''Le condizioni di criticita' di tutto il mondo dell'informazione in tempi di grandi cambiamenti tecnologici e di mutamenti epocali in tutto il settore della comunicazione non possono essere ulteriormente aggravate da politiche industriali e istituzionali esclusivamente muscolari e tecnocratiche''. Lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, intervenendo ad Alghero agli Stati Generali del giornalismo in Sardegna. ''Le prove di forza fine a se stesse e le campagne di propaganda non portano nulla di buono - ha aggiunto Siddi - vale per il colpo di teatro del presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta, che vuole licenziare in tronco, ignorando procedure contrattuali e preventive verifiche anche della singole posizioni, 21 giornalisti dell'ufficio stampa della sua Regione.
Vale, per stare alla Sardegna, per le vertenze dell'Unione Sarda e di Sardegna 1. Il tavolo delle regole non puo' essere ignorato da nessuno''. ''Nei tempi della crisi - ha proseguito -, le sfide delle parti sociali devono essere giocate con lo scopo di valorizzare tutti i beni di qualsiasi industria dell'informazione. Non si puo' mai prescindere dalle redazioni, dalle proprie funzioni, dal lavoro professionale e dai ruoli ad esso attribuiti. E' paradossale che per anni si sia chiesto al sindacato innovazione e flessibilita' e apertura alla multimedialita', in una prospettiva di integrazione delle proposte di offerta informativa qualificata sotto lo stesso segno editoriale, e che poi si faccia esattamente il contrario''. (SASSARI, 6 DICEMBRE -ANSA)
EDITORIA: SIDDI (FNSI), ORA WELFARE AVANZATO PER IL LAVORO
IN 5 ANNI 2 CONTRATTI MA SENZA UN INVESTIMENTO IN INNOVAZIONE
''In cinque anni abbiamo fatto due contratti di lavoro e gli editori hanno risposto senza fare un vero investimento reale in innovazione e futuro. Abbiamo stoppato una legge terribile sulle intercettazioni e una settimana fa una legge che modificava l'autonomia della stampa e i diritti doveri di cronaca. Credo sia arrivato il momento di proporre un welfare avanzato per il lavoro con forme di sostegno dei giovani per farli entrare nel mondo del lavoro e uscite socialmente utili laddove ci sia vera crisi'', lo ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, intervenendo ad Alghero alla giornata conclusiva degli Stati generali dell'informazione in Sardegna.
''Il tavolo delle regole per molti è considerato un fastidio - ha ribadito Siddi - ma gli imprenditori, e gli editori in particolare, devono capire che le vie d'uscita devono essere di sistema e si trovano attraverso l'assunzione di responsabilità e il rispetto delle parti sociali. Con lo Stato che si ritrae, comportamenti virtuosi degli imprenditori onesti e lungimiranti e delle rappresentanze dei lavoratori sono la sola possibilità di sviluppo''. (SASSARI, 7 DICEMBRE - ANSA)
Dagli Stati Generali dell’informazione in Sardegna, che si svolgono oggi e domani ad Alghero, l’Associazione Stampa Sarda e il Comitato di Redazione dell’Unione Sarda, in armonia con la Fnsi, hanno stilato il seguente documento: “Se i rappresentanti dei lavoratori chiedono conto degli investimenti di un’azienda, fanno esattamente il loro mestiere, senza invadere il campo delle prerogative imprenditoriali. Il sindacato interno all’Unione Sarda si è sempre mosso e continuerà a muoversi in totale armonia con l’Associazione della stampa sarda e con la Federazione Nazionale della Stampa: il tentativo di dividere il fronte non è nuovo, e falliràPer il Cdr l’accusa di voler tagliare “il ramo su cui siedono i giornalisti” è infondata: per restare nella metafora botanica, il timore è che il ramo finisca per seccarsi a causa di potature eccessive e mal fatte, decise dal management aziendale. Chi pone problemi reali non danneggia l’azienda ma collabora a garantirne il futuro e lo fa esercitando il ruolo di sindacalisti democraticamente eletti. Il Cdr ha avanzato proposte innovative e offerto sacrifici per salvaguardare l’occupazione. I vertici aziendali hanno chiesto di accantonare le assunzioni per discutere solo di patto integrativo: spiace, ma un sindacato non accetta simili scambi.
