«La Rete #NoBavaglio è da sempre al fianco dei giornalisti palestinesi, bersaglio ormai da 15 mesi della guerra criminale condotta da Israele innanzitutto contro i civili, i medici, gli operatori umanitari ma anche contro i media. Allo stesso modo, siamo con quei giornalisti israeliani che in solitudine si battono contro le censure del governo Netanyahu. Il numero dei giornalisti uccisi a Gaza e Cisgiordania è salito a 204. Un numero mai registrato in nessun conflitto contemporaneo. Una scia di sangue che non possiamo accettare». Così croniste e cronisti della Rete NoBavaglio in una nota diffusa mercoledì 15 gennaio 2025.
«Molti dei giornalisti sono stati presi di proposito di mira, in quanto testimoni scomodi del massacro in corso della popolazione palestinese. Altre decine di colleghi sono stati feriti e centinaia giacciono attualmente nelle carceri israeliane», afferma NoBavaglio, che aggiunge: «I giornalisti, insieme agli operatori sanitari, a quelli umanitari, alla popolazione civile devono essere protetti non solo dagli Stati ma anche dagli organismi internazionali. A tale proposito, va appoggiata la giustizia internazionale che tenta di portare davanti ai tribunali i responsabili dei crimini di guerra».
I giornalisti della Rete, quindi, si associano, «come ha già fatto la Fnsi, alla richiesta di giustizia che varie organizzazioni internazionali, tra cui Reporters sans frontières, hanno rivolto a L'Aja», e concludono: «La tregua che si sta profilando deve essere accompagnata da una prospettiva di pace e dalla garanzia che tutti i responsabili di crimini di guerra contro gli operatori dell'informazione, ma non solo, siano perseguiti nelle sedi opportune. Altrimenti non sarà una vera pace».