Fissare un tetto alla raccolta pubblicitaria delle tv serve a tutelare ''non solo la concorrenza, ma anche il pluralismo''. Il giorno dopo l'affondo del presidente dell'Antitrust Catricalà contro il limite del 45%, il ministro delle Comunicazioni Gentiloni si chiama fuori dalle polemiche (''Sarebbero fuori luogo''), ma difende l'impianto della sua legge, alla luce delle ''posizioni dominanti'' che viziano il sistema italiano.
E fonti di Palazzo Chigi in serata precisano: ''È falso che il ddl Gentiloni ponga un tetto alla crescita del fatturato di qualunque azienda operi sul mercato pubblicitario''. Ma la Cdl insiste: il ddl va ritirato, dice il presidente della Vigilanza Landolfi. Spiazzata da Catricalà, l'Unione invita al confronto nel merito, in Parlamento. E domani si annuncia un nuovo round, con l'audizione dello stesso Garante in commissione Cultura e Trasporti alla Camera. Che in Italia ci sono ''le posizioni dominanti lo sanno anche i bambini'', dice il ministro, e lo hanno riconosciuto a più riprese ''la Corte Costituzionale, l'Antitrust e l'Autorità per le Comunicazioni''. Posizioni dominanti che in tv ''pongono un problema di concorrenza, ma anche di pluralismo''. Non a caso ''in tutti i Paesi liberi, perfino negli Stati Uniti, ci sono limiti antitrust nel settore''. In Italia i tetti hanno avuto sì vita difficile, ma c'erano, ''sia al numero di reti, sia al fatturato, e quindi alla pubblicità'', ricorda Gentiloni, citando il 30% alle risorse fissato dalla legge Maccanico dieci anni fa. ''Poi la Gasparri li ha eliminati'', o meglio li ha lasciati 'annegare' nel ''mare magnum del Sic. Penso che il Parlamento in questa legislatura li reintrodurrà''. L'opposizione resta sulle barricate: se il leader FI Berlusconi ribadisce che la proposta di riforma è frutto di ''odio politico'', l'ex ministro Gasparri è convinto che le parole di Catricalà ''seppelliscano il tentativo di vendetta del governo nei confronti del sistema radiotelevisivo''. Landolfi propone di ritirare il ddl e di aspettare l'esito della consultazione pubblica sulle linee guida di riforma della Rai per presentare un unico progetto di legge. Forza Italia difende Catricalà e anche l'Udc invita a riflettere sui rilievi dell'Antitrust. ''Sorpresa'', invece, negli ambienti dell'Unione. I responsabili informazione dei Ds Cuillo e della Margherita Lusetti trovano ''singolare'' che Catricalà si esprima ''a favore di situazioni di concentrazione e di monopolio''. Dichiarazioni ''in contraddizione - nota, ancora dalla Quercia, Giulietti - con le conclusioni dell'Antitrust, dell'Agcom e con alcune affermazioni dello stesso Catricalà''. Più duro il segretario della Fnsi Serventi Longhi, che giudica ''scandaloso'' l'intervento del numero uno dell'Antitrust. A Catricalà, la maggioranza ricorda che il confronto si fa in Parlamento. ''Mi auguro che si passi dai fuochi d'artificio a un confronto nel merito'', sintetizza Gentiloni. ''Il nostro obiettivo è e rimane approvare una buona legge'', sottolinea il Ds Meta, presidente della commissione Trasporti e relatore del disegno di legge, che bolla come ''indebita forzatura'' l'iniziativa del Garante. L'altro relatore, il presidente della commissione Cultura Folena, rilancia l'idea di abbassare il limite antitrust al 40%. Per Catricalà - che ascolterà domani mattina nella seduta congiunta delle due commissioni - l'esponente del Prc ha già pronta una domanda: ''Come mai l'Autorità Antitrust critica una legge antitrust?''. (ANSA)