L’editore Sergio Zuncheddu sa bene che contro di lui non vi è alcuna preconcetta opposizione. Se oggi il sindacato boccia certe scelte e lo dice apertamente non è “per fini che rimangono oscuri”, come lui afferma insinuando sospetti inaccettabili.
Non ha alcun interesse una sfida a chi fa la voce più grossa: il sindacato si ostina a chiedere un dialogo serio su questioni che da troppo tempo restano aperte – dalla qualità dell’informazione al dimensionamento degli organici, fino agli investimenti delle risorse aziendali, alla strategia multimediale e alla tutela dei diritti e della privacy dei giornalisti – e che rimangono di competenza sindacale, da affrontare col Cdr in un tavolo aziendale o a diversi e più articolati livelli”. 6 dicembre 2012
SARDEGNA: OGGI AD ALGHERO GLI STATI GENERALI DELL'INFORMAZIONE SARDA
La crisi occupazionale nell'informazione, le nuove frontiere della comunicazione, il rapporto informazione-politica, il welfare dei giornalisti, saranno i temi centrali del dibattito nei due giorni degli Stati generali dell'informazione in Sardegna che si svolgono ad Alghero al ''Green Sporting Hotel''. Sono previsti gli interventi di Giancarlo Tartaglia, Direttore generale della Federazione della stampa, Andrea Camporese, presidente dell'Inpgi, Daniele Cerrato, presidente della Casagit e di Gianfranco Astori, vice presidente del Fondo pensione complementare dei giornalisti. Saranno presenti anche i direttori generali degli enti di categoria.
I lavori proseguiranno domani all'Auditorium del complesso aziendale Sella&Mosca, con inizio alle 9.30. La relazione del presidente dell'Associazione stampa sarda, Francesco Birocchi, sullo stato dell'informazione in Sardegna, aprirà il dibattito. Sono previsti gli interventi di Filippo Peretti, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Sardegna, Roberto Natale, presidente Fnsi, Giancarlo Ghirra, segretario nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Sergio Milia, Assessore della Cultura della Regione Sardegna.
Ci saranno relazioni specifiche sul lavoro giornalistico nel web, sul lavoro autonomo e sull'occupazione di genere e poi interventi da parte dei rappresentanti sindacali delle maggiori testate isolane. Le conclusioni del dibattito saranno affidate a Franco Siddi, segretario nazionale della Federazione della stampa. (SASSARI, 6 DICEMBRE - ADNKRONOS)
ASSEMBLEA DEI REDATTORI DEL QUOTIDIANO:
SFIDUCIATO IL DIRETTORE
CRONISTI A TEMPO DETERMINATO MESSI ALLA PORTA
IN GIOCO LA QUALITÀ COMPLESSIVA DELL’UNIONE SARDA
L'assemblea dei redattori del quotidiano "L'Unione Sarda" ha sfiduciato il direttore Paolo Figus e il condirettore Roberto Casu. L'esito del voto, proposto dal cdr al culmine di un braccio di ferro sugli organici, è stato di 37 no (66,07%) alla conferma della fiducia e 19 sì, cui si aggiunge una scheda nulla. Dal 2 dicembre i redattori hanno cominciato lo sciopero delle firme, lamentando che in pochi mesi al giornale lavora una dozzina di giornalisti in meno, fra pensionamenti (due), contratti a termine non rinnovati (cinque), trasferimenti interni al gruppo Unione Sarda (quattro) e un redattore in aspettativa. Nessuno è stato sostituito.
