di cronaca”.

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