Il Presidente della Fnsi Franco Siddi ha dichiarato: “Consulta, una via maestra per l’informazione e la sua funzione di garanzia democratica”
Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “Da oggi sentiamo ancora maggiore la responsabilità dell’esercizio di una professione che assolve ad una funzione essenziale per la partecipazione attiva dei cittadini alla vita dello Stato democratico. Le parole con cui stamani il Presidente della Corte Costituzionale, il Prof. Valerio Onida, ha considerato “il giornalismo di informazione una funzione essenziale di controllo sul potere sul suo esercizio, per alcuni versi essenzialmente assimilabile a quella delle istituzioni di garanzia”, tra le quali la stessa Consulta, sono motivo di impegno professionale, individuale e di categoria alto, qualificato e responsabile. Sono anche indicazione di una via maestra per una giusta e rispettosa considerazione di tutte le funzioni di garanzia. Il richiamo all’indipendenza dei mezzi di comunicazione dai centri di potere come un bene prezioso è un valore che la Federazione Nazionale della Stampa da quasi un secolo ricerca e difende con energia e così continuerà a fare impedendo che si cancelli dall’agenda sociale e politica del Paese la questione della formazione e quella delle regole di equilibrio del sistema. Certamente per assolvere bene alla responsabilità di essere quanto più possibile elemento di cittadinanza attiva, l’informazione dev’essere maneggiata da operatori preparati, competenti e sostenuti da un’organizzazione di impresa editoriale altrettanto qualificata e sostenuta dai motivi etici che presiedono l’esercizio di questo bene”. Come detto stamani nel saluto ufficiale durante la conferenza stampa dal Presidente Onida, meno convincente mi è parso il passaggio della sua esposizione dedicato alle bacchettate contro la ricerca esasperata di indiscrezioni su ciò che avviene in Camera di Consiglio o sulle posizioni assunte in quella sede da questo o quel giudice. Personalmente, a me piace, per il rispetto dovuto da tutti ad un organo di garanzia essenziale e supremo, una Corte Costituzionale che parla e si fa commentare per le sue pronunce e sentenze. Tuttavia il fatto che la stampa si occupi doverosamente di tutto ciò che accade, specie quando anche la Corte è sotto la pressione mediatica di interessi esterni o di poteri che cercano di suscitare inquietudini aggiuntive se non veri condizionamenti ancorché impropri, è garanzia democratica. Il giornalista allora deve registrare anche gli spifferi, se ci sono, badando bene a registrarli e non ad esserne l’autore. Le notizie sugli spifferi - se ci sono - sono utili alla formazione del giudizio che il cittadini dà della libertà di coscienza dei giudici. Se si segnala un mutamento di comportamenti – diciamo così istituzionali – esso va registrato, perché è una novità di rilievo non solo formale. Ciascuno di noi in senso lato (giornalisti e giudici), in fondo, è chiamato a fare ogni giorno i conti con la propria coscienza e con l’opinione pubblica. Le riflessioni e le considerazioni del Presidente Onida meritano comunque non solo grande rispetto ma una nostra attenta riflessione e un nostro maturo esercizio dell’etica della responsabilità nell’attività professionale, perché sia sempre credibile e fondata su fatti sostanziali e verificati. E’ un tema di grande rilevanza che si presta ad essere affrontato anche in termini di diritti e doveri giuridici. Ed è naturale che su questo terreno il dibattito sia aperto”.