Il giudice del Lavoro del Tribunale di Roma ha condannato per comportamento antisindacale la Regione Lazio, rea di non aver convocato il sindacato dei giornalisti al tavolo sulla legge regionale sull’informazione che dovrebbe definire la posizione contrattuale dei colleghi degli uffici stampa del Consiglio e della Giunta regionale. “Questo potrebbe essere il preludio – commenta il segretario dell’Associazione stampa romana, Lazzaro Pappagallo – per una nuova stagione di relazioni sindacali”.
“Avevamo denunciato la singolarità della procedura con cui
la Segreteria Generale del Consiglio Regionale del Lazio aveva dato vita ai
profili professionali triennali dell'ente locale. Avevamo chiesto di revocare
quell’atto vista l’assenza di Stampa Romana nella convocazione che aveva
definito anche i profili dei colleghi dell’ufficio stampa. E avevamo anche
scritto che non ci saremmo limitati alle proteste”, così il segretario
dell’Associazione stampa romana, Lazzaro Pappagallo, nel comunicato con il
quale annuncia la condanna inflitta dal Tribunale del lavoro di Roma alla
Regione Lazio per condotta antisindacale nei confronti dell’Assostampa.
“Il giudice del Lavoro del Tribunale di Roma – prosegue la nota – ha condannato
per comportamento antisindacale la Regione Lazio. Ha riconosciuto che la
‘dimenticanza’ nella nostra mancata convocazione del 12 marzo scorso configura
oggettivamente comportamento antisindacale. Gli effetti della delibera sono
concreti e attivi, non essendo cessati i pregiudizi nei confronti del sindacato
e dei lavoratori che rappresenta. Era in sostanza necessario e obbligatorio il
confronto al tavolo per l’organizzazione del lavoro nella misura in cui quel
tavolo ha definito i nuovi profili professionali. Non abbiamo, in pratica,
potuto partecipare alla formazione della volontà negoziale collettiva”.
Ora la Regione Lazio dovrà, dunque, convocare Stampa Romana e consentire la
partecipazione effettiva e preventiva prevista dalla legge per esercitare le
prerogative sindacali, astenendosi da ogni atto diretto a reprimere, inibire,
comprimere i diritti di partecipazione e concertazione dell’Associazione di stampa.
“A questo punto – incalza Pappagallo – tocca alla Regione Lazio e al nuovo
Segretario Generale del Consiglio Regionale fare un passo in avanti. Tocca a
loro convocarci, ascoltare le nostre ragioni, decidere nell’interesse della
correttezza dell’amministrazione e dei diritti dei colleghi dell’ufficio stampa”.
“Potrebbe essere questo passaggio – conclude il segretario di Stampa Romana -
il preludio per una nuova stagione di relazioni sindacali in vista della legge
regionale sull’informazione che dovrebbe definire la posizione contrattuale dei
colleghi degli Uffici Stampa del Consiglio e della Giunta Regionale”.