"Da Sofia gravissimo blitz anti-Rai del presidente signor conflitto di interessi Silvio Berlusconi, cui l'aria bulgara fa decisamente male. Come può compiacersi il Capo del Governo per una legge dello Stato (quella che prevede il pagamento di un canone per il serviziopubblico ) non rispettata? Vuole Berlusconi un dibattito sulla qualità dei programmi e dei Tg Rai?
Conveniamo con lui cominciando dalla prima emergenza che riguarda notizie non date e silenzi assordanti su qualunque tema implichi riflessioni critiche sulla realtà del Paese. Se invece intendesse andare contro la Rai e il canone mettendo così a repentaglio i nostri posti di lavoro, per una volta prendendo spunto da una prassi che non ci piace, saremmo costretti ad uno sciopero ad personam". Dichiara il segretario nazionale Usigrai Carlo Verna. (Velino)
Berlusconi e la Rai. I Comitati di Redazione del Tg1, Tg2, e Tg3: Conveniamo con l'Usigrai sulla necessità di una riflessione sulle pressioni e sulle intimidazioni che subiscono le testate giornalistiche e i programmi d'approfondimento quando affrontano argomenti che riguardano le criticità del paese.
Ancora una volta il presidente del consiglio attacca la Rai con affermazioni che sembrano dettate dalla necessità di intimidire l'informazione del servizio pubblico per favorire ulteriormente le aziende di famiglia. E' inaccettabile che un capo di governo implicitamente inviti i cittadini a non pagare il canone e quindi a non rispettare una legge dello stato; d'altra parte il servizio pubblico passa anche attraverso un'informazione libera e pluralista, quella che gli italiani chiedono a gran voce come strumento di democrazia, come confermano anche i dati d'ascolto.
Conveniamo con l'Usigrai sulla necessità di una riflessione sulle pressioni e sulle intimidazioni che subiscono le testate giornalistiche e i programmi d'approfondimento quando affrontano argomenti che riguardano le criticità del paese. Pronti alle possibili mobilitazioni indette dal sindacato dei giornalisti Rai, i comitati di redazione dei tre telegiornali dell'azienda rivendicano il ruolo di servizio pubblico svolto finora e rinnovano il loro impegno a fornire un'informazione completa e indipendente che non si lasci intimidire da una parte o dall'altra e che risponda solo e soltanto all'impegno deontologico assunto con i telespettatori.
RAI: CDR GR, PREOCCUPAZIONE PER DICHIARAZIONI PREMIER SU CANONE
Roma, 17 ottobre - Il Cdr del Giornale Radio esprime -in un comunicato- ''preoccupazione per le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in merito alle previsioni di un aumento degli evasori del canone Rai fino al 50% degli italiani''. ''La Rai -secondo il Cdr- ha bisogno di risorse certe e sicure per poter arrivare a garantire la completezza e l'indipendenza dell'informazione. Il Cdr si associa alle prese di posizione sul canone degli altri sindacati di base e dell'Usigrai e chiede ai vertici dell'azienda di promuovere presso tutte le sedi istituzionali una campagna per risolvere il problema delle risorse del servizio
pubblico, agganciando il canone Rai al pagamento della bolletta energetica''. ADNKRONOS)
RAI: CANONE; CDR TGR, PRONTI A INIZIATIVE A DIFESA PLURALITA'
Roma, 17 ottobre -- Il Coordinamento dei Cdr della Testata regionale per l'informazione della Rai condividono le preoccupazioni espresse dal segretario nazionale dell'Usigrai Carlo Verna.
''Ci mancava solo un nuovo editto bulgaro.Dopo una martellante campagna di stampa che quotidianamente mira a delegittimare il servizio pubblico radiotelevisivo l'invito implicito formulato a Sofia dal presidente del Consiglio Berlusconi a non rispettare il pagamento del canone Rai suona - dicono in un comunicato - come un'ulteriore intimidazione nei confronti di chi, assolvendo al proprio dovere professionale, vuole assicurare una piena informazione dando tutte le notizie. Anche quelle scomode''.
I Cdr si dicono pronti ''a qualsiasi iniziativa per difendere la pluralita' del servizio pubblico e la sua indipendenza da tutti i partiti. Una Rai senza risorse e' un Rai sotto ricatto e un Paese senza un servizio pubblico forte e libero nell'informazione e' un Paese dove la democrazia e' fortemente messa a rischio''.
(ANSA).