I giovani e i “vecchi”. A Il Secolo XIX 19 colleghi (giovani e no di età, ma non di professione e di chiarezza di idee) hanno scritto una lettera aperta a tutti gli altri colleghi sul tema degli scioperi, invitandoli a non mollare e rimanere uniti, confermando l’esito favorevole delle precedenti giornate di lotta che hanno visto nel quotidiano genovese una larghissima adesione alle iniziativa sindacali, con la redazione, il Cdr, la Ligure e la Fnsi. E’, questa breve lettera, molto significativa anche per chi, spesso, dice “questa categoria”, “questi giovani”: ecco uno schiaffo a molti pregiudizi, ai vari “questa categoria”: la “categoria” siamo noi. E questi giovani colleghi (a volte solo di assunzione) parlano chiaro e senza infingimenti.
Cari colleghi, siamo chiamati ancora una volta a scioperare per sostenere la vertenza nazionale. Per noi che abbiamo firmato questa lettera è un sacrificio pesante. Ma sciopereremo convintamene perché questa volta, tra l’altro, non è in gioco un qualche aumento ma l’esistenza dei futuri giornalisti. Per noi, che siamo tutti ultimi assunti e sappiamo quanto il nostro futuro sia già fin troppo esposto al fuoco, sarebbe incomprensibile non scioperare. Ed è per questo che invitiamo tutta la redazione del Secolo XIX a scioperare compattamente. Noi ultimi assunti, che già abbiamo visto come tutte le garanzie contrattuali rischiano di svanire per chi verrà dopo, non riusciremmo a capire in nessun modo i motivi che potrebbero spingere qualche collega a voler lavorare nel giorno di sciopero. Grazie. Giovanni Mari, Graziano Cetara, Paolo Ardito, Alessandra Costante, Giuliano Gnecco, Enzo Galiano, Marina Monti, Gilda Ferrari, Damiano Basso, Simone Schiaffino, Augusto Boschi, Lorenzo Cresci, Mauro Casaccia, Francesco Ferrari, Francesca Forleo, Marco Fagandini, Antonella Granero, Dario Freccero