L'assemblea dei redattori del quotidiano "L'Unione Sarda" ha sfiduciato il direttore Paolo Figus e il condirettore Roberto Casu. L'esito del voto, proposto dal cdr al culmine di un braccio di ferro sugli organici, è stato di 37 no (66,07%) alla conferma della fiducia e 19 sì, cui si aggiunge una scheda nulla. Dal 2 dicembre i redattori hanno cominciato lo sciopero delle firme, lamentando che in pochi mesi al giornale lavora una dozzina di giornalisti in meno, fra pensionamenti (due), contratti a termine non rinnovati (cinque), trasferimenti interni al gruppo Unione Sarda (quattro) e un redattore in aspettativa. Nessuno è stato sostituito. (CAGLIARI, 4 DICEMBRE – AGI)
IL DOCUMENTO DI SFIDUCIA
Con 37 voti (pari al 66,07% di quelli validamente espressi) contro 19 (33,93%) e una scheda nulla, la redazione dell’Unione Sarda ha sfiduciato il direttore Paolo Figus e il condirettore Roberto Casu. In questo modo i giornalisti hanno voluto manifestare il proprio totale dissenso dalle posizioni assunte dalla direzione, che non ha neppure tentato di scongiurare la decisione dell’Azienda di non rinnovare cinque contratti a termine. Non solo: anche di fronte al ritorno a Videolina di quattro colleghi dell’emittente, da mesi distaccati all’Unione Sarda; anche di fronte ad altre uscite per svariati motivi (pensionamenti, aspettative, altri contratti non rinnovati), per un totale di tredici colleghi in meno alla produzione delle pagine nel giro di poche settimane, la direzione continua a dire che l’organico del giornale è sovradimensionato e che è possibile, in queste condizioni, fare un prodotto di qualità. Una petizione di principio, già smentita dai fatti: come dimostrano le notizie perse per l’assenza di colleghi che ricoprivano ruoli ormai centrali nelle cronache.
Non è tutto. Il direttore ha anche ignorato completamente, nel momento in cui ha dovuto trasferire di sede un collega, le procedure indicate dall’editore per i casi simili, e applicate dallo stesso direttore in precedenza. Un comportamento che alimenta sgradevoli sospetti di discriminazione.
Si giunge al paradosso di continuare a colpevolizzare la redazione per l’ampio utilizzo dei collaboratori (pagati con compensi che sono ancora la conversione delle vecchie tariffe in lire: giusto per capire da quanto tempo non vengono aggiornati), mentre si mandano via i redattori, creando sempre più – soprattutto nelle redazioni locali – le condizioni per rendere tali collaborazioni ancor più necessarie.
Nel 2006 il direttore Figus aveva ottenuto la fiducia, da questa stessa redazione, con circa il 75% dei voti. In questi anni ha distribuito decine di promozioni e modellato il giornale a sua immagine. Sordo a tutti i richiami precedenti da parte dei Cdr che si sono succeduti, è arrivato di recente a citare il calo di vendite (che può avere, com’è ovvio, diverse cause anche estrinseche) solo per addebitarlo alle colpe della redazione, in particolare per i refusi. Sempre spiacevoli, questi ultimi, certo: ma quasi inevitabili quando si lavora in condizioni di continuo surmenage. La cosa più grave però è che, da parte della direzione, non sia pervenuto lo straccio di un’idea seria per reagire alla crisi dell’editoria e per attrezzare l’Unione Sarda alle sfide della nuova informazione. Da tempo, anzi, si assiste a una colpevole incomprensione e sottovalutazione del fenomeno dei new media, con un’assurda guerra tra giornale cartaceo e sito web che è sfociata, per effetto di decisioni dell’Azienda sostanzialmente avallate dalla direzione, a separare del tutto la redazione dell’Unione Sarda dal sito che raccoglie un elevato numero di contatti grazie al nome del giornale.
