La tesi di laurea di uno studente dell’ Università di Padova analizza il modo con cui i giornali italiani hanno raccontato i 150 anni dell’ Unità, scoprendo che, a parte qualche ‘’insufficienza’’ (Manifesto, Dolomiten, Libero, Foglio), le altre testate hanno affrontato l’ evento con estrema serietà ed impegno – Compreso il quotidiano della Lega, che, pur avanzando dubbi sull’ importanza delle celebrazioni, ha offerto una informazione in ogni caso ‘’utile per avviare un dibattito e un confronto’’
– Una sorpresa è venuta anche dal fatto che testate ipoteticamente più ‘’nazionaliste’’, come Libero e Giornale, si sono rivelate invece piuttosto tiepide e disattente rispetto al compleanno della Nazione, mentre Repubblica e Unità hanno garantito un’ informazione più lineare e duratura, privilegiando cultura e approfondimenti – Altre sorprese da Avvenire e Gazzetta dello Sport
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Giornalismo digitale
I social media stanno uccidendo il giornalismo online?
Una ricerca di ‘Experian Hitwise’ mostra che solo un ventesimo del tempo passato in internet dagli internauti britannici viene dedicata all’ informazione giornalistica – Cioè tre volte meno di quello dedicato all’ intrattenimento e quasi cinque volte meno del tempo passato su Facebook e gli altri network
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Internet fonte sempre più rilevante di informazione locale
Uno studio del Pew Internet & American Life Project, diffuso ieri, indica come negli Stati Uniti la Rete è diventata per le notizie su alcuni temi di di interesse locale la fonte più utilizzata e che sta avvicinandosi sempre di più a quotidiani e tv
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Cresce il distacco dai quotidiani per i giovani Usa
La recente ricerca del Pew Research Center su internet e l’ informazione locale ha rilevato, fra le altre cose, una frattura allarmante fra i giovani e gli anziani sul valore assegnato ai quotidiani come fonti di informazione sulle proprie comunità
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Su Lsdi la traduzione integrale di ”The story so far”
Un unico file Pdf con il testo integrale di ‘’Giornalismo digitale: lo stato delle cose’’, la traduzione della Ricerca della Columbia che nelle settimane scorse avevamo pubblicato a puntate
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Media e potere
I laburisti vogliono un albo dei giornalisti. Un’ idea ‘’stupida’’ e di sapore sovietico?
La proposta del ministro-ombra della cultura UK, il laburista Ivan Lewis, volta a creare un registro dei giornalisti, in modo da poter cancellare dall’ elenco quelli che si rendessero colpevoli di grosse violazioni al codice di condotta professionale, è stata accolta da molte critiche – In particolare Cory Doctorov la definisce ancora più insana dei tradizionali ‘’tesserini da giornalista’’ rilasciati nelle nazioni totalitarie, mentre Tom Chivers sul Telegraph chiede: e i blog? E Twitter? Non bisognerebbe fare solo un albo dei giornalisti ma anche un albo delle fonti giornalistiche, e decidere quando un blog diventa troppo ‘’informativo’’ per continuare a vivere senza supervisione governativa – E a questo punto saremmo pericolosamente vicini a un regime di approvazione governativa per tutte le fonti dei media. Che sa un po’ di Soviet
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La precarietà come base del capitalismo contemporaneo
Con ‘’L’ Eclissi, Dialogo precario sulla crisi della civiltà capitalistica’’, Francesco Bifo Berardi e Carlo Formenti affrontano il tema dell’evoluzione tecnologica ai tempi del Web 2.0 mettendone in luce le implicazioni economiche, politiche, sociali – Dalla galassia Facebook, che ha reso la dimensione relazionale così veloce e vasta da farla divenire paradossalmente impossibile, al fenomeno WikiLeaks, che ha squarciato il velo di Maya della net-neutrality, fino alla discussione su democrazia e Internet, e alla questione della governance economica globale nell’attuale fase post-neoliberista
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Tunnellgelmini, come i cittadini conquistano spazi di giornalismo tradizionale
L’ ironia, la potenza di connessione e la visibilità permessa dall’uso degli #hashtag su Twitter segnano nuove strade con cui i media mainstream si relazionano con i contenuti web – Giovanni Boccia Artieri: ’i media inglobano l’uso tattico dei tweet dandogli voce, amplificandolo, e allo stesso tempo riconducendolo all’interno delle logiche informative dei media stessi’’, ma alla fine tutti questi fenomeni rappresentano ‘’il tentativo di riprendere nelle nostre mani la narrazione, il racconto di quello che proviamo a vivere nel nostro Paese’’
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La trasparenza dei dati, un obbiettivo vincente
Alistair Croll, co-fondatore di Year One Labs, società specializzata nel lancio di startup, ed analista di Bitcurrent, focalizza l’attenzione sulla qualità del dato (True Data) piuttosto che sulla quantità (Big Data). In un intervento su PaidCOntent.org Croll evidenzia le difficoltà nel maneggiare i dati e la necessità di fruire di dati effettivamente reali, e non inquinati (per malizia, per omissione o per caso) alla fonte. Ecco il suo articolo
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La professione
Il giornalismo che ci dice da che parte stare
Come e quando è accaduto che la notizia, invece di essere uno strumento di informazione, sia diventata uno strumento per amministrare una comunità di lettori e promuovere ‘’una società cristallizzata in tifoserie avversarie’’? Interrogativo chiave di questi tempi, a cui cerca di rispondere un saggio che Federica Sgaggio ha pubblicato con Minimum Fax: ‘’Il paese dei buoni e dei cattivi. Perché il giornalismo, invece di informarci, ci dice da che parte stare’’
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Twitter, uno strumento sempre più diffuso fra i giornalisti britannici
Cresce sempre di più, in maniera significativa, l’ impatto dei social media sulla costruzione e la diffusione delle notizie, tanto che Twitter nella stampa britannica sta diventando uno strumento di massa: lo dimostra una recente analisi condotta da Precise, una società specializzata nell’ analisi dei media, su oltre un milione di tweet pubblicati da 3.700 giornalisti
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La Rete
Messico, dove le reti sociali servono a salvare la pelle
La brutale esecuzione di una giornalista di 39 anni,sequestrata e decapitata per aver diffuso su Twitter informazioni sui narcotrafficanti, ha portato in luce l’ uso massiccio che i cittadini messicani fanno dei social network come forme di difesa nei confronti del crimine – ‘’I social media stanno riempiendo il vuoto lasciato dalla stampa ufficiale’’, osserva un ricercatore del Mit, aggiungendo: ’In molte regioni, sia la stampa che lo stato sono debolissimi, mentre le organizzazioni criminali diventano sempre più forti e, in qualche caso, stanno cominciando a rimpiazzare il potere pubblico’’
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