Un bisogno di memoria, “senza la quale non si capisce come siamo potuti arrivare qui” e un bisogno di dignità come responsabilità sociale (no all’inquinamento o al lavoro minorile e invece indifferenza all’esposizione di corpi fine a se stessa?!!). Perché o ci salviamo assieme o affoghiamo. Un’analisi anche spietata della tivù e una testarda determinazione a trovare comunque vie d’uscita dal pessimismo. Tesa su questo filo è stata la serata Donne in scatola del 4 ottobre al Circolo della Stampa, voluta da Nuova Informazione e Usciamo dal silenzio; a partire da Daniela Brancati che nel suo Occhi di maschio ha raccontato il cammino parallelo della televisione italiana e della società che l’ha e ne è stata influenzata.
Un saggio “non consolatorio, però dalla parte delle donne” come l’ha definito Assunta Sarlo. Anche l’interessante scavo di Massimo Bernardini (Tv Talk) - senza sconti ma con la volontà di non lasciarsi andare “al cinismo con cui bloccheremmo ogni possibilità di cambiamento” - è stato seguito con grande partecipazione critica. E ha dato la stura a testimonianze, anche da parte del pubblico. Tante, soprattutto donne, ma pure alcuni uomini: stipate/i e arrivando ad occupare anche la saletta affianco …; a dimostrare un interesse al tema che ha sconfitto la concorrenza di due contemporanei convegni milanesi che trattavano anch’essi di donne. Il rapporto con la televisione, luogo di lavoro, fonte d’informazione e di svago, vetrina di corpi e di modelli lontanissimi dalla realtà, è stato l’occasione anche per altri confronti: su quote sì/quote no, sul potere, sull’attualità. Silvia Sacchi del Corriere della Sera ha fornito i dati che dimostrano come una fase nuova sia già cominciata, senza però che ve ne sia diffusa coscienza, sottolineando l’importanza anche delle sfide del merito e del linguaggio. Discorso su cui Marta Boneschi ha innestato una riflessione sui danni provocati dal disprezzo della memoria. Anche Maxia Zandonai, che è riuscita a partecipare con verve all’incontro, utilizzando lo spazio di tempo offertole dall’intervallo fra la conduzione di due telegiornali (Tg3 Lombardia), ha utilizzato “ricordi altrui” (Carla Ragionieri) per sottolineare il degrado televisivo. Ed è proprio sull’oggi che non sono mancate le risate, amare. Molto amare.
(il riassunto degli interventi verranno pubblicati su www.nuovainformazione.it)