La presenza italiana nel Corno d'Africa e' controversa e continua ad interrogare gli storici. E' un capitolo della storia italiana che suscita numerose perplessita' e lati oscuri. Qual e' stato il ruolo che i giornali hanno svolto in quel periodo? Per quale motivo non sono stati ascoltati? A rispondere a queste domande e' il giornalista e scrittore Enrico Mania nel saggio ''Storia del giornalismo nel Corno d'Africa'', pubblicato dalla casa editrice Memori in collaborazione con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana in occasione del primo centenario della sua fondazione
Mania mette in luce i ricordi e gli eventi principali che hanno segnato la presenza italiana nel Corno d'Africa. Eventi riletti attraverso le inchieste giornalistiche apparse in quegli anni con le quali veniva testimoniata la realta' dell'Etiopia e dell'Eritrea. Riemerge dal passato, cosi', il lavoro dei tanti professionisti che cercavano di evidenziare la civilta' e la forza di culture lontane e poco conosciute. Mania recupera, infatti, episodi forse dimenticati.
Inizia da ''una manciata di ricordi'' per arrivare ai secoli dei coboro' riflettendo anche sul 1923, anno caratterizzato dalla censura del Bollettino della Camera di Commercio di Asmara.
Non solo. Mania riporta anche una ''lettera aperta a Mussolini'' scritta da parte di un emigrato ed esamina i quotidiani di Asmara e a Addis Abeda. Avvalendosi di un materiale ricco e vario presenta il contributo che la stampa, spesso inascoltata, fu in grado di fornire
all'opinione pubblica del temp un contributo con cui veniva evidenziata l'identita' piu' vera degli indigeni. ''Questa storia del ''Giornalismo nel Corno D'Africa'' - annota Lucia Visca - scritta da un uomo che di quel giornalismo, e' dunque qualcosa di piu' di quanto
dichiara di essere. E' la storia, chiaramente con la S maiuscola, di come una terra avrebbe potuto essere salvata se soltanto le manifestazioni di civilta' e di liberta' che era capace di esprimere attraverso la sua stampa avessero trovato pieno ascolto da parte di
chi, tra un protettorato e l'altro, dichiarava di voler dare stabilita'''. (Adnkronos)