L'assemblea dei giornalisti di Askanews «respinge con forza» le linee guida di riorganizzazione proposte dalla direzione. «Dopo aver rifiutato un confronto serio e approfondito su un piano editoriale considerato vago e inadeguato dalla redazione, in un momento estremamente difficile per l'agenzia, in questi giorni nelle mani dei creditori che decideranno se ha un futuro o meno, la direzione sposta i giornalisti e cancella con un colpo di spugna i servizi cronaca, video ed esteri, un unicum nel panorama dell'editoria italiana», spiega un comunicato dell'assemblea di redazione pubblicato anche sul sito web dell'agenzia.
«La nuova organizzazione – aggiungono i giornalisti – crea una grande confusione operativa. In risposta a una prima richiesta dell'assemblea di un piano editoriale chiaro su cui votare, la direzione ha scelto la linea dura con i giornalisti, varando direttamente un ordine di servizio, con il quale ha ceduto alle richieste di modifica dell'assetto redazionale arrivate dai vertici aziendali. La nostra preoccupazione ora è che questa nuova organizzazione preluda a un ulteriore indebolimento della capacità di produzione giornalistica della testata, in direzione della ricerca di un rafforzamento di prodotti on demand da collocare su altri mercati».
La redazione conferma quindi «la determinazione a contrastare ulteriori tentativi di slittamento verso modelli produttivi che possano mettere in discussione la parte largamente preponderante dei ricavi aziendali, fondata sul prodotto giornalistico e sulla reputazione della testata sul mercato dell'informazione».
Direzione e azienda, incalzano i lavoratori, «in questi mesi e in questi giorni moltiplicano i richiami alla responsabilità della redazione in un momento delicatissimo per il piano concordatario, ci sollecitano a non mettere a rischio il nostro futuro. Dimenticano che il piano concordatario si regge quasi esclusivamente sul taglio dei nostri stipendi, che abbiamo assai responsabilmente accettato mesi fa, piano che andrà avanti indipendentemente dalle scelte organizzative, perché non esiste una crisi di mercato peculiare di Askanews, differente da quella del settore produttivo del quale facciamo parte, ma una crisi di gestione aziendale che ha aggravato la situazione dell'agenzia».
La redazione, si legge ancora nel comunicato, «respinge il tentativo di scaricare sui giornalisti una responsabilità che non hanno. La redazione, creditrice dell'azienda per milioni di euro, ha messo sul piatto per il salvataggio di Askanews quasi otto milioni in cinque anni. Non altrettanto hanno fatto direzione e management, né tantomeno l'azionista di riferimento, che contribuisce al piano concordatario con pochi euro e il "regalo" dell'affitto di un suo immobile vuoto e improduttivo da anni. Infine, questa radicale trasformazione avviene mentre la redazione si trova a lavorare da casa, con i propri mezzi, ormai da nove mesi, a fronte di un trasferimento in una sede romana che è inadeguata ad ospitare una redazione giornalistica e solleva ancora interrogativi sul piano della sicurezza».
L'assemblea, infine, «chiede che la direzione avvii subito un dialogo serrato sull'attuazione del piano editoriale e che l'azienda apra immediatamente un tavolo sulla trasformazione dei contratti in part-time, in attuazione dell'accordo di febbraio scorso, per evitare il sorgere di conflitti potenzialmente devastanti per l'agenzia».