Il Coordinamento delle associazioni di stampa invita i giornalisti e i cittadini a partecipare alla manifestazione di sabato prossimo in Piazza del Popolo in difesa del pluralismo e della libertà di informazione. La crisi economica non ha risparmiato e non risparmia il settore dell’editoria e dell’informazione che nel contempo è sottoposto a inaudite tensioni che originano da antiche ferite che la carenza di moderne leggi di sistema non hanno rimarginato.
Molti i problemi, due sopra gli altri: l’assenza di uno statuto delle imprese editoriali che impedisce di rendere evidenti e trasparenti i conflitti di interessi dei gruppi economici che controllano gli organi di informazione; un duopolio televisivo –imperfetto, con il servizio pubblico zavorrato dalle lotte tra gli schieramenti politici che comunque ne determinano missione e destini - impegnato a rincorrere audience e marketing con la conseguenza di squilibrare la suddivisione delle risorse pubblicitarie tra i vari mezzi a scapito della carta stampata. La posta dello scontro non è solo quella di tutelarei “campioni” delle opposte fazioni che in questi mesi hanno ingaggiato un’aspra battaglia mediatico-editoriale. Una parte degli editori e del ceto politico coltiva il sogno di potere disporre di un’informazione “militarizzata” e non più solo onestamente militante per piegare le redazioni ad accettare di scendere nelle scomode trincee dell’appartenenza ideologica. Quanti hanno celebrato i funerali delle ideologie giocano sui media e attraverso i media uno scontro per il potere che sempre meno si preoccupa di mettere in campo anche una politica. E ogni mattina chi siede al deskdelle redazioni o fa il “giro di cronaca” misura incertezza, inquietudine e deve impiegare lavoro ed energia per contrastare una deriva che trasforma il lavoro rendendolo non più flessibile ma più precario costringendo chi è contrattualmente più debole ad una resistenza sempre più faticosa, vissuta lontano dal cono di luce della ribalta e con il corrispettivo di una busta-paga che non è quella delle star del sistema. I giornalisti italiani che scioperarono nel giugno 2007 contro il disegno legge “Mastella” che puntava a limitare il diritto-dovere di cronaca sono da mesi impegnati contro il disegno legge Alfano che quello stesso diritto-dovere minaccia di ledere ponendo in capo ai giornalisti sanzioni sproporzionate. Pur non esenti da errori, siamo coerenti con la ricerca di regole che ci conservino un unico privilegio, quello del “dovere” di informare. L’unico che riteniamo indisponibile per qualsiasi potere politico. E’ anche perché il nostro mondo non abbia bisogno di eroi e campioni- ma crei le condizioni per liberare competenze e capacità - che sabato scendiamo in piazza e invitiamo tutti i cittadini a farlo con noi. Impegnandoci a garantire che la bandiera unitaria del sindacato dei giornalisti, la Fnsi, continui a unire, rappresentare e dare voce senza distinzioni di parte a tutti coloro che ritengono che la lettera e lo spirito dell’articolo 21 della Costituzione, il dovere di informare e il diritto di essere informati siano un bene per la cui tutela vale la pena battersi.
Felice Salvati, portavoce del Cordinamento delle associazioni per un sindacato di Servizio (Puglia, Basilicata, Molise, Abruzzo, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Val D’Aosta)