CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 21 Lug 2006

Falso clamoroso della Fieg Il precariato dei giornalisti è un grave problema ignorato dagli editori

“La Fieg mente sapendo di mentire. I dati sull’occupazione giornalistica diffusi oggi dagli editori sono un esempio di mistificazione e di distorsione della realtà. Per la Fieg il precariato sarebbe un problema fisiologico. Il Minculpop non avrebbe potuto fare di meglio.

“La Fieg mente sapendo di mentire. I dati sull’occupazione giornalistica diffusi oggi dagli editori sono un esempio di mistificazione e di distorsione della realtà. Per la Fieg il precariato sarebbe un problema fisiologico. Il Minculpop non avrebbe potuto fare di meglio.

“La Fieg mente sapendo di mentire. I dati sull’occupazione giornalistica diffusi oggi dagli editori sono un esempio di mistificazione e di distorsione della realtà. Il Minculpop non avrebbe potuto fare di meglio. La realtà è che la Fieg sembra ignorare che l’aumento del 16% dei posti di lavoro negli ultimi anni è determinato in larga parte dagli effetti del contratto dei giornalisti dell’emittenza radiotelevisiva locale (contratto Aeranti- corallo, niente a che vedere con la Fieg) e di quelli stipulati nell’ambito dell’applicazione della Legge 150 negli uffici stampa delle Regioni, delle Province e dei Comuni e degli altri Enti Pubblici. Dai dati Inpgi si evidenza, nel settore Fieg, un aumento nel triennio 2003-2005 del 2,2%, una percentuale molto lontana da quelle enunciate in maniera confusa dalla Federazione degli Editori. Quello che è più grave, è che la Fieg non precisa che di questo aumento i contratti a termine rappresentano la parte più significativa. Secondo l’Inpgi, infatti, questi contratti a tempo determinato, talvolta anche di un mese, sono aumentati del 72%. La Fieg inoltre mistifica sul numero dei giornalisti che hanno rapporto di lavoro autonomo. Altro che 1900 freelance! Gli iscritti alla gestione separata dell’Inpgi per il lavoro autonomo sono quasi 22.500. Di questi poco più di un migliaio hanno anche un rapporto di lavoro dipendente. Se si considera l’area di evasione o di elusione della contribuzione all’Inpgi2, si può ragionevolmente affermare che sono oltre 30.000 le giornaliste ed i giornalisti che sono nell’area del precariato senza alcun rapporto di lavoro. La stessa Fieg è costretta ad ammettere che la retribuzione media di un giornalista autonomo è di circa 7.000 euro l’anno, un compenso che tiene anche conto delle alte retribuzioni di poche decine di fortunati colleghi. Questa è la realtà che la Fnsi e l’Inpgi hanno denunciato e che presenteranno nel dettaglio al Ministro del Lavoro, Cesare Damiano. E’ ridicolo affermare che il fenomeno del precariato giornalistico sia fisiologico. Si tratta invece di una abnorme condizione che discrimina e marginalizza decine di migliaia di ragazze e ragazzi che vivono di giornalismo in una condizione di sfruttamento e di precarietà. Nulla invece dicono gli editori sul fatto che le retribuzioni lorde nelle aziende Fieg siano cresciute ben al di sotto dell’inflazione reale, smentendo la campagna di disinformazione sui presunti effetti del peso degli scatti di anzianità”. Da pubblicare ai sensi dell’artico 34 del contratto da lavoro giornalistico FIEG INVIA DATI SU OCCUPAZIONE A MINISTRO LAVORO Il presidente della Fieg Boris Biancheri ha inviato al ministro del lavoro Cesare Damiano ed al presidente della commissione cultura della camera Pietro Folena un documento di analisi sulla situazione economica e sindacale del settore stampa. Il documento, che affronta tra l'altro il tema dell'occupazione giornalistica in base ai dati Inpgi 2005, evidenzia un aumento dell'occupazione giornalistica nell'ultimo quinquennio con ''un tasso di espansione di circa il 4% all'anno, che -sottolinea il documento- non trova riscontro in nessun altro settore di attivita'''. ''Sono aumentate - vi si legge - sia la popolazione stabile a tempo indeterminato, sia quella assunta con contratti a termine''. ''Si è incrementato anche l'utilizzo del lavoro autonomo che, per i professionisti, interessa circa 1900 unità che svolgono attività autonoma piena e qualche centinaio di pubblicisti nelle stesse condizioni''. I cosiddetti precari sono ''il 6,22% della popolazione stabile, percentuale che è inferiore di oltre la metà rispetto alla media nazionale''. ''Il fenomeno della cosiddetta precarietà -si legge ancora nel documento- risultante dai dati indicati, si prospetta come assolutamente fisiologico rispetto alle esigenze produttive dell'informazione''. (ANSA)

@fnsisocial

Articoli correlati