Diffamazione 29 Ott 2014
Diffamazione, bene no carcere, male 'bavaglino' di multe
Forte impegno della Fnsi per correggere il ddl alla Camera
“Pare proprio non ci sia verso per fare una legge che fino in fondo sorregga la libertà di stampa, il diritto dei cittadini alla piena informazione senza condizionamenti impropri. Bene la cancellazione del carcere per i giornalisti, malissimo il bavaglino delle mega multe e delle norme restrittive per il web. Il testo di legge votato oggi dal Senato, sulle regole e le pene sulla diffamazione a mezzo stampa risolve alcuni problemi di compatibilità europea, ma introduce nuovi gravami che rischiano di silenziare buona parte dell’informazione e gli operatori più deboli, come i new media non sostenuti da grandi imprese, i giornalisti freelance e i cronisti di territorio.
“Pare proprio non ci sia verso per fare una legge che fino in fondo sorregga la libertà di stampa, il diritto dei cittadini alla piena informazione senza condizionamenti impropri. Bene la cancellazione del carcere per i giornalisti, malissimo il bavaglino delle mega multe e delle norme restrittive per il web. Il testo di legge votato oggi dal Senato, sulle regole e le pene sulla diffamazione a mezzo stampa risolve alcuni problemi di compatibilità europea, ma introduce nuovi gravami che rischiano di silenziare buona parte dell’informazione e gli operatori più deboli, come i new media non sostenuti da grandi imprese, i giornalisti freelance e i cronisti di territorio.
E’ sicuramente una svolta la cancellazione del carcere per i giornalisti – motivo di diverse condanne dell’Italia dalla Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo – e l’introduzione di una norma che finalmente parla di querele temerarie, anche se è incomprensibile attribuire al giudice solo la facoltà e non l’obbligo di procedere contro chi le propone stabilendo, in questo caso, il pagamento di una somma non specificata. Allo stesso modo assolutamente insoddisfacente è l’obbligo di rettifica che vieta qualsiasi commento. Il rischio di vedere pubblicate in questo caso altre verità per nulla certificate, ma non contestabili, magari con richiesta di rettifica provenienti da ambienti malavitosi e di o da qualche potere prepotente è evidente. Allo stesso modo le pesanti multe introdotte e l’obbligo di celebrare i processi nei tribunali dell’area di residenza dei querelanti, rischia di stroncare sul nascere qualsiasi attività di informazione diffusa degli organi meno forti economicamente, soprattutto i piccoli ma incisivi giornali on line che non avrebbero neanche la possibilità di difendersi adeguatamente. Altra norma contradditoria è quella del diritto all’oblio che nulla deve avere a che vedere con una legge che deve garantire il libero e responsabile esercizio dell’attività di informazione quale bene pubblico di tutti i cittadini. La Fnsi ringrazia coloro che si sono battuti fino in fondo per una legge giusta e per la libertà, ma non può apprezzare certi scambi che la ragion politica ha imposto come il ritiro di alcuni emendamenti liberali di norme che hanno un indirizzo punitivo se non vendicativo. La Fnsi resta impegnata perché le storture più evidenti che danneggiano quanto di buono è stato fatto (in questo caso solo per superare la sanzione dell’Unione Europea) siano corrette dalla Camera dove ora dovrà ritornare il testo approvato oggi dal Senato”. Roma, 29 ottobre 2014
DDL DIFFAMAZIONE, MULTE A TESTATE WEB, STOP CARCERE
DIRITTO A OBLIO. STRETTA A "QUERELE TEMERARIE". DOMANI VOTO SENATO
Stop al carcere per i giornalisti, introduzione del diritto dall'oblio oltre a quello di rettifica ed estensione delle sanzioni pecuniarie anche per le testate online. Sono questi alcuni dei punti principali del ddl sulla diffamazione a mezzo stampa sul quale domani l'Aula del Senato voterà dopo aver approvato, oggi, tutti e 5 gli articoli del provvedimento (poi il ddl tornerà alla Camera). Sul testo, già modificato in commissione Giustizia, oggi l'Aula ha dato l'ok anche ad alcuni emendamenti, tra i quali uno presentato dal M5S, con il parere favorevole del Governo, inerente proprio all'estensione delle multe anche per le testate online. Ecco i punti principali del provvedimento.
STOP CARCERE PER I GIORNALISTI. È forse la novità principale del provvedimento che, sostituisce, per chi diffama a mezzo stampa, la pena detentiva con una sanzione pecuniaria fino a 10mila euro. Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato falso, la cui diffusione sia avvenuta con la consapevolezza della sua falsità, la multa va dai 10 ai 50mila euro. La rettifica, se conforme a quanto prevede il testo, sarà valutata dal giudice come causa di non punibilità sia per il direttore responsabile sia per l'autore dell'offesa.