I giornalisti hanno tanti limiti, e quelli dell’Unione Sarda non fanno eccezione. Ma di fronte alla straordinarietà della crisi hanno risposto con incrementi continui di produttività (anche senza relativi compensi) e iniziando a elaborare proposte e suggerimenti per trovare strumenti innovativi che conservino all’Unione Sarda il primato dell’informazione in Sardegna. Purtroppo l’Azienda e la direzione, chiuse nei loro fortini, sanno usare un solo strumento: le forbici. E di questo la redazione continuerà a lamentarsi in tutte le sedi, finché non si aprirà un dialogo vero.
Cagliari, 4 dicembre 2012
Il Comitato di redazione
GIORNALISTI: L'UNIONE SARDA, EDITORE CONFERMA VERTICI SFIDUCIATI
L'editore del quotidiano di Cagliari L'Unione Sarda, Sergio Zuncheddu, ha confermato direttore e condirettore della testata sfiduciati ieri dalla redazione. In una dura risposta al documento sindacale diffuso dal cdr, pubblicata stamane sul quotidiano, Zuncheddu ribatte punto su punto alle accuse dell'assemblea dei redattori su trasferimenti di giornalisti, mancato rinnovo dei contratti a tempo, insufficienza organico e futuro del giornale sul web. Ieri la redazione aveva sfiduciato i vertici del giornale con 37 voti (pari al 66,07% di quelli validamente espressi) a 19 (33,93%).(CAGLIARI, 5 DICEMBRE - AGI)
PER DUE SETTIMANE I COLLEGHI SI ASTERRANNO DALLA FIRMA
Da domani, e per le prossime due settimane, i redattori dell’Unione Sarda non firmeranno i propri articoli in segno di protesta per le scelte dell’azienda e della direzione in materia di organici e di sviluppo del prodotto editoriale. Come segnalato più volte in questi giorni, siamo di fronte al mancato rinnovo di molteplici contratti a tempo determinato; al ritorno a Videolina di quattro colleghi che solo pochi mesi fa erano stati distaccati al giornale per garantire la produzione di una ricca foliazione; al trasferimento di un collega dalla redazione di Cagliari avvenuto senza il rispetto di procedure indicate a suo tempo dall’editore; alla mancata sostituzione di colleghi andati in pensione o in aspettativa.
Una situazione che determina già oggi un taglio di pagine nelle cronache, dunque un sacrificio dell’offerta informativa per i lettori. E questo si affianca a una totale assenza di progetti che possano portare l’Unione Sarda a recitare un ruolo da protagonista nel nuovo mondo dell’informazione, caratterizzato dall’integrazione multimediale: si preferisce invece insistere con scelte antistoriche di separazione tra la redazione del giornale cartaceo e un sito web che pure porta, non a caso, il nome Unione Sarda. Di fronte alla crisi dell’editoria, si ignorano totalmente le proposte innovative del sindacato e si reagisce con tagli che colpiscono la forza lavoro e non gli investimenti immobiliari. La redazione vive questa fase con una fortissima preoccupazione per ciò che sta accadendo, e con lo sciopero delle firme intende manifestare solidarietà ai colleghi che hanno perso il posto, e ricordare ai vertici aziendali che la mancata valorizzazione delle risorse umane non è mai un buon investimento. Nei prossimi giorni, il caso Unione Sarda sarà al centro dell’attenzione degli stati generali dell’informazione isolana, organizzati dall’Associazione della stampa sarda in collaborazione con la Federazione nazionale della stampa.
