La Regione Calabria chiede ai giornalisti che hanno lavorato nell’ufficio stampa della Giunta di restituire gli stipendi percepiti nei periodi di lavoro prestati alle dipendenze dell’amministrazione regionale. Una decisione presa a seguito della trasmissione, da parte della Corte dei Conti alla Regione Calabria, degli esiti della relazione ispettiva del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’Economia e Finanze, con la quale si contestano “illegittimo conferimento di incarico e l’indebita erogazione di compensi”. “Appunto – fa notare il segretario del Sindacato dei giornalisti della Calabria, Carlo Parisi – ‘illegittimo conferimento di incarico’ e ‘indebita erogazione’, non certo ‘illegittima assunzione di incarico’ o ‘indebito percepimento di compensi’”.
“Conferimento ed erogazione: è sufficiente consultare un
comunissimo dizionario della lingua italiana per comprendere, senza dubbio
alcuno, il significato di questi due sostantivi che non ammettono eccezioni di sorta”.
A sottolinearlo è il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo
Parisi, componente della Giunta Esecutiva Fnsi, che incalza: “Lo sa bene la
Corte dei Conti che, con nota prot. n. 46953 del 27 maggio 2014 ha, infatti,
trasmesso alla Regione Calabria gli esiti della relazione ispettiva del
Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’Economia
e Finanze. Non lo sanno, o magari fanno finta di non saperlo, il direttore
generale reggente della Regione Calabria, avv. Luigi Bulotta, ed i dirigenti di
Settore, avv. Sergio Tassone e dott. Giuseppe Longo, che hanno sottoscritto la
lettera raccomandata a.r. con la quale chiedono ai giornalisti la restituzione
delle somme corrisposte”.
“La prima lettera (ma tante altre sono in arrivo) – scrive ancora Parisi – è
stata recapitata ad una giornalista che ha lavorato nel Piano di Comunicazione
del POR Calabria Fers 2007/2013: le viene chiesta la restituzione delle somme
corrisposte negli anni 2009 e 2010. Una richiesta alquanto singolare,
considerato che sono gli stessi dirigenti della Regione Calabria a ricordare
che la Ragioneria Generale dello Stato ha ‘contestato l’illegittimo
conferimento di incarico e l’indebita erogazione di compensi’ a favore dei
giornalisti”.
“Appunto: ‘illegittimo conferimento di incarico’ e ‘indebita erogazione’ – fa
notare Carlo Parisi –, non certo, cari signori avvocati e dottori, ‘illegittima
assunzione di incarico’ o ‘indebito percepimento di compensi’. Nella sostanza,
tanto per citare il caso di una giornalista destinataria della missiva di messa
in mora ‘ad ogni effetto di legge’, i tre dirigenti della Regione Calabria
contestano che ‘le predette somme, facendo comunque salve le controdeduzioni
regionali del M.E.F.’ ammontano per gli anni 2009 e 2010 a circa 30mila euro,
‘oltre gli interessi legali ai sensi dell’art. 2033 cod. civ.’ e vanno
restituiti ‘entro 60 giorni dal ricevimento della presente, ovvero di
concordare con il Settore economico di questo Dipartimento-Servizio Stipendi,
entro il predetto termine, la restituzione in forma rateale, ovvero proporre
ogni altra soluzione conciliativa’. In fondo, nella raccomandata inviata alla
giornalista, sono gli stessi dirigenti – rileva il segretario del Sindacato dei
giornalisti della Calabria – a chiedere la restituzione di somme erogate a
titolo di retribuzioni corrisposte quale giornalista selezionata per le
attività previste dal Piano di Comunicazione del POR Calabria Fers 2007/2013”.
“Giornalista selezionata. Da chi? Da se stessa? – è la domanda retorica del
segretario del Sindacato dei giornalisti – Niente affatto. Ha vinto una
regolare selezione pubblica bandita dalla Regione Calabria e, soprattutto, ha
regolarmente lavorato, pertanto si è pienamente guadagnata lo stipendio (così
come tutti gli altri giornalisti) che, maldestramente, adesso i tre dirigenti
vorrebbero restituisse con tanto di interessi legali. Come, ad esempio,
dovrebbe fare – prosegue Parisi – il giornalista dell’ufficio stampa della
Giunta Regionale che, stamane, si è visto recapitare la stessa lettera con la
quale gli viene chiesta la restituzione di circa 300mila euro. Giornalista,
quest’ultimo, assunto sì per chiamata diretta, ma con regolare contratto di
lavoro dipendente e addirittura obbligato all’uso del badge”.
“All’epoca della selezione, bandita dall’allora presidente Agazio Loiero, così
come nelle selezioni successive sotto la presidenza di Giuseppe Scopelliti, la
Fnsi – rileva Parisi – ha duramente contestato bandi e modalità rilevando, tra
l’altro, l’assurdità di assegnare incarichi di collaborazione coordinata e
continuativa ‘con funzioni di redattore ordinario’. E quanto alle chiamate
dirette, il Sindacato dei giornalisti – ricorda Carlo Parisi – ha sempre
sostenuto di non condividerle rivendicando, a viva voce, concorsi pubblici e
trasparenti nel pieno rispetto dei diritti costituzionali garantiti ai
cittadini del nostro Paese. Ciò, però, non significa che i diritti acquisiti
attraverso il lavoro svolto regolarmente dai giornalisti possano essere
cancellati con un colpo di spugna”.
“Il lavoro c’è stato – conclude Parisi – e tanti personaggi hanno costruito le
loro carriere grazie anche all’informazione ed alla comunicazione istituzionale
veicolate, in lungo e in largo, dalla Regione Calabria. Troppo facile scaricare
tutta la colpa degli sprechi sui giornalisti, chiedendo loro chiesta la
restituzione degli stipendi con tanto di interessi. Troppo comodo. Chi ha rotto
paga e i cocci sono suoi. E, in questo caso, a ‘rompere’ non sono stati certo i
giornalisti che, invece, hanno regolarmente lavorato guadagnandosi le somme
elargite dalla Regione Calabria. C’è stato un ‘illegittimo conferimento di
incarico’ con relativa ‘indebita erogazione di compensi’? Bene. Allora bisogna
bussare alle porte giuste che, in questo caso, non sono certo quelle dei
giornalisti”. (Da www.giornalistitalia.it)