'La Fieg si augura che l'incontro che ha avuto luogo oggi per iniziativa del Ministro del Lavoro valga ad attirare l'attenzione del Governo, delle forze politiche e di tutta l'opinione pubblica sulla gravita' di una situazione che rischia di compromettere irrimediabilmente le sorti dell'editoria italiana''. Lo spiega una nota della Fieg al termine dell'incontro di oggi al Ministero del Lavoro con la Fnsi sul rinnovo del contratto di lavoro
''I mezzi tradizionali d'informazione a piu' alto contenuto giornalistico, come la carta stampata - spiega la Fieg - attraversano infatti un periodo di epocale trasformazione ed evoluzione verso un modello ad oggi ancora non definito ma che richiede comunque piu' flessibilita' e rapidita' di adattamento al cambiamento. Non ci troviamo piu' di fronte ad una competizione tradizionale tra mezzi di informazione tradizionali ma ad una competizione con nuovi soggetti, con tecnologie sofisticate, spesso con sede in altri paesi, con limitato contenuto giornalistico e non sempre tenuti al rispetto di norme e contratti italiani, che insidiano il ruolo dei giornali nell informazione e nella pubblicita'. In altri paesi questo ha gia' prodotto gravi conseguenze per il settore. Si pone cosi' per i giornali il concreto problema della possibilita' di sopravvivere e svilupparsi in un futuro denso di incognite e privo di punti di riferimento''. ''Per questi motivi - aggiungono gli editori - la Fieg propose nell'autunno 2005 di prorogare per un biennio la parte normativa e di negoziare la parte economica. Scopo della proposta era di darsi un tempo di riflessione per esaminare i gravi problemi che l'editoria e in particolare il settore della stampa che impegna in Italia oltre il 60% dei giornalisti - si trova ad affrontare. La proposta e' stata respinta dalla Fnsi indicendo da allora 12 giorni di sciopero e programmandone altri. Questo ha aggravato ancor piu' la situazione, considerato anche che i giornali subiscono la concorrenza di mezzi di informazione, come la televisione, per i quali gli scioperi non hanno alcuna incidenza sull'afflusso delle risorse''. Secondo gli editori ''permane cosi' un divario di fondo tra la posizione della Fieg e quella della Fnsi che, al di la' di ogni formula rituale, appare ancora insuperabile. Le aziende editoriali, che stanno impegnando ingenti risorse per la trasformazione tecnologica degli impianti e per migliorare la qualita' dei notiziari, sul piano economico hanno l'assoluta esigenza di contenere la crescita anomala del costo del lavoro giornalistico per effetto degli aumenti contrattuali, degli automatismi e dell'alto livello delle retribuzioni di accesso dei nuovi assunti. Anche in questo periodo di stallo della vertenza i giornalisti continuano comunque ad usufruire della normativa scaduta, che salta i loro diritti, e a percepire con gli automatismi e con l'indennità di vacanza contrattuale incrementi retributivi sostanzialmente superiori all'inflazione". Spiega ancora la Fieg che "alle posizioni giornalistiche gli editori hanno contrapposto, in modo esclusivo ed alternativo, un insieme di punti finalizzati alla salvaguardia del presente e del futuro delle imprese editoriali tradizionali. L'avvenire del settore passa anche per la rinuncia dei giornalisti a talune condizioni ormai uniche al mondo pur nell'equa considerazione delle esigenze economiche della categoria. Mancano quindi, a giudizio della Fieg, i presupposti sostanziali perchè possa oggi aprirsi quel confronto di carattere tecnico che è stato suggerito dal Ministro del lavoro. Sul problema previdenziale la Fieg ha accolto invece l'invito del Governo ad un tavolo di trattative in sede ministeriale per l'esame e la soluzione delle questioni pendenti nel contesto più generale di un riequilibrio della struttura e della gestione dell'Inpgi". (ANSA)