Cagliari, 1 dicembre 2012
Il Comitato di redazione
STATI GENERALI DELL’INFORMAZIONE IN SARDEGNA
AD ALGHERO IL 6 E IL 7 DICEMBRE PROSSIMI
SOLIDARIETA' AI COLLEGHI DELL'UNIONE SARDA
L'Associazione della Stampa Sarda manifesta piena e totale solidarietà ai giornalisti dell'Unione Sarda che da domenica hanno proclamato lo “sciopero delle firme” per protestare contro i drastici tagli in redazione. La crisi nella maggiore impresa editoriale della Sardegna preoccupa il sindacato. L'improvvisa e imprevista decisione di ridurre gli organici (nove giornalisti in meno nel giro di pochi giorni, e cinque di loro destinati alla disoccupazione) non potrà non avere conseguenze sulla qualità dell'informazione e sul mantenimento degli spazi informativi della nostra Isola. Lo hanno detto con chiarezza i giornalisti dell'Unione Sarda nei comunicati pubblicati in questi giorni sul giornale.
Il loro allarme sarà raccolto dagli Stati generali dell'informazione in Sardegna che si svolgeranno dal 6 al 7 dicembre prossimo ad Alghero. I giornalisti sardi analizzeranno lo stato dell'editoria in Sardegna, già alle prese con un tasso altissimo di disoccupazione, il precariato che continua a dilagare, le difficoltà delle televisioni e delle radio private; la confusione che ancora regna nell'informazione su Internet, incapace, salvo pochissimi casi, di generare nuova occupazione in campo giornalistico.
I lavori si apriranno giovedì 6 dicembre alle ore 9.30 presso il “Green Sporting Hotel” di Alghero. Sarà una giornata dedicata essenzialmente al welfare, con i dirigenti nazionali di Fnsi, Ordine del giornalisti, Inpgi, Casagit e Fondo integrativo Venerdì 7, invece, i lavori, aperti al pubblico, proseguiranno (con inizio alle ore 9.30) presso l’Auditorium del complesso aziendale Sella&Mosca e il dibattito affronterà i temi legati allo stato dell’informazione in Sardegna, alla salute delle imprese editoriali e all’agibilità professionale dei giornalisti chiamati a raccontare la Sardegna in un momento difficile della sua storia autonomistica.
Cagliari, 03 dicembre 2012
Questa non è una lettera al direttore ma un documento sindacale che non andrebbe confuso, come da giorni invece avviene, con gli interventi esterni al giornale.
Cari lettori, quattro colleghi da oggi sono disoccupati. Scaduto il contratto a tempo determinato, Azienda e Direzione hanno ritenuto non più necessario il loro contributo. Esattamente come accaduto il mese scorso a un altro redattore e ad altri in precedenza. A ridurre ulteriormente l’organico è anche il ritorno a Videolina, sempre da oggi, di quattro colleghi da tempo distaccati al Giornale. La riduzione del numero dei giornalisti si rifletterà inesorabilmente sulla qualità del prodotto. Rischio negato dalla Direzione che sempre e comunque ha come esigenza prioritaria quella di avallare acriticamente le scelte aziendali. La contrazione dell’organico fa già sentire i suoi effetti negativi con la riduzione delle pagine e il trasferimento di un collega da Cagliari a Oristano, senza il rispetto delle procedure indicate due anni fa dall’editore per casi simili. La coperta diventa troppo e corta e non basta più. L’Azienda motiva questi tagli con l’esigenza di ridurre i costi per tenere i conti in ordine. Condividiamo l’obiettivo, abbiamo molte perplessità sul metodo. La crisi si avverte dal 2008. Nonostante questo però abbiamo investito decine di milioni di euro nell’acquisto di immobili. A Olbia, ad esempio, è stata comprata una nuova sede che ora risulta sovradimensionata. Non pretendiamo di insegnare a nessuno il proprio mestiere. Molto umilmente, però, ci schieriamo con quella corrente di pensiero che vede la crisi come un’opportunità per consolidare le aziende, migliorare il prodotto e l’efficienza così da essere pronti a competere quando arriverà la ripresa. Ovviamente, nulla è scontato perché l’Editoria del futuro resta per molti aspetti un punto interrogativo. In ogni caso ci turba non poco l’assenza di un progetto multimediale (stampa, tivù, radio, web) a medio e lungo termine. Si procede invece a vista e senza una strategia condivisa con la Redazione. L’Azienda chiede e la Direzione risponde, in perfetta sintonia. Finora con risultati a dir poco sconcertanti e, per amore e fedeltà a L’Unione Sarda Spa, rinunciamo a scendere nei dettagli di un continuo fare e disfare. Tutto ciò sta comunque fortemente incrinando il rapporto di fiducia tra la direzione (direttore e condirettore) e la Redazione. Siamo pronti a farci carico di tutte le difficoltà del momento ma senza compromettere il futuro. Vogliamo scongiurare scelte “terapeutiche” che riteniamo letali per il malato.
