Alberto Cicero, segretario regionale dell’Assostampa siciliana, risponde alle dichiarazioni del governatore dell’isola, Crocetta, che aveva indicato il licenziamento dei 21 giornalisti dell’ufficio stampa “come possibile motivo della pubblicazione, a firma di uno dei colleghi fatti fuori brutalmente, del servizio de ‘L’espresso’”. Pubblicazione dietro la quale, secondo il presidente della Regione Sicilia, vi sarebbero motivi di ‘odio e rancore’ nei suoi confronti. “Dovrebbe sapere, il governatore, che l’azione del giornalista – è la risposta del segretario Cicero – non è guidata da ‘odio’ e ‘rancore’ ma dalla necessità di dare notizie alla gente”.
Il segretario regionale dell’Assostampa siciliana,
Alberto Cicero, interviene dopo le dichiarazioni del presidente della Regione,
Rosario Crocetta, sul licenziamento dei 21 giornalisti dell’ufficio stampa
“come possibile motivo della pubblicazione,
a firma di uno dei colleghi fatti fuori brutalmente, del servizio de
‘L’espresso’”. Una vicenda ormai da giorni all’attenzione dell’opinione
pubblica.
Il governatore Crocetta “cita i termini ‘odio’ e ‘rancore’ – scrive Cicero –
come sempre screditando gli altri per tentare di recuperare una quasi
impossibile linea di galleggiamento nella melma che sta ricoprendo la Sicilia”.
“Crocetta – prosegue il segretario dell’Assostampa siciliana – compie
l’ennesimo grossolano errore tra i tanti cui ci ha abituati in questi trenta
mesi, adoperando i canoni della peggiore politica (con me o contro di me) nel
giudicare il lavoro dei giornalisti che, è bene ricordare, in Sicilia tante
volte hanno pagato con il sangue l’amore per la verità e il dovere di informare
i cittadini. Dovrebbe sapere, il
governatore che l’azione del giornalista non è guidata da ‘odio’ e ‘rancore’ ma
dalla necessità di dare notizie alla gente”.
“E, alla luce di quel terribile scenario che Lucia e Manfredi Borsellino hanno
avuto il merito di far emergere con un senso delle istituzioni ben lontano da
quello del governatore, ora il licenziamento dei 21 colleghi (che ha reso la
Sicilia l’unica regione d’Italia a non avere più un ufficio stampa) può essere
letto non con l’intento del risparmio (tant’è che in Sicilia ormai i paurosi
buchi nei conti della Regione sono alla luce del sole con un vicinissimo
rischio default) ma con quello, adesso chiarissimo, di controllare personalmente
con intento censorio ogni informazione in partenza dall’Ente Regione e diretto
verso la società siciliana. Così – conclude il segretario Cicero - per trenta
mesi ha deliziato i siciliani con conferenze stampa autoconvocate, stracolme di
rivoluzioni e riforme mai fatte e solo annunciate. Per fortuna questo intento
sta franando sempre più velocemente”.