"Accetteremo di 'fermare le macchine' ma solo con la garanzia di un serio, produttivo tavolo di negoziato, naturalmente senza alcuna pregiudiziale da parte di nessuno sulle posizioni rispettive". I giornalisti italiani stanno per riprendere la battaglia per il rinnovo del contratto; il sindacato ha fissato una serie di appuntamenti e di scadenze di lotta, ma prima di dare il via libera ad una nuova stagione conflittuale il segretario generale dell'Fnsi, Paolo Serventi Longhi, offre un'ultima possibilità per far ripartire il dialogo.
Da Campobasso, dove ha partecipato ad una affollata assemblea dell'Associazione della stampa del Molise costituita tre mesi fa, Serventi Longhi afferma: "Siamo pronti a sospendere gli scioperi proclamati, a non attuare le agitazioni che saremo costretti a fare nei prossimi giorni se fosse immediatamente attivato un tavolo di negoziato. Il sindacato dei giornalisti ha una tradizione in questo senso. Se c'è un tavolo di trattativa non c'è sciopero". Il segretario della Fnsi, dal palco del convitto Mario Pagano, al termine dell'incontro "Percorsi di libertà: i giornalisti, il contratto, i precari, la democrazia nell'informazione", spiega che la protesta dei giornalisti è legittima ed indispensabile, anche in un momento particolare come quello delle elezioni. "Credo che il mondo politico, gli schieramenti, le istituzioni, il governo, conoscano le conseguenze di uno sciopero dell'informazione durante la campagna elettorale. Noi non possiamo concedere tregue a nessuno e non possiamo accettare nessuno dei consigli alla prudenza, che in queste ore, da forze politiche e schieramenti differenti, ci vengono rivolti". Serventi Longhi ricorda, infine, l'importanza del momento e della contrapposizione tra Fieg e Fnsi, aggiungendo: "La posta in gioco è il contratto di lavoro dei giornalisti, a cominciare dal lavoro autonomo, dalle flessibilità, dall'autonomia della previdenza e dalle condizioni di vita e di lavoro dei giornalisti. La posta in gioco - ha ribadito il leader dell'Fnsi - è troppo alta su questi e su gli altri temi. Noi ci giochiamo il futuro di questa professione e della qualità dell'informazione in Italia". (AGI)