Cagliari 30 novembre 2012
Il Comitato di Redazione dell’Unione Sarda
L’AZIENDA NON RINNOVA I CONTRATTI MA INVESTE IN IMMOBILI
CRONISTI A TEMPO DETERMINATO MESSI ALLA PORTA
IN GIOCO LA QUALITÀ COMPLESSIVA DELL’UNIONE SARDA
SOLIDARIETÀ DELLA FNSI PER UNA VERTENZA DALLA FORTE IMPRONTA SOLIDARISTICA
La pista di ghiaccio e le tante manifestazioni davanti alla sede dell’Unione Sarda comunicano all’esterno l’immagine di un’azienda dinamica e iperattiva, che però non trova alcun riscontro sul piano degli investimenti sul prodotto giornalistico: l’Unione Sarda investe nelle proprietà immobiliari ma contemporaneamente non assume, non rinnova i contratti a tempo in scadenza, non si preoccupa del ricambio generazionale dei giornalisti, tanto meno della sempre più fondamentale integrazione tra edizione su carta e on line.
Oggi, in altre pagine, questo giornale vi offre una cronaca ricca e fedele della manifestazione che ieri ha portato a Cagliari migliaia di persone che invocano lavoro e sviluppo. Ma sabato prossimo questo stesso giornale lascerà andare via quattro colleghi professionisti assunti a tempo determinato, che hanno un ruolo molto rilevante nella produzione delle pagine delle cronache.E la stessa cosa è accaduta il mese scorso con un quinto collega. Complessivamente L’Unione Sarda si troverà ad aver perso i cronisti di giudiziaria di Nuoro e Olbia; due dei cinque redattori di Oristano; e uno della cronaca di Cagliari.
Colpa della crisi, ci è stato detto. “Non ci sono le condizioni economiche”, ha affermato il direttore in un incontro ufficiale col Cdr. Noi pensiamo che, davanti alla crisi, sia sbagliato reagire tagliando l’organico e dunque le pagine e dunque l’offerta informativa, cosa che rischia di accentuare anziché contrastare la crisi. Per altro le “condizioni economiche” non hanno impedito all’Unione Sarda spa di acquistare immobili in diverse città, il proiettore del planetario della sede centrale, le attrezzature per la “sala vita” annessa al planetario. Tutte attività che hanno poco a che fare con l’attività editoriale. “Investimenti”, ci ha detto l’amministratore delegato. Invece la conferma di forze fresche in un giornale che ha fatto una sola assunzione definitiva in nove anni, e in cui i giornalisti quarantenni sono i più giovani, non è considerata un investimento.
Quanto ai costi del lavoro, negli ultimi anni sono andati via, non sostituiti, colleghi a decine, con stipendi ben diversi da quelli di eventuali nuovi assunti. L’ultima uscita a luglio; la prossima tra due mesi. Non solo. La redazione ha fatto sapere di essere disponibile a rinunciare, almeno in parte, ai compensi del patto integrativo (che peraltro da aprile non vengono erogati perché non si è raggiunto un accordo sul rinnovo), in cambio delle stabilizzazioni. Ma all’azienda non interessa.
