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Fnsi 28 Feb 2005

Diffamazione, David Sassoli: «Onorevoli giornalisti, che delusione!»

Diffamazione, David Sassoli: «Onorevoli giornalisti, che delusione!»

Diffamazione, David Sassoli: «Onorevoli giornalisti, che delusione!»

Non solo anchorman e giornalista Rai. David Sassoli, da qualche mese, è presidente dell'Associazione Stampa Romana e, da bravo sindacalista, si sta spendendo per difendere la professione su diversi fronti, primo quello della diffamazione. Ti sei fatto un'opinione della legge sulla diffamazione a mezzo stampa? Per com'è il testo ora, la considero punitiva ed intimidatoria: prefigura una responsabilità editoriale che colpisce solo le tasche dei giornalisti. E che, lo sottolineo, ha esclusivamente uno scopo intimidatorio. Trovi che il dibattito in Senato stia peggiorando la situazione? II dibattito al Senato ha messo in luce un'idea solo punitiva del provvedimento. E le differenze tra destra e sinistra sono minime. Anzi, in certi casi l'opposizione ha chiesto pene ancora più severe. A partire dal mio amico Giuseppe Ayala, che chiede un inasprimento delle pene. Questo è assolutamente gratuito e grave. C'è qualcosa che ti indigna, in particolare? Di fronte a una cosa del genere mi scandalizzo soprattutto per il fatto che molti parlamentari che hanno la tessera del sindacato dei giornalisti, che esercitano la professione e sono iscritti all'ordine non sentano il bisogno di ribellarsi. Questo, sia a destra che a sinistra: il dibattito parlamentare ha messo in luce una unità trasversale contro la categoria dei giornalisti. Salvo interventi presidenziali di clemenza, modello Jannuzzi. Certo, ma serve altro. Sarebbe opportuno che i giornalisti in parlamento si esprimessero in modo chiaro e tondo. Molti hanno diretto giornali, altri sono stati inviati importanti: si spendano per la loro categoria. Lo fanno per tante lobby, non si capisce perché non lo debbano fare su questioni di principio. E' vero che state pensando a una sorta di assicurazione per i giornalisti? E' una forma di resistenza. Se questo testo dovesse passare, dobbiamo pensare a tutelare l'attività giornalistica. In fondo, altre categorie lo fanno. Certo: i medici, i magistrati. Tutto quello che diventa punitivo e tocca le tasche delle persone deve avere come contraltare una forma di tutela. Solo per difendersi in qualche maniera. Per il momento, però, siamo ancora a livello di provocazione, non di proposta concreta... Una provocazione, si. Ma non sarebbe male se cominciassimo a far studiare a qualche legale specifiche forme di polizza. D'altra parte, le cause civili che vengono fatte dai parlamentari contro i giornalisti godono spesso di grandi corsie preferenziali, mentre le cause che vengono fatte dai giornalisti ai parlamentari si arenano il più delle volte nell'immunità parlamentare. Anche questo dovrebbe far riflettere. FRANCESCO LENER ( Da .Com del 25 febbraio 2005)

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