«L'archiviazione del procedimento a carico del collega Massimiliano Scagliarini per presunta diffamazione a mezzo stampa ai danni dell'ex magistrato Michele Nardi e del commercialista Massimiliano Soave dimostra che, nel riferire di un'inchiesta della Procura di Bari, il collega esercitò legittimamente il diritto di cronaca. Se ci fu una fuga di notizie, non era certamente imputabile al giornalista». Lo affermano in una nota congiunta diffusa giovedì 31 ottobre 2024, Assostampa Puglia e Ordine regionale dei giornalisti.
«In casi come questo – incalzano – è infatti dovere del giornalista pubblicare le notizie, dopo averne accertato la veridicità, e non certo nasconderle. Il provvedimento di archiviazione, disposto dal gip del tribunale di Bari Nicola Bonante, non cancella l'aspetto più inquietante della vicenda: l'acquisizione, nel corso delle indagini, dei tabulati telefonici delle utenze intestate al collega Scagliarini, consegnati anche ad uno degli imputati, per risalire alla fonte della notizia».
Per i rappresentanti dei giornalisti pugliesi, «si è trattato di atto inaccettabile, lesivo del diritto di cronaca e del diritto alla segretezza delle fonti riconosciuto ai giornalisti. Una pratica cui si ricorre sempre più spesso in più parti d'Italia, facendo carta straccia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'Uomo, che ne ha più volte dichiarato l'inammissibilità. L'auspicio – concludono sindacato e Ordine – è che tali eccessi possano essere presto adeguatamente sanzionati nelle sedi competenti perché in un Paese democratico a nessuno, neanche a chi indossa la toga, può essere consentito di indebolire il diritto dei giornalisti di informare e il diritto dei cittadini ad essere informati».