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Associazioni 18 Mag 2015

Giornalista sospeso dalla Rai per una critica sui social, Stampa Romana: "A rischio la libertà di espressione"

"La sospensione dal servizio e dallo stipendio per due giorni comminata dalla Rai al collega Leonardo Metalli rischia di segnare un punto di non ritorno per la libertà di espressione dei giornalisti, collegata in questo caso all'uso dei social network".

"La sospensione dal servizio e dallo stipendio per due giorni comminata dalla Rai al collega Leonardo Metalli rischia di segnare un punto di non ritorno per la libertà di espressione dei giornalisti, collegata in questo caso all'uso dei social network".

La denuncia arriva dall'Associazione stampa romana che in una nota spiega: "L'azienda di servizio pubblico ha inflitto la sanzione perché in un post scritto su un gruppo chiuso facebook composto da giornalisti Rai Metalli era scandalizzato dal silenzio del direttore generale Gubitosi sul fatto che i bar aziendali fossero finiti in mani a uomini vicini a Carminati, coinvolti nell'inchiesta Mafia Capitale".
"Invece di fornire spiegazioni, l'azienda - spiega Stampa romana - ha scelto la linea dura nei confronti del collega. Metalli era già stato sanzionato in una precedente occasione perché aveva espresso, in una mailing list interna, critiche al progetto di accentramento su Rainews dell'informazione web aziendale".
"Si comprime così - commenta l'Associazione - il diritto di espressione e di critica dei giornalisti. E si assiste a un effetto paradossale. Le aziende magari spingono per una presenza sui social network dei giornalisti per il traffico mediale che possono generare, salvo poi usarli e controllarli in una logica da Grande Fratello per addomesticare le voci non allineate e per difendere la propria 'immagine', anche quando si tratta di un'azienda pubblica (cioè di tutti i cittadini) come la Rai".
"Una logica - conclude la nota - inaccettabile per l'Associazione Stampa Romana che chiede alla Fnsi di attivarsi per difendere l'art. 21 di fronte agli editori in ogni sua articolazione ed espressione".
Sulla vicenda del collega sospeso intervengono anche il CdR del tg1 e l’Esecutivo nazionale dell'Usigrai, che in una nota congiunta evidenziano: "Lo aveva denunciato l’Usigrai nei mesi scorsi: è inaccettabile il nuovo corso inaugurato dall’azienda di avviare procedimenti disciplinari per motivi assolutamente inconsistenti. Lo ribadiamo noi con forza oggi che l’azienda ha comminato una sospensione dal servizio e dallo stipendio per due giorni al collega Leonardo Metalli. Un provvedimento che riteniamo assolutamente sproporzionato rispetto al merito della questione: un post scritto su un gruppo chiuso su Facebook in cui il collega chiedeva di avere risposte sulla vicenda dei bar interni alla Rai, coinvolti nell’inchiesta Mafia Capitale". 
"Avevamo sperato - prosegue il comunicato - che la vicenda venisse ricondotta entro le sue reali dimensioni. Cosi non è stato. Il Cdr del Tg1 esprime il suo sconcerto per una scelta che trova incomprensibile e considera ora concreto l’allarme lanciato pochi mesi fa dall’Usigrai che aveva parlato di “forme di pesanti pressioni sulle redazioni, da parte di un’azienda che non è invece in grado di far rispettare neanche le proprie circolari, come quella sui doppi incarichi”. 
"Riteniamo debba essere possibile per qualunque collega esprimere liberamente la propria opinione, fermo restando - chiosa la nota - il dovere di correttezza e fedeltà che ogni dipendente deve alla propria azienda. Il Cdr del Tg1, considerando che si tratti di una importante battaglia sui principi di democrazia, chiede di far sì che la richiesta di chiarimenti di Leonardo Metalli diventi una richiesta di tutti i giornalisti Rai".

@fnsisocial

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