Il Governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la norma varata dal Consiglio regionale del Lazio che riconosceva il contratto giornalistico per gli uffici stampa istituzionali della Regione. Due le questioni sollevate: una riserva di competenza dello Stato sull'ordinamento civile e un'altra sul coordinamento di finanza pubblica.
Lo rende noto l’Associazione Stampa Romana, che in una nota, contesta entrambe le ragioni e ricorda come il sindacato regionale si sia battuto «a fondo per l'applicazione di stato giuridico ed economico del contratto di categoria ai giornalisti, una lotta riconosciuta dalla decisione del Consiglio regionale».
Sul primo punto, rileva l'Assostampa, «non si comprende quale sia la lesione al ruolo esclusivo dello Stato, peraltro non esercitato da 17 anni, dal varo della legge 150 del 2000. La seconda contestazione ci sembra una censura preventiva sulla carenza di coordinamento della finanza pubblica. Riteniamo che ci siano ottime ragioni per rivendicare di fronte alla Corte Costituzionale la correttezza della norma impugnata. E riteniamo che la prima parte della norma, l'applicazione dell'articolo 9 della legge 150, resti valida».
L’Associazione conclude quindi: «Il sindacato dei giornalisti continuerà in ogni sede a rivendicare la validità del percorso seguito in linea con quanto già stabilito e applicato dalla maggioranza delle regioni italiane».