“Oggi ricorre il 70° anniversario della rinascita della Fnsi dopo 18 anni di dittatura fascista. La giunta Esecutiva del Sindacato dei giornalisti si è riunita, assieme alle Associazioni Regionali di Stampa, per celebrare questa importante data. Dopo un’ampia relazione del Segretario generale, Franco Siddi, e la lettura del messaggio del Presidente del Senato, Pietro Grasso, da parte del Presidente Fnsi, Giovanni Rossi, il Direttore, della Fnsi, nonché storico del Sindacato dei giornalisti Giancarlo Tartaglia, ha sviluppato una interessantissima ricostruzione storica di quei momenti del ’43 subito a ridosso della riunione del Gran Consiglio del fascismo, della sfiducia a Mussolini e del suo successivo arresto fino ad arrivare alla definitiva rinascita della Fnsi e della libertà di stampa ritrovata. Di seguito proponiamo una sintesi dell’intervento del Direttore Giancarlo Tartaglia”.
Il 26 luglio del 1943 rinasceva la Federazione Nazionale della Stampa Italiana
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, organismo rappresentativo unico e unitario dei giornalisti, era nata a Roma nel 1908 per volontà delle Associazioni territoriali di stampa, sorte dopo l’unificazione del Paese, con lo scopo di rappresentare e tutelare gli interessi del giornalismo italiano. La Federazione della Stampa, dalla sua costituzione, ha sempre rappresentato tutto il mondo giornalistico, a prescindere dalle appartenenze politiche. Questa premessa programmatica le ha consentito, nel corso dei decenni, di raggiungere obiettivi fondamentali per lo sviluppo e le garanzie della professione. E’ stata la Federazione Nazionale della Stampa Italiana a sottoscrivere con gli editori, nel 1911, il primo Contratto Nazionale di Lavoro di categoria. Per volontà della Federazione della Stampa sono state realizzate le prime forme assistenziali di settore, che hanno portato al riconoscimento contrattuale e alla costituzione di un Istituto Nazionale di Previdenza per i Giornalisti Italiani, cosi come nel dopoguerra, grazie all’azione politica della Federazione, è stato possibile dare riconoscimento legislativo all’ordinamento professionale, favorire la nascita di forme assistenziali e previdenziali di settore, ma soprattutto intervenire per garantire il rispetto della libertà di stampa, quale istituto fondamentale dello stato democratico. Non a caso, allorché il fascismo conquistò il governo del Paese si pose tra i suoi principali obiettivi quello di controllare le Associazioni territoriali e la Federazione Nazionale della Stampa. Pagine importanti nella storia dell’Italia sono state scritte tra il 1923 e il 1925 dalle libere organizzazioni giornalistiche per difendersi dall’ “assalto” del fascismo. Sempre, attraverso le libere elezioni, il tentativo fascista fu sconfitto, ma nel 1925, grazie all’intervento dei prefetti, quasi tutte le Associazioni Regionali di Stampa furono commissariate e alla fine dell’anno la Federazione cadde definitivamente nelle mani del fascismo, che l’anno successivo la abolì. Con la costruzione dello stato corporativo la rappresentanza dei giornalisti fu affidata per i successivi diciotto anni al Sindacato Nazionale Fascista dei Giornalisti, organo di Stato rigidamente controllato dal regime. All’indomani della diffusione della notizia, trasmessa dalla radio nel pomeriggio del 25 luglio 1943 della caduta del fascismo e dell’affidamento della responsabilità del governo al maresciallo Pietro Badoglio, il pensiero dei giornalisti italiani fu quello di riunirsi, nelle prime ore del 26 luglio a Palazzo Marignoli a Roma, per formalizzare con un documento sottoscritto da tutti i presenti che era finalmente rinata a liberi e democratici ordinamenti la Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Si trattava, in quel momento, di un atto simbolico ma altamente rappresentativo della volontà del giornalismo italiano di riacquistare le sue istituzioni soppresse dalla dittatura. Artefice della ricostituzione federale fu il collega Leonardo Azzarita, che già aveva ricoperto incarichi nelle strutture rappresentative giornalistiche del prefascismo. L’impegno personale di Azzarita, che sarà sino alla fine degli anni ’50 consigliere delegato della Federazione, assicurò una ripresa dell’attività federale su tutti i campi: da quello della tutela del lavoro, a quello della difesa della libertà di stampa e della riaffermazione del suo valore ineludibile nel testo costituzionale. Il primo presidente della rinata Federazione fu Ivanoe Bonomi, cui seguirono nomi prestigiosi del giornalismo e della cultura italiana, come Luigi Salvatorelli, Alberto Bergamini, Vittorio Emanuele Orlando, Alessandro Casati, Mario Missiroli, per citarne soltanto alcuni. Nel solco di quelle premesse rifondative, la Federazione della Stampa ha continuato, in tutto questo settantennio, a rimanere fedele al mandato della difesa della libertà e della democrazia, che quei fiduciosi colleghi vollero assumersi come impegno e bandiera del giornalismo italiano all’alba di quel caldo 26 luglio di 70 anni fa.
