In redazione lo ricordano per il suo stile quasi anglosassone e la sua ironia. Se in questo mestiere non ci si diverte meglio cambiare, diceva. E la sua vena traspare negli articoli e nei corsivi che hanno raccontato il Novecento, dalla Prima Repubblica, a Mani Pulite, fino agli ultimi venti anni. Sì, perché Nello Ajello, morto a Roma a 82 anni, è rimasto attivo fino all’ultimo. Lo ha stroncato un tumore, poche settimane dopo la morte della moglie Giulia.
Lascia i figli Elvira e Mario.
Giornalista e scrittore, il suo nome è legato inscindibilmente a La Repubblica, quotidiano per il quale ha scritto di politica e cultura. Dall'89 al '91 diresse anche il supplemento culturale Mercurio.
Napoletano di nascita, muove i primi passi nella rivista Nord e Sud, va a Torino a lavorare per l’Olivetti, quindi la collaborazione con Il Mondo di Mario Pannunzio. Da lì l’esperienza all'Espresso, settimanale di cui diventa condirettore con Livio Zanetti, per poi passare a scrivere per il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Gli ultimi articoli hanno raccontato, in occasione del 70mo anniversario, il 25 luglio 1943.
Si definiva un giornalista culturale, colto ma sempre attento alla notizia. “Un giornale -scrisse - è per definizione quanto di più pragmatico e di meno protocollare esista anche quando ospita temi culturali. Incenso e gloria: ecco due ingredienti che mi piacerebbe non figurassero in queste pagine” Nel 1981 si aggiudica il Premio Saint Vincent per il giornalismo e nel 2006 il Premio Letterario città di Palmi. Il suo nome è infatti legato anche alla saggistica. "Intellettuali e PCI.
1944-1958" e "Il lungo addio. Intellettuali e PCI dal 1958 al 1991", entrambi editi da Laterza, raccontano in maniera dettagliata e arguta un pezzo di storia del Partito Comunista Italiano.
Sempre edito da Laterza, nel 2006, è "Illustrissimi.
Galleria del Novecento": un album di articoli, interviste e profili critici, ricco -come diceva lui stesso -di aneddoti, indiscrezioni, malignità, oltre che di “affetti e sorrisi” rubati. In "Taccuini del Risorgimento", Ajello si immerge invece nell’800, anche qui non con il piglio dello storico, ma del giornalista che ama raccontare. Con Garzanti scrive "Lezioni di giornalismo" nel 1985 e "Italiani di fine regime" nel 1993. Il libro-intervista con l’amico Alberto Moravia, suo grande amico, fu adottato nei corsi universitari di Lettere. E’ possibile parlare dei potenti “senza sussiego” Si chiedeva. Lui ci provava e ci riusciva nei suoi corsivi, che hanno accompagnato la sua carriera. Lì mostrava tutta la sua vena ironica, la creatività nel trovare nomignoli e similitudini storiche. Il corsivo - diceva - “nasconde l'animosità dietro l'ironia” (ANSA) (ROMA, 11 AGOSTO - ANSA)
MORTO AJELLO: SIDDI, DA LUI LEZIONE INDELEBILE DI LIBERTÀ
"Nel tempo dell'informazione consumata come un piatto a un fast food, il giornalismo colto e brillante di Nello Ajello risplende di luce perenne". Lo dichiara il segretario della Fnsi, Franco Siddi.
"Giornalista di eccellenza, intellettuale di prim'ordine, Nello Ajello, scomparso oggi a 82 anni - dice ancora il segretario Fnsi -, lascia una testimonianza rilevante di un giornalismo capace di promuovere cultura e conoscenza, di coniugare in maniera lieve e mai banale notizia e saperi. Dalla notizia alla profondità della cose, della vita, della politica, della cultura politica. Dal Mondo, all'Espresso, a Repubblica, ai saggi per Laterza di cultura politica e di profonda analisi di quella comunista nel rapporto con gli intellettuali, lascia una lezione umana e professionale indelebile di libertà, autorevolezza e sapienza critica. L'ironia colta dei corsivi è una dote di rara qualità espressiva che parla con finezza a tutti di cose e personaggi della complessità".
