Ciampi concede la grazia a Jannuzzi
Serventi Longhi: “E' una bella notizia. Adesso battaglia su riforma diffamazione, basta col balletto in Parlamento”
Siddi: "Ora si cambino le leggi a tutela della libera informazione"
CIAMPI CONCEDE LA GRAZIA A LINO JANNUZZI IL DECRETO E' STATO FIRMATO L'11 FEBBRAIO Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha concesso la grazia al giornalista Lino Jannuzzi, senatore di Forza Italia, prima di partire per l'India dove si trova in visita di Stato. Il decreto è stato firmato l'11 di febbraio su proposta del ministro della Giustizia Roberto Castelli. Jannuzzi doveva contare un cumulo di pena di 2 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione per reati di diffamazione a mezzo stampa. La domanda di grazia era stata presentata dal legale del senatore di Forza Italia, l'avvocato Grazia Volo, lo scorso giugno. Jannuzzi in un primo momento aveva smentito. In questi mesi, però, la procedura è andata avanti e l'ufficio competente del ministero della Giustizia ha acquisito i pareri della procura generale e del Tribunale di Sorveglianza di Milano. Entrambi i pareri (tecnici e non vincolanti) sono stati favorevoli alla concessione dell'atto di clemenza. Il ministro della Giustizia Castelli ha quindi condiviso le conclusioni e ha proposto la grazia nei confronti di Jannuzzi. In questi ultimi mesi la vicenda giudiziaria del senatore-giornalista di Forza Italia si è andata complicando. Jannuzzi è infatti agli arresti domiciliari dallo scorso luglio su decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano, che gli ha comunque dato la possibilità di assentarsi dal suo domicilio romano dalle 8 alle 19 per assolvere il proprio mandato parlamentare. Allo stesso tempo, però, gli stessi giudici di Milano hanno sollevato un conflitto di competenza territoriale con il tribunale di sorveglianza di Napoli per quanto riguarda l'affidamento in prova ai servizi sociali di Jannuzzi. Una richiesta, questa, che il senatore di Forza Italia aveva già avanzato in passato e che si era visto respingere per due volte dai giudici di Napoli. La Cassazione, lo scorso gennaio, ha risolto il conflitto a favore del tribunale di Sorveglianza di Napoli, nonostante la difesa di Jannuzzi avesse insistito sul fatto che l'ultimo provvedimento di cumulo di pena era stato emesso dai magistrati di Monza e dunque la competenza territoriale spettasse a Milano. (ANSA) Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha comunicato: "La grazia concessa da Ciampi a Lino Jannuzzi è una bella notizia, che risolve definitivamente una vicenda che si e' protratta fin troppo a lungo. Ovviamente si possono non condividere le opinioni del collega ma questo non c’entra con la necessità di continuare una dura battaglia contro le sanzioni penali e civili dell’attuale legislazione sulla diffamazione che limitano pesantemente la libertà d'informazione. Credo che, a questo punto, il Parlamento debba smettere questo inaccettabile balletto sul testo di riforma della legge e decidere in materia.Vengano ritirati tutti gli emendamenti peggiorativi, si ripristini il ruolo dell'Ordine dei giornalisti, relativamente al tema della pena accessoria e dell'interdizione dalla professione. Si rispetti l'indipendenza del giornalismo. I moltissimi ‘casi Jannuzzi’, se non proprio sotto il ricatto del carcere, sotto l’incubo di condanne pecuniarie insostenibili, non devono più appartenere al sistema legislativo di un paese democratico come il nostro. Nelle prossime ore la Fnsi, l’Ordine e l’Unione nazionale cronisti si riuniranno per esprimere una posizione unitaria dei giornalisti sulla legge di riforma della diffamazione''. Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “E’ davvero uno strano Paese il nostro che non sente il bisogno di cambiare la legislazione sui reati di opinione e che arriva addirittura a far scomodare il Capo dello Stato per risolvere uno dei casi più eclatanti di carcere comminato per diffamazione a mezzo stampa. La soddisfazione per l’atto di saggezza costituzionale del Presidente Ciampi, che ha restituito la libertà al giornalista Lino Jannuzzi, rende più evidente l’esigenza di riforma liberale del sistema delle leggi a tutela della libera informazione e dei diritti all’onore delle persone. Il caso Jannuzzi aveva suscitato lo scandalo e scatenato l’indignazione di tutto il mondo politico, che si era impegnato ad una rapida riforma delle regole e delle sanzioni per i reati di opinione con l’esclusione del carcere e la valorizzazione dell’istituto della rettifica e dei principi di autodisciplina (anche sanzionatoria). Due anni di esame parlamentare della nuova legge non sono bastati. E proprio in questi giorni si assiste ad uno sconvolgente – per non dire tragico - teatrino che vede il prevalere di interessi e ceti particolari animati da sentimenti di supremazia e vendetta anziché di giustizia. L’atto di clemenza firmato da Ciampi, al quale va ancora una volta tutta la nostra gratitudine e riconoscenza, è un esempio e insieme un monito a trovare rapidamente la via maestra del giusto bilanciamento di doveri e diritti che un tema come questo impone. Il ritorno a leggi illiberali, peggiorative di quella esistente sarebbe delittuoso; sarebbe un colpo mortale al giornalismo d’inchiesta o anche semplicemente curioso di conoscere e far conoscere fatti e persone di rilevante interesse pubblico. Jannuzzi rappresentava un caso importante. Non vorremmo che tanti altri casi, altrettanto gravi e spiacevoli ma che non entrano nel circuito mediatico, si continuino a consumare causando danni incalcolabili a singoli giornalisti, alla serenità delle loro famiglie fino a mutilare - fermandolo ai blocchi di partenza in occasione di vicende scottanti coperte da centri di poteri forti – il circuito della libera informazione”.