Ancora un episodio di intolleranza verso il lavoro dei giornalisti, in particolare dei cronisti impegnati sulla strada a raccontare quello che accade e spesso si tratta di tragedie. Lo denuncia l'Associazione Siciliana della Stampa. «Ad essere minacciata e intimidita – spiega il sindacato regionale – è stata Romina Marceca, palermitana, in servizio alla cronaca di Roma di Repubblica. La collega è stata inviata nel quartiere Bravetta, dove nell'incendio di una villa purtroppo madre e figlio hanno perso la vita».
Questo il racconto della collega. «L'umiliazione che ho subito in modo ingiustificato. Mi ero presentata alla famiglia come giornalista, come faccio sempre. Non ero sotto mentite spoglie. La sorella della vittima mi ha anche fornito tutte le informazioni, abbiamo parlato con calma e commozione di quanto è accaduto. Quando sono uscita dal residence, ho salutato un giovane, un amico di una delle due vittime. Questo signore mi ha chiamata "sciacalla" e "merda". Poi mi ha aggiunto frasi offensive davanti alle persone presenti. Ho chiesto il perché di tanta aggressività visto che non avevo fatto nulla di male e stavo parlando con la famiglia senza problemi e in assoluta serenità. Lui mi ha urlato contro per spaventarmi, devo dire riuscendoci. Ero molto scossa. A quel punto gli ho detto che mi stava aggredendo su una pubblica via e senza alcun motivo e che, sentendomi minacciata, stavo per chiamare la polizia. Lui ha risposto: "Siamo venti contro una". E un suo amico ha aggiunto: "Non ti do una pizza, perché non hai i baffi". Poi si sono aggiunte altre persone, accerchiandomi, per mandarmi via. A quel punto è arrivata la polizia e ho deciso di denunciare questo signore per rispetto della categoria e in difesa di tutti i colleghi che svolgono onestamente il loro lavoro».
Nell'esprimere la solidarietà e la vicinanza a Romina Marceca, Assostampa Sicilia e il Gruppo cronisti siciliani esprimono «preoccupazione per il ripetersi di episodi che hanno i giornalisti come bersaglio di intimidazioni e violenze solo perché sono impegnati nello svolgere il proprio lavoro. Stare sulla strada a contatto con quanto accade porta spesso a trovarsi in mezzo a un clima di comprensibile tensione. Ma questa non deve sfociare in comportamenti che mettono a rischio il diritto di cronaca o peggio ancora l'incolumità del giornalista».
Per questo Assostampa e il Gruppo cronisti siciliani «chiedono la massima collaborazione alle forze di polizia con le quali ci si ritrova a lavorare in contesti spesso difficili».