La Giunta della Federazione nazionale della stampa si riunira' domani per valutare l'ipotesi conclusiva complessiva dell'accordo con la Federazione degli editori per il rinnovo del contratto dei giornalisti, scaduto da oltre quattro anni.
Se la Giunta dara' il via libera e non ci saranno intoppi, e' gia' in agenda un incontro con la Fieg per mercoledi' 25 marzo. Tra i punti essenziali della parte economica dell'ipotesi di accordo, si parla di un aumento biennale intorno ai 250 euro per il redattore ordinario; di una diversa modulazione per gli scatti di anzianita', mantenendo il principio del calcolo percentuale; di nuovi misure sociali a sostegno dell'editoria che attraversa un difficile periodo di crisi, come dimostra l'esempio di Rcs che ieri ha annunciato misure di intervento. Allo studio, la possibilita' di integrare i fondi statali per i prepensionamenti con un fondo di garanzia alimentato dal contributo degli editori, per gestire i problemi occupazionali. (ANSA). Il segretario nazionale della Fnsi ha intanto replicato al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Boaniuti che aveva auspicato una rapida e positiva conclusione della vertenza contrattuale. “Siamo d’accordo con Bonaiuti, la congiuntura che determina sofferenze in diverse aziende editoriali non può essere affrontata con una politica di soli tagli degli organici giornalistici senza una corretta attenzione al valore essenziale del lavoro professionale per la qualità e l’incidenza dei contenuti editoriali. Il nuovo contratto e le possibili intese in materia di socialità possono, se saranno trasformati in accordo, essere strumenti di regolazione proficua delle situazioni difficili ma anche della impostazione di una politica di rilancio. Tuttavia, oltre agli auspici del Governo, occorrono misure e strumenti di intervento pubblico oggettivi ed efficaci. Editori e giornalisti sono pronti ad accettare la sfida della costruzione, a partire dalle parti sociali, di un nuovo welfare di settore. Ma il sistema pubblico non può chiamarsi fuori. L’intervento di sostegno per il costo dei prepensionamenti deve essere solo un primo tassello dell’impianto di una politica nuova. Tutte le altre misure per gestire la crisi economica ed industriale del Paese che riguardano gli ammortizzatori non possono escludere aprioristicamente le aziende dell’informazione ed i suoi operatori. Il Governo deve fare la sua parte attraverso la legislazione e attraverso la quota parte di risorse finanziarie per gli ammortizzatori che, per i solo fatto di passare, per i giornalisti, dall’Inpgi, Istituto sostitutivo di previdenza, e non dall’Inps, oggi ignorano questo settore. Così sta accadendo anche nei provvedimenti straordinari di questi giorni. Abbiamo rilevato il problema nell’incontro con il Sottosegretario Bonaiuti ed il Ministro del Lavoro Sacconi, trovando anche ascolto. C’è bisogno di atti conseguenti, come abbiamo già rilevato a proposito degli ammortizzatori per i lavoratori autonomi. Per la prospettiva, infine, è necessario lavorare concretamente e presto ad un progetto di riordino e di riforma della legislazione per l’editoria e per il lavoro professionale.”