70° Anniversari,il Presidente del Senato, Pietro Grasso, alla Fnsi: stima profonda per il ruolo importante che svolgete
In occasione del 70° anno dalla rinascita della Fnsi dopo la dittatura fascista, che ne aveva ordinato la soppressione, il Presidente ed il Segretario generale della Fnsi, Giovanni Rossi e Franco Siddi, hanno ricevuto dal Presidente del Senato, Pietro Grasso, il seguente messaggio:
“Vi ringrazio per l'invito alla seduta straordinaria della Giunta esecutiva con le Associazioni regionali di stampa in occasione del 70° Anniversario della rinascita della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Concomitanti impegni non mi consentono di essere tra voi, ma vi prego di ritenermi idealmente presente. L'incontro costituirà certamente un'occasione preziosa per ricordare l'importanza di questo organismo rappresentativo unico e unitario dei giornalisti, ricostituito all’indomani della caduta del fascismo, con un atto che era innanzitutto teso a ribadire il fondamentale e imprescindibile binomio tra attività giornalistica e libertà dell’individuo. L'informazione è una componente fondamentale di ogni democrazia sana, ne promuove la crescita culturale e il progresso, ne garantisce il pluralismo. A voi tutti va la mia stima più profonda per la passione e l'attenzione con la quale svolgete il vostro lavoro, a volte difficile, problematico, esposto a critiche, ma che è di importanza fondamentale per i cittadini, per le istituzioni e per la nostra Repubblica”.
L'INTERVENTO DEL SEGRETARIO FRANCO SIDDI
“ Il 26 luglio del 1943 è una data fondativa, la seconda della sua storia, per l’autonomia e l’unità, nel pluralismo, del Sindacato dei Giornalisti Italiani, la Federazione Nazionale della Stampa che era stata costituita 45 anni prima nel 1908. Alle nove di quella giornata di 70 anni fa, a Roma, infatti 25 giornalisti ricostituirono formalmente la Fnsi libera e unitaria dopo 18 anni di interruzione della sua attività decretata dal regime fascista. Fu la prima associazione di cittadini e lavoratori a rinascere solo poche ore dopo la caduta di Mussolini. Un atto che oggi è molto più di un simbolo per una ricorrenza celebrativa. È un segno distintivo permanente di un’organizzazione che non ha mai perso il suo carattere centrale di presidio della professione giornalistica come essenza delle libertà democratiche e civili, attraverso l’impegno per la libertà di stampa”. Così il Segretario della Fnsi, Franco Siddi, ha introdotto la seduta straordinaria della Giunta esecutiva e della consulta della Associazioni di Stampa dedicata oggi alla celebrazione del 70° anniversario della rinascita del Sindacato dei Giornalisti a “liberi e democratici ordinamenti”, come ben ricorda nella sua nota storica lo studioso e attuale direttore della Federstampa, Giancarlo Tartaglia. (vedasi nota specifica). “Il ricordo dell’azione di violenta soppressione delle Associazioni Regionali di Stampa e della Fnsi voluta nel 1926 dal fascismo, la costituzione all’estero, in Francia dell’Unione dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola”, negli anni delle epurazioni e degli oppositori costretti all’esilio, è l’anima di un’opera per la libertà e la tutela morale dei giornalisti che non si era comunque mai spenta e sulla quale – ha ripreso il Segretario della Fnsi- con naturale sollecitudine, il 26 luglio del 1943 poté rinascere subito la Fnsi. Uomini e giornalisti di grandi principi e valori, provati da dure conseguenze anche familiari per le violenze del regime – da Leonardo Azzarita a Tommaso Monicelli, Alberto Bergamini, un giovane Giorgio Amendola (che perse il padre Giovanni, ucciso per le bastonate degli squadristi) appena appresa la notizia della caduta di Mussolini furono artefici di un atto ricostitutivo fondamentale anche per i successivi passaggi di costruzione dell’ordinamento democratico del Paese. L’obiettivo centrale della libertà di stampa e della promozione di un lavoro professionale tutelato con il contratto collettivo e con gli istituti specifici di garanzia come la previdenza autonoma del settore (e più tardi l’Ordine professionale e ancora negli anni a venire la Casagit e il Fondo Pensione Complementare) rimangono i cardini di una storia sociale, sindacale e organizzativa vissuta al presente con un rinnovo di passione civile che trae energia da una storia grande, sofferta e da inarrivabili testimonianze. Oggi il dovere – ha concluso Siddi - è quello di non lasciare in solitudine i giornalisti in difficoltà di promuovere solidarietà nell’identità professionale, di non arrendersi mai alle incursioni e alle invadenze improprie contro l’esercizio della libera stampa”. L’omaggio del Presidente del Senato, Pietro Grasso (vedasi altro comunicato odierno), le parole del Presidente della Fnsi, Giovanni Rossi a sottolineare il “rapporto profondo dei giornalisti con la propria organizzazione sindacale” sono il sigillo di una giornata vitale per la Fnsi nella sua continuità storica”.