"Oltre i suoi scritti e la sua lezione professionale (che conta anche un eccellente volume di "Lezioni di giornalismo" più che mai attuale) - prosegue Siddi -, c'è oggi una leva di giornalisti di valore cresciuti accanto al grande collega, nei giornali in cui ha lavorato come nella sua famiglia. Al figlio e nostro collega Mario, alla figlia Elvira e a tutti i famigliari il profondo cordoglio dei giornalisti della Federazione Nazionale della Stampa Italiana". (ROMA, 11 AGOSTO - ANSA)
NELLO AJELLO: SIDDI, IL SUO ERA GIORNALISMO COLTO E BRILLANTE
"Nel tempo dell'informazione consumata come un piatto a un fast food, il giornalismo colto e brillante di Nello Ajello risplende di luce perenne". Così Franco Siddi, segretario della Fnsi, esprime il cordoglio suo e della Fnsi per la morte di Ajiello, scomparso oggi all'età di 83 anni.
"Giornalista di eccellenza, intellettuale di prim'ordine, lascia una testimonianza rilevante di un giornalismo capace di promuovere cultura e conoscenza, di coniugare in maniera lieve e mai banale notizia e saperi. Dalla notizia alla profondità della cose, della vita, della politica, della cultura politica".
Siddi ricorda che "dal Mondo, all'Espresso, a Repubblica, ai saggi per Laterza di cultura politica e di profonda analisi di quella comunista nel rapporto con gli intellettuali, Ajello lascia una lezione umana e professionale indelebile di libertà, autorevolezza sapienza critica. L'ironia colta dei corsivi è una dote di rara qualità espressiva che parla con finezza a tutti di cose e personaggi della complessità. Oltre i suoi scritti e la sua lezione professionale (che conta anche un eccellente volume di 'Lezioni di giornalismo' più che mai attuale), c'è oggi una leva di giornalisti di valore cresciuti accanto al grande collega, nei giornali in cui ha lavorato come nella sua famiglia". (ROMA, 11 AGOSTO - AGI)
AJELLO: NAPOLITANO, PERDO AMICO, SUE ANALISI LASCIANO SEGNO
''Apprendo con sincera commozione, nel segno di un'antica amicizia, la dolorosa notizia della scomparsa di Nello Ajello a breve distanza dalla morte della sua consorte Giulia''. Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
''Il ruolo così fortemente ed efficacemente svolto da Ajello si è collocato al confine tra giornalismo, cultura e politica.
Le sue analisi critiche sulle politiche culturali, anche e in particolare del Pci, hanno lasciato il segno per la loro accuratezza e acutezza. Rilevante è stato il suo contributo alla qualificazione e alla crescita della casa editrice Laterza in un rapporto di stretta vicinanza con l'indimenticabile Vito. E non minore è stato il suo apporto puntuale e brillante alla nascita e allo sviluppo del quotidiano 'La Repubblica'. In questo spirito partecipo affettuosamente al cordoglio dei figli e di tutto il mondo giornalistico ed editoriale'', conclude Napolitano. (ROMA, 11 AGOSTO - ANSA)
MORTO AJELLO: ORLANDO E GIULIETTI, ERA COLTO E LIBERO
Mario Ajello era un giornalista colto, libero, ironico, distante da ogni forma di 'servile encomio' e di oltraggio postumo, verso poteri e potenti di tutto": così Federico Orlando e Beppe Giulietti, presidente e portavoce di articolo 21, ricordano il giornalista scomparso a Roma a 82 anni.
"La sua penna - prosegue la nota - ha saputo cogliere i lati oscuri o meno illuminati della storia e della cronaca nazionale e non solo. Senza indulgere in atteggiamenti declamatori è sempre stato un fiero sostenitore della autonomia professionale e per questo ha contrastato ogni forma di bavaglio, ma anche di auto bavaglio. Per queste ragioni articolo 21 si associa al lutto dei suoi familiari, dei figli Elvira e Mario, di quanti lo hanno avuto come amico e collega di tante avventure umane ed editoriali". (ROMA, 11 AGOSTO - ANSA)