L'interdizione da uno a sei mesi dalla professione, con un emendamento approvato oggi in Aula, è prevista solo nei casi di recidiva reiterata.
RETTIFICA. Il direttore o, comunque, il responsabile deve pubblicarla gratuitamente, entro due giorni dalla ricezione della richiesta, senza risposta, senza commento e senza titolo e menzionando titolo, data e autore dell'articolo da rettificare.
L'obbligo di rettifica vale per quotidiani, periodici, agenzie di stampa, nonché nelle testate giornalistiche online, che invieranno la rettifica agli utenti che hanno avuto accesso alla notizia cui si riferiscono. La rettifica non va pubblicata se hanno contenuto suscettibile di incriminazione penale o se sono documentalmente false.
DIRITTO ALL'OBLIO. Fermo restando la rettifica l'interessato puo' chiedere ai siti internet e ai motori di ricerca l'eliminazione dei contenuti diffamatori o dei dati personali trattati in violazione della legge. In caso di rifiuto lo stesso puo' chiedere al giudice di ordinare la rimozione.
'QUERELE TEMERARIE'. Tra gli emendamenti approvati oggi anche quello che scoraggia le querele temerarie. La modifica, a firma di Felice Casson e sul quale la relatrice Rosanna Filippin (Pd) ha chiesto e ottenuto una riformulazione prevede che, su richiesta del convenuto, il giudice, con la sentenza di rigetto, possa condannare al pagamento di una somma (non specificata) in via equitativa chi ha agito in sede di giudizio in malafede o con colpa grave. Ugualmente, il giudice puo' condannare ad un risarcimento 'equitativo' il querelante, se risulta la temerarietà della querela.
RESPONSABILITÀ DIRETTORE. Fuori dei casi di concorso con l'autore del servizio, il direttore o il suo vice non rispondono piu' "a titolo di colpa" a meno che il delitto non sia conseguente alla violazione dei doveri di vigilanza della pubblicazione. La pena è in ogni caso ridotta di un terzo mentre è esclusa la pena accessoria dell'interdizione dalla professione. (di Michele Esposito) (ROMA, 28 OTTOBBRE - ANSA)
LEGGE EDITORIA E GIORNALISMO: APPELLO DELL’USGI ALLA REGGENZA PER RIAPRIRE IL CONFRONTO
Occorre riaprire subito un confronto urgente sul progetto di legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione, previsto in approvazione in seconda lettura nel corso dei lavori del Consiglio Grande e Generale che riprenderanno domani e proseguiranno per tutta la settimana.
È quanto chiede con forza l’Unione sammarinese giornalisti e fotoreporter, rimarcando come già da prima della discussione del progetto di legge nella Commissione consiliare Affari esteri del 30 aprile scorso, non ci sia più stata alcuna disponibilità al dialogo da parte della Segreteria di Stato. Richiesta invece reiterata dall’USGI prima del passaggio in commissione a fine agosto nonostante le problematiche sollevate.
A tutt’oggi infatti, il testo che viene presentato per la seconda lettura, contiene ancora disposizioni che l’USGI ritiene altamente lesive dell’autonomia del giornalista e di palese ingerenza della politica nello svolgimento della professione. Il riferimento è all’Autorità Garante istituita all’articolo 6 a cui viene affidato anche il compito di comminare le eventuali sanzioni deontologiche ai giornalisti.
Ma sono anche altre le problematiche che rimangono irrisolte in una legge che seppur consente di introdurre alcuni elementi di certezza nello svolgimento della delicata professione di giornalista e degli operatori dell’informazione, rischia di subordinarne alla politica l’autonomia e la professione stessa.
Curioso, ad esempio, constatare che nella relazione di maggioranza in cui si sostiene l’approvazione della legge, si faccia riferimento a questioni, come il diritto all’oblio, che assolutamente non vengono affrontate nell’articolato della legge.
Tale progetto di legge quindi, necessita di ulteriori approfondimenti e meriterebbe una condivisione più ampia possibile, andando infatti a normare un aspetto delicato e fondamentale dello stesso vivere democratico del paese.
Eppure si registrano forti contrarietà, espresse da forze di opposizione, associazioni di categoria e sindacali.
L’USGI rivolge dunque un appello a tutto il Consiglio Grande e Generale e agli Eccellentissimi Capitani Reggenti affinché si sospenda l’iter consiliare per riprendere immediatamente il confronto e cercare di raggiungere la più ampia condivisione possibile su una norma estremamente importante, ben lungi, al momento, dal migliorare le condizioni di chi svolge questa professione e dei cittadini che ne usufruiscono. Da
http://www.smtvsanmarino.sm/ di domenica 26 ottobre 2014
DIFFAMAZIONE: IL TESTO STENOGRAFICO E GLI ARTICOLI APPROVATI IL 28 E 29 OTTOBRE 2014 AL SENATO (Formato Pdf)
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