Il Cdr, superando ovvie perplessità sindacali in ragione dell’eccezionalità della crisi, ha persino proposto che i redattori lavorassero – gratis – per produrre eventi informativi per il sito web dell’Unione Sarda, di tipo innovativo rispetto a quanto fatto finora (forum tv in diretta coi lettori, per esempio), su cui cercare banner pubblicitari e sponsor e creare così introiti che compensino, almeno in parte, il costo dei cinque rinnovi contrattuali per almeno dodici mesi. La proposta è stata respinta seduta stante. L’azienda ha ammesso addirittura di essere all’oscuro della possibilità (verificata dal Cdr) di rinnovare i cinque contratti per un solo anno, in attesa magari di un allentamento della crisi.
L’unica proposta che ci viene fatta è mettere da parte la vertenza sulle assunzioni per riprendere quella sul patto integrativo. Per carità, un’entrata in più fa sempre comodo: specie per una redazione che continua a garantire, anche senza compenso, i livelli di produttività previsti dai patti precedenti. Ma qui non è in gioco solo un’integrazione dei redditi dei giornalisti. È in gioco la qualità complessiva dell’Unione Sarda, quella da cui dipendono le buste paga di tutto il personale giornalistico, tecnico e amministrativo.
Oggi come in passato difenderemo gli interessi dell’azienda e non quelli di chi la controlla. Perché, come sempre, i nostri interessi coincidono con quelli aziendali. Cioè con lo sviluppo dell’Unione Sarda Spa. Tutto il resto viene dopo o non ci interessa.
Cagliari 24/11/2012
Il comitato di redazione
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Cari lettori,
tra quattro giorni il nostro e vostro giornale sarà fatto senza l’apporto di quattro colleghi a cui non è stato rinnovato il contratto a tempo determinato. Giornalisti impegnati nelle cronache locali: uno a Cagliari, uno a Olbia, due a Oristano. Un mese fa è successa la stessa cosa a un altro collega di Nuoro, nei mesi scorsi è capitato ad altri colleghi ancora.
Da oltre 120 anni L’Unione Sarda fa del racconto dei fatti dell’Isola il suo punto di forza, e noi vogliamo che continui a farlo con serietà professionale e rispetto dei lettori, nostri veri “azionisti di riferimento”.
Possiamo parlare di “ottimizzazione delle risorse” (che poi, in questo caso, sono persone, lavoratori in carne e ossa), ma la verità è che in edicola arriverà un giornale impoverito, privo del lavoro di colleghi a cui in questi anni sono stati affidati compiti importanti, spesso tali da costringerli a sacrificare ferie e riposi. Fino a ieri erano così essenziali da non potersi a volte neppure assentare secondo i normali turni; ora ci si dice che si può fare un giornale di qualità anche con un organico ridotto.
Noi pensiamo che la qualità non dipenda solo dal numero di giornalisti chiamati al lavoro, ma certo la riduzione del personale mal si concilia con l’esigenza di un’informazione sempre più votata agli approfondimenti e integrata col web, ma al tempo stesso puntuale sulle notizie locali e iperlocali. Perciò abbiamo avanzato proposte che, a nostro giudizio, conciliano l’esigenza della salvaguardia dei conti con quella della qualità del giornale. Le abbiamo avanzate per tutelare il posto di lavoro dei colleghi ma anche il nostro, e soprattutto per rispetto dei lettori. Se tagli si devono fare, non si può iniziare dalla qualità. Ci chiediamo se ci siano altre voci del bilancio su cui si sarebbe dovuto operare.
Cagliari, 27 novembre 2012
Il Comitato di redazione dell’Unione Sarda
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Cari lettori,
tra tre giorni il nostro e vostro giornale sarà fatto senza l’apporto di quattro colleghi a cui non è stato rinnovato il contratto a tempo determinato. E questo nonostante tutti i tentativi della redazione di sollecitare un ripensamento dell’Azienda, per non depauperare il prodotto che ogni giorno mandiamo in edicola.
