Va avanti la trattativa tra Federazione italiana editori giornali e Federazione nazionale della stampa per il rinnovo del contratto dei giornalisti, scaduto da quasi quattro anni. I prossimi incontri si terranno con ogni probabilità tra il 24 e il 25 febbraio. Nella due giorni a Milano, le parti hanno completato l'esame della parte normativa del contratto, che riguarda l'innovazione e l'organizzazione del lavoro nel sistema integrato dell'informazione: prima di passare alla parte economica, resta sostanzialmente - a quanto si apprende - un unico nodo, la mobilità dei giornalisti fra testate appartenenti alla stessa azienda in aree territoriali diverse, che comporti pendolarità o cambi di residenza.
Tra il 17 e il 18 febbraio la Fnsi riunirà la Giunta e la segreteria, mentre un gruppo di lavoro tecnico cercherà di definire il quadro delle politiche sociali utili e compatibili per governare situazioni difficili e creare le condizioni di rilancio dell'editoria e dell'occupazione professionale. Giornalisti ed editori torneranno poi a vedersi nell'ultima settimana di febbraio, tra il 24 e il 25. Intervenendo al seminario dei comitati di redazione sulla gestione della busta paga e dei diritti previdenziali, organizzato dall'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti e dalla Fnsi, il segretario del sindacato Franco Siddi ha sottolineato che ''restano elementi di criticità, ma gli interventi del governo in materia di prepensionamenti e l'esigenza di definire un nuovo quadro regolatore degli ammortizzatori sociali, unito all'istanza di un reale disegno di sostegno allo sviluppo, devono essere presi in seria considerazione dagli editori e dalle istituzioni, perché dalla congiuntura si esca con uno sguardo al futuro e non rivolto al passato''. (ANSA) La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: Giornalisti: Domani Giunta Fnsi per battaglia di civiltà antibavaglio Roma, 17 febbraio - “La Giunta della Federazione della Stampa esaminerà domani in via di urgenza, con l’Ordine dei giornali e d’intesa con l’Unione Cronisti Italiani, le nuove iniziative comuni e unitarie di tutta la categoria dei giornalisti per contrastare le interferenze e le gravi minacce al diritto di cronaca che, con le novità che stanno emergendo nella Commissione Giustizia alla Camera, porterebbero addirittura alla cancellazione della cronaca giudiziaria. L’assalto ai giornali e ai giornalisti che vogliano rispondere al diritto dei cittadini a conoscere come vanno le cose che riguardano la propria vita, a sapere se e come procedono le inchieste giudiziarie su vicende di rilevanza pubblica sta assumendo dimensioni intollerabili e incivili. L’emendamento che introduce, nel Ddl intercettazioni, il carcere fino a 3 anni per chi pubblica notizie, non solo di conversazioni poste agli atti, ma anche di riassunti della documentazione sulle indagini è profondamente illiberale. Non è in gioco un privilegio di una categoria, quella dei giornalisti, o il preteso potere di un’impresa, quella editoriale. Si vuol trattare da criminali queste due categorie e da poveri di diritti i cittadini, privati di un bene costituzionalmente garantito: l’informazione. I giornalisti, per deontologia professionale e per le convenzioni internazionali sui diritti dell’uomo, hanno sempre l’obbligo di non tacere sui fatti di pubblico interesse e di darne conto ai cittadini, anche qualora le notizie dovessero provenire da fonti riservate che altri avevano l’obbligo di custodire assicurandone la segretezza. I parlamentari godono della loro libertà e anche di immunità. Certamente colpisce che a presentare proposte lesive della libertà fondamentale di un Paese civile sia un parlamentare, Deborah Bergamini, iscritta all’Ordine dei giornalisti. La sua funzione la pone al di sopra di tutto ma non la esenta dai suoi obblighi. Sicuramente, la sua proposta di prevedere il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni delle quali sia stata ordinata la distruzione – che evidentemente chi doveva non ha fatto – la colloca fuori dai doveri deontologici e morali che le impone la legge professionale, oltre il buon senso. Le prese di posizione di diversi deputati, anche della maggioranza parlamentare, che segnalano la gravità di queste manovre deve far riflettere tutte le persone veramente liberali e tutti gli eletti che a questi principi dichiarano di richiamarsi. I giornalisti sapranno testimoniare in modo incisivo l’allarme della categoria per l’enorme bavaglio e per il tentativo sfacciato di sottrarre alla opinione pubblica la conoscenza di vicende di rilevanza sociale. La Fnsi conta inoltre di poter assumere anche con la Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), nella piena espressione della propria distinta soggettività sociale, azioni comuni in questa battaglia di civiltà”.