È morto Stefano Rodotà, noto giurista, politico, accademico, profondo conoscitore della Costituzione e strenuo difensore dei diritti civili. Nato a Cosenza il 30 maggio 1933, aveva 84 anni.
Editorialista e saggista, dal 1997 al 2005 è stato il primo presidente del Garante per la protezione dei dati personali. Nel 2013 Rodotà è stato candidato, non eletto, a presidente della Repubblica, sostenuto da Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia Libertà e alcuni parlamentari del Pd.
Ha insegnato in molte università europee, negli Stati Uniti, in America Latina, Canada, Australia e India, dedicando i suoi studi soprattutto all'ambito del diritto costituzionale, con riferimento al rapporto tra i diritti costituzionali fondamentali e quelli relativi alle tecnologie dell'informazione.
Era componente della Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet, istituita nel 2014 dalla presidente della Camera Laura Boldrini, che ha portato all'elaborazione della Dichiarazione dei diritti in Internet.
Una delle sue ultime battaglie, portata avanti insieme con alcuni giornalisti, ha riguardato la delega al governo in materia di intercettazioni, «una delega in bianco - disse in Fnsi alla presentazione della petizione online "No bavaglio", di cui fu primo firmatario - che esautora il parlamento delle sue normali funzioni e priva i cittadini del diritto di esercitare il controllo democratico sulle leggi».