''Il problema che pone il Papa è di alto contenuto etico per la convivenza civile tutta che si fonda sempre su solidi principi di rispetto per i valori di ogni persona. Per quanto riguarda l'informazione riconosciamo da tempo che c'è un problema che - come sottolinea il Pontefice - non riguarda il racconto del male ma l'amplificazione che spesso se ne fa'': Franco Siddi, segretario della Federazione Nazionale della Stampa, interviene sulle parole del Papa riguardo all'amplificazione del male attraverso i mezzi di comunicazione.
''Non a caso - osserva Siddi - Benedetto XVI pone l'accento sul fatto che la 'città' espone e poi nasconde persone prima invisibili, spesso incapaci di reggere l'onda d'urto dei meccanismi perversi in cui il circuito mediatico si fa spettacolo o diventa assordante per un breve ma intenso periodo a fini di audience. Oppure per strillare su casi che in un preciso momento sembrano o sono eclatanti. Per quello che ci riguarda non possiamo che ripetere che fare informazione significa raccontare quello che fa notizia nel male ma anche nel bene con grande cura, responsabilità deontologica, rispetto per ogni persona, compresi coloro che sbagliano i quali hanno diritto a mantenere la loro dignità''. Siddi sottolinea come i giornalisti abbiano tentato a darsi codici e regole, in ultimo hanno collaborato con l'Autorità per le Comunicazioni per porre un freno ai processi mediatici: ''Ma, più dei codici, occorre promuovere una cultura della correttezza e della responsabilità dell'informazione''. (ANSA)