Il Consiglio regionale delle Marche ha approvato all' unanimita' una mozione (che ne ha unificate due precedenti, una di maggioranza piu' An e Udc, l'altra di FI), che esprime ''solidarieta' e sostegno'' ai giornalisti italiani impegnati nella vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro e che in un clima ispirato a ''un dialogo non pregiudiziale'' invita la Fieg a ''recedere dall' attuale posizione di indisponibilita' verso l' apertura della trattativa e il rinnovo del contratto''
Matteo Ricci, capogruppo Ds e primo firmatario della mozione ''trasversale'', ha detto che i giornalisti ''non chiedono la luna nel pozzo, ma fanno un' interessante riflessione su cio' che deve essere oggi il giornalismo''. ''Fanno - ha aggiunto - richieste moderate, per migliorare una situazione piu' qualitativa che quantitativa''. Guido Castelli (An) ha sottolineato la necessita' di un richiamo sul problema del precariato e della condizione di ''tantissimi giovani collaboratori aspiranti giornalisti''. Giancarlo D' Anna (An) ha anche lui insistito sull' esigenza di ''approfondire, piu' di ogni altro, il discorso sui giovani giornalisti''. Cesare Procaccini (Pdci) ha pure lui battuto sul problema della precarieta', ''che limita la liberta' dei sogetti interessati e che molto spesso sono sotto ricatto''. Procaccini, pero', inquadrando la sua affermazione in un discorso di carattere generale, ha osservato che ''molto spesso le iniziative del consiglio regionale non hanno il rilievo che dovrebbero in relazione alle ricadute sul territorio''. (ANSA) Questo il testo completo della risoluzione. Il Consiglio regionale delle Marche preso atto: che i giornalisti italiani sono scesi nuovamente in sciopero nell'ambito di una vasta agitazione programmata dalla Federazione della stampa per sollecitare la ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto ormai da due anni; che la mancanza del contratto ha ripercussioni negative sull'intero mondo dell'informazione, favorisce la permanenza di estese forme di precariato e di incertezza lavorativa nelle redazioni, condiziona il diritto fondamentale dei cittadini ad una informazione pluralista e autonoma, lascia campo libero ad una situazione di fatto dove rischiano di prevalere unicamente le logiche di potere e di mercato; che il rifiuto degli editori di riprendere la trattativa partendo dal riconoscimento di basilari tutele della dignità delle prestazioni del lavoro intellettuale costituisce un grave segnale per lo sviluppo e di relazioni sindacali corrette proprie di una democrazia industriale avanzata. Nel far proprio l'invito alla ripresa delle trattative venuto dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha riconosciuto il diritto dei giornalisti ad avere il contratto ed ha ribadito che dovrebbe "essere normale in un paese civile che i contratti si rinnovino alla scadenza" ESPRIME solidarietà e sostegno ai giornalisti italiani impegnati in questa difficile vertenza e invita la Fieg a recedere dalla attuale posizione di indisponibilità verso l'apertura della trattativa e il rinnovo del contratto; AUSPICA che le parti si ispirino ad un dialogo non pregiudiziale e trovino soluzioni per il precariato. Risoluzione votata all'unanimità nella seduta del 18/10/2006