L’Unci Abruzzo esprime solidarietà alla collega teramana Teodora Poeta del quotidiano “Il Messaggero” che ieri è stata condannata in primo grado dal Tribunale di Roma al pagamento di una pena pecuniaria per il reato di diffamazione nei confronti di una persona di cui non si conoscono le generalità, tra l’altro deceduta, con risarcimento del danno da determinare in altra sede. Lo stesso pm aveva chiesto l’assoluzione dell’imputata.
“La Federazione Nazionale della Stampa Italiana esprime solidarietà alla collega Teodora Poeta, condannata a una pena pecuniaria dal Tribunale di Roma per un articolo pubblicato sul ‘Messaggero’ nel quale si dava notizia del suicidio di un uomo in precedenza indagato per abuso sessuale su minore. Non si capisce la ‘giustizia’ di una sentenza come questa, poiché l’informazione offerta ai lettori era di interesse pubblico e la collega aveva trattato il caso con grande accuratezza tacendo il nome della vittima e avendo riguardo a non fornire elementi che consentissero di risalire all’identità del minore.
Di fatto la giornalista Teodora Poeta è stata condannata per aver diffamato un anonimo. La Fnsi si unisce allo sconcerto del Sindacato dei Giornalisti abruzzesi, dell’Ordine dei Giornalisti dell’Abruzzo e dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani (Unci) e auspica che nei successivi gradi del giudizio la vicenda abbia un esito diverso, come peraltro aveva sollecitato, in questa fase, il Pubblico Ministero, il quale aveva chiesto l’assoluzione della giornalista.”
La vicenda, risalente al 2010, riguarda la pubblicazione di un articolo relativo al suicidio di un uomo, in precedenza indagato per abusi sessuali sulla nipote minorenne. La collega, per evitare che la vittima della violenza fosse identificata, nella sua ricostruzione aveva volutamente alterato alcuni elementi e particolari.
Si tratta di una decisione quanto meno singolare che potrebbe costituire un pericoloso precedente per tutti i colleghi che lavorano a servizi di cronaca, con effetti particolarmente incisivi su collaboratori e precari contrattualmente ed economicamente meno tutelati.
SINDACATO GIORNALISTI ABRUZZESI: “IL CASO DI TEODORA POETA : UNA SENTENZA ASSURDA”
Ma davvero le sentenze no si devono discutere? Nel caso della giornalista Teodora Poeta, sarebbe delittuoso tacere.
Il Tribunale di Roma ha infatti condannato ad una pena pecuniaria la collega Poeta per un articolo risalente al 2010 inerente il suicidio di un uomo precedentemente indagato per abuso sessuale sulla nipote minorenne.
Nell’articolo, pubblicato sulle pagine teramane del quotidiano “Il Messaggero”, non si cita il nome della persona in questione . Anzi, la collega ha mostrato grande scrupolo professionale ed umanità alterando alcuni elementi della storia per evitare che si potesse risalire anche all’identità della minore.
Ebbene, i Magistrati romani hanno sentenziato la colpevolezza della giornalista nonostante lo stesso Pubblico Ministero ne avesse chiesto l’assoluzione.
Condannata, dunque, per aver diffamato un anonimo!
Il Sindacato dei Giornalisti Abruzzesi e l’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, esprimono piena solidarietà alla giornalista condannata. Ma, non possono fare a meno di gettare un grido d’allarme alla luce di una interpretazione della giustizia che mina alle basi la libertà di stampa.
Questa sentenza nella sua dinamica illogica, rischia di costituire un precedente che addensa nubi pericolose per tutto il giornalismo italiano.
Il Presidente O.d.G. Abruzzo
Stefano PALLOTTA
Il Segretario S.G.A.
Franco FARIAS
“La Federazione Nazionale della Stampa Italiana esprime solidarietà alla collega Teodora Poeta, condannata a una pena pecuniaria dal Tribunale di Roma per un articolo pubblicato sul ‘Messaggero’ nel quale si dava notizia del suicidio di un uomo in precedenza indagato per abuso sessuale su minore. Non si capisce la ‘giustizia’ di una sentenza come questa, poiché l’informazione offerta ai lettori era di interesse pubblico e la collega aveva trattato il caso con grande accuratezza tacendo il nome della vittima e avendo riguardo a non fornire elementi che consentissero di risalire all’identità del minore. Di fatto la giornalista Teodora Poeta è stata condannata per aver diffamato un anonimo. La Fnsi si unisce allo sconcerto del Sindacato dei Giornalisti abruzzesi, dell’Ordine dei Giornalisti dell’Abruzzo e dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani (Unci) e auspica che nei successivi gradi del giudizio la vicenda abbia un esito diverso, come peraltro aveva sollecitato, in questa fase, il Pubblico Ministero, il quale aveva chiesto l’assoluzione della giornalista.”