''Grande affettuosa solidarietà alle redazioni del 'Mattino' e del 'Giornale di Sicilia' che sono state costrette stasera (7 novembre n.d.r.) a proclamare scioperi immediati a causa dei reiterati tentativi delle aziende di indurre le direzioni e le redazioni stesse a determinare il fallimento dello sciopero di domani e dopodomani'' viene espressa dal segretario della Fnsi Paolo Serventi.
In quelle, ''ma anche in tante altre redazioni - prosegue Serventi -, le aziende hanno tentato di creare le condizioni per l'uscita dei giornali in occasione degli scioperi dei giornalisti utilizzando giornalisti con contratto a termine e intimidendo i colleghi e le colleghe dipendenti. In altri casi i tentativi di aziende editoriali sono stati respinti dai comitati di redazione e dalle redazioni, mentre una affollata assemblea di tutte le redazioni del gruppo Riffeser ha espresso chiaramente oggi la volontà di partecipare convintamente agli scioperi. Mi auguro che in queste ore non si determinino ulteriori iniziative per forzare le uscite dei giornali e per vanificare gli scioperi con iniziative antisindacali che avrebbero immediata risposta nelle sedi previste dalla legge''. (ANSA – 7 novembre 2005) Gli editori che manifestano la loro volontà di trattativa e accusano i giornalisti di essere ancorati a posizioni “vetero”, hanno gettato la loro maschera anche al giornale di Sicilia. Dove la direzione e la proprietà hanno scelto di far uscire il giornale utilizzando oltre ad un gruppo di “capi”, lavoratori con contratti a termine e la “vandea” dei piccoli collaboratori e corrispondenti che rappresentano la parte del lavoro giornalistico più sfruttata e mal pagata. Le porte sbarrate del quotidiano siciliano ben rappresentano “lo stile e le reali posizioni” espresse dagli editori in questi mesi di scontro per i rinnovi contrattuali. E rappresentano altresì la migliore pubblicità per le ragioni a sostegno delle iniziative del sindacato dei giornalisti. I giornalisti di tutti i giornalismi italiani sono oggi tutti “iscritti” all’Assostampa Siciliana al fianco dei colleghi che hanno scelto di stare dalla parte del diritto ad un mondo dell’informazione con regole certe e non nella giungla dei ricatti e delle false promesse degli editori. Marcello Zinola Portavoce Coordinamento (Valle d’Aosta, Liguria, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo, Marche, Puglia e Basilicata) Pubblichiamo una precisazione dell'Editore e della Direzione del Giornale di Sicilia, sulla dinamica dei fatti accaduti il 7 novembre. Prendiamo atto che l'Editore non ha impedito l'ingresso ai colleghi e che invece non ha autorizzato un'assemblea dei giornalisti in sciopero convocata dal Cdr. Leggiamo nel sito: “Il Mattino di Napoli e il Giornale di Sicilia in sciopero. La solidarietà della Fnsi. Coord. associazioni per un sindacato di servizio: Porte sbarrate al Giornale di Sicilia” (articolo del 7 novembre) Le porte del Giornale di Sicilia, non sono state assolutamente sbarrate. Benché in sciopero hanno avuto accesso ai locali aziendali tutti i giornalisti che lo hanno voluto, anche quelli che hanno scioperato. Tra questi i componenti del Comitato di redazione (Antonio Ortoleva e Mariella Pagliaro) e il segretario regionale dell’Assostampa, Daniele Billitteri. Gli Editori e la Direzione non hanno, invece, autorizzato, un’assemblea permanente dei giornalisti in sciopero, convocata dal CDR, perché questa non è prevista né dalle leggi né dal contratto. L’affermazione “porte sbarrate”, pertanto, è del tutto priva di fondamento. Ne chiediamo pertanto la doverosa smentita. Gli Editori e la Direzione L'assemblea dei redattori del quotidiano napoletano ''Il Mattino'', tenutasi nel tardo pomeriggio di oggi, ha deciso lo sciopero della redazione anche oggi dopo la diffusione di una nota aziendale che rigettava i piani di programmazione del lavoro settimanale ''in quanto prevedevano alcuni giorni di riposo, poco più del 5 per cento, coincidenti con le due giornate di astensione dal lavoro proclamate dalla Fnsi''. Nella nota diffusa dopo l'assemblea, i giornalisti della testata ritengono ''le pretese dell'azienda di intromettersi nell'organizzazione del lavoro redazionale