Spesso, sulle colonne dell’Unione Sarda, illustri commentatori (a partire dal direttore) criticano i sindacati attestati su posizioni vecchie e puramente rivendicative, e incapaci di fare proposte. Il sindacato interno al giornale ha avanzato negli ultimi mesi proposte innovative, diremmo inedite. Meccanismi per legare eventuali compensi integrativi a verifiche rigorose della produttività, come chiesto dall’Azienda; rinuncia a parte degli stessi compensi in cambio delle stabilizzazioni dei colleghi precari; addirittura lavoro gratuito per creare, sul sito web, appuntamenti capaci di stimolare introiti pubblicitari che alleggeriscano il costo dei rinnovi contrattuali. Ma evidentemente, all’Unione Sarda, un sindacato che fa proposte piace solo quando si tratta del sindacato altrui.
Ci aspettavamo controproposte, obiezioni, insomma un dialogo: non il nulla assoluto. Di fronte a una crisi di sistema, che stravolge i media, siamo convinti (noi sì, sul serio e nei fatti: non a parole) che solo da un patto tra Azienda e redazione possano nascere nuove strategie per traghettare L’Unione Sarda verso un nuovo modo di fare informazione. Un patto fatto di idee, di analisi della realtà, di risposte adeguate ai tempi. L’aspetto economico non è mai stata la nostra prima preoccupazione. Abbiamo già rivelato ai nostri lettori di aver invocato invano, per anni, un reale coinvolgimento nelle scelte sul web. Purtroppo si continua a non tenere in alcun conto il contributo offerto dalla redazione, salvo poi scaricare su quest’ultima gli effetti delle scelte sbagliate (di volta in volta annunciate come grandi novità e poi rimangiate nel giro di qualche mese) adottate dall’Azienda e dalla direzione. Una storia che si ripete anche in questi giorni.
Cagliari, 28 novembre 2012
Il Comitato di redazione dell’Unione Sarda
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Cari lettori,
da domani il nostro e vostro giornale sarà fatto senza l’apporto di quattro colleghi a cui non è stato rinnovato il contratto a tempo determinato. Ma non solo: per effetto di spostamenti interni al gruppo editoriale, perderemo altri quattro lavoratori. Tra mancati rinnovi, pensionamenti e altre cause, ci sono di fatto già tredici persone in meno in produzione, rispetto ad appena quattro mesi fa.
La direzione si ostina a dire che anche con un organico ridotto si può fare un giornale di qualità, anzi si spinge ad affermare che l’organico attuale dell’Unione Sarda resta sovradimensionato. Intanto però, per fare solo un esempio, non sa dire come sarà coperta la cronaca giudiziaria di Tempio, fonte continua di notizie di ampio rilievo regionale (da Meridiana alla Costa Smeralda). E potremmo raccontarvi altri vuoti importanti nelle cronache di Sassari, Nuoro, Oristano, Sulcis, Quartu e Cagliari e in altri settori del giornale.
Con la logica dei tagli si penalizza ingiustamente una redazione che, come dimostrano i numeri, anche nel 2012 ha ulteriormente innalzato i livelli di produttività, confezionando ogni mese dal 10 al 22% di pagine in più rispetto all’anno passato. Ci si rimprovera l’utilizzo delle collaborazioni esterne, che pure sono necessarie se si vogliono dare informazioni su tutto il territorio regionale, ma non si toccano certe collaborazioni (ben più onerose della media) apparse in pagine che da sempre venivano confezionate dai redattori. Altro che tagli alla cieca: questi ci vedono benissimo, e colpiscono sempre da una sola parte, in maniera inaccettabile.
Cagliari, 29 novembre 2012
Il comitato di redazione dell’Unione Sarda
Ai colleghi dell'Unione Sarda la solidarietà piena della Fnsi, per una vertenza che ha una forte impronta professionale, sociale e solidaristica