assolutamente improponibili e inaccettabili'' e denunciano ''un comportamento palesemente intimidatorio e lesivo del diritto di sciopero''. In un articolato documento approvato a maggioranza dall'assemblea si sottolinea che ''la nota aziendale rappresenta una violazione della regolare programmazione dei turni settimanali e una intollerabile ingerenza nell'organizzazione del lavoro giornalistico'', ''una inaccettabile intromissione''una inaccettabile intromissione che già nei mesi scorsi si era manifestata ''con la soppressione del regime di riposo compensativo del lavoro domenicale''. Il Cdr de ''Il Mattino'' ha anche indetto un'assemblea per giovedì 10 per ''vagliare la possibilità con l'Fnsi e l'Assostampa napoletana di denunciare per comportamento antisindacale l'azienda e il direttore politico''. (AGI – 7 novembre 2005) ---------------------------------------- L’assemblea dei redattori de IL MATTINO, alla luce del comunicato della società editrice IL MATTINO SpA, diffuso e affisso nelle bacheche di tutte le sedi aziendali, sottoscritto nei fatti dal Direttore Responsabile, proclama per oggi, 7 novembre 2005, una giornata di sciopero per impedire l’uscita del giornale dell’8 novembre 2005. La comunicazione dell’Editore, oltre a rappresentare una chiara provocazione nel normale andamento dei rapporti sindacali in un momento di massima tensione nell’ambito della vertenza nazionale per il rinnovo del contratto di lavoro, appare una palese violazione alla regolare programmazione del lavoro settimanale di singoli settori redazionali e rappresenta, inoltre, una inequivocabile invasione nell’organizzazione del lavoro giornalistico che il CNLG affida al direttore responsa-bile come prerogativa esclusiva. Tutto ciò giunge dopo una precedente violazione al CNLG con la soppressione, unilateralmente decisa dall’editore, del regime di riposo compensativo per il lavoro domenicale per quei redattori che, da anni, ne usufruivano. Napoli 7 novembre 2005 Approvato dall’assemblea del 7 novembre 2005 convocata ad horas VOTANTI 93 70 voti favorevoli 16 voti contrari 7 astenuti ''La stragrande maggioranza dei giornalisti del Giornale di Sicilia oggi ha deciso di scioperare dopo la decisione della direzione di mandare in edicola il giornale nella giornate di martedì e mercoledì, nonostante lo sciopero nazionale dei giornalisti proclamato dalla Federazione nazionale della stampa''. Lo annuncia in una nota il cdr del quotidiano, dopo che la maggioranza dei giornalisti ha deciso di abbandonare la redazione a conclusione di un'assemblea. Il cdr ricorda che la vertenza ''vede impegnati tutti i giornalisti italiani in una difficile contesa con gli editori per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro. Questioni di sostanza, non di guscio: si tratta di salvaguardare le retribuzioni e l'agibilità sindacale nelle aziende editoriali, di garantire la libertà e l'autonomia dei giornalisti oggi più che mai messe in discussione''. ''Ragioni - prosegue la nota sindacale - che la stragrande maggioranza dei giornalisti di questa redazione condivide e appoggia, aderendo allo sciopero. Ma il Giornale di Sicilia sarà in edicola lo stesso, come è già successo appena qualche settimana fa''. ''La direzione - scrive il Cdr - ha deciso, appoggiata da un piccolo gruppo di dirigenti e di precari, di rompere il fronte sindacale mandando in edicola un prodotto che, per forza di cose, sarà di qualità inferiore agli standard solitamente garantiti ai nostri lettori. Di più. La decisione di confezionare un prodotto con un gruppo minoritario di redattori contraddice le più elementari regole della democrazia''. ''Inevitabilmente - si legge ancora la nota - questi colleghi svolgeranno anche il lavoro di chi si asterrà dal lavoro frustrando e uccidendo il diritto allo sciopero che è un principio costituzionalmente garantito. Un atto di crumiraggio che rompe al Giornale di Sicilia, per la seconda volta in un mese, una lunghissima tradizione di unità sindacale. Sappiano, i lettori - conclude la nota - che il giornale che avranno domani tra le mani è realizzato contro la volontà della stragrande maggioranza dei suoi giornalisti''. (ANSA – 7 novembre 2005)