All’Assises Internationales du Journalisme et de l’Information presente anche Ossigeno. Le soluzioni per garantire la libertà di informazione e tutelare i cronisti. Come proteggere i giornalisti che subiscono intimidazioni e minacce e, allo stresso tempo, fornire una informazione libera, senza censura: questo il tema discusso il 16 ottobre a Metz, durante l’ottava edizione delle “Assises Internationales du Journalisme et de l’Information“. Al convegno, dall’associazione Journalisme & Citoyenné, Matteo Finco ha esposto il punto di vista di Ossigeno per l’Informazione sulle misure concrete da adottare in tutta Europa, anche nei paesi occidentali come l’Italia e la Francia, per aiutare i cronisti a fronteggiare abusi, minacce e intimidazioni.
Dal confronto pubblico è emersa la comune consapevolezza che anche nei così detti paesi più avanzati il pluralismo dell’informazione è in pericolo. Lo ha spiegato Elda Brogi, la coordinatrice scientifica del Centro per il pluralismo dei media di Firenze che nei mesi scorsi, con un metodo di indagine composto di decine di indicatori differenti (in ambito economico, giuridico, sociale), ha analizzato il contesto europeo. “Ci sono più minacce di quanto ci saremmo aspettati inizialmente”, ha detto.
Ricardo Gutierrez, Segretario generale della European Federation of Journalist ha sottolineato l’importanza del giornalismo come bene pubblico fondamentale per garantire la democrazia ed ha parlato della campagna lanciata nei mesi scorsi per garantire il diritto dei cittadini di ricevere un’informazione completa e differenziata (The European Initatiative for Media Pluralisme).
Giovanni Melogli, responsabile dell’Alliance internationale de journaliste, si è concentrato sull’importanza di garantire un “ecosistema mediatico europeo sano, adatto al giornalismo”, e sulla necessità di stimolare l’Unione Europea a far uso delle sue competenze per rimuovere gli ostacoli nei confronti dell’informazione libera.
“La protezione della libertà d’espressione è una pietra angolare della nostra attività, basata sull’articolo 10 della Convenzione Europea sui Diritti Umani e sull’articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea”, ha spiegato Onur Andreotti, giurista e amministratrice della divisione dei media al Consiglio d’Europa.
Lei stessa nel pomeriggio ha animato l’incontro dedicato all’idea di costituire una piattaforma continentale d’allerta per la sicurezza dei giornalisti. Questa, ha spiegato, potrebbe nascere nel 2015, per iniziativa del Consiglio d’Europa, ma con la collaborazione fondamentale di organizzazioni non governative impegnate su questi temi.
Il suo collega del Servizio sulle questioni sociali e lo sviluppo durevole all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Roberto Fasino, ha sottolineato la necessità di uno strumento che garantisca un monitoraggio efficace, in grado di dare con rapidità ed affidabilità informazioni al Consiglio d’Europa su quanto accade nei vari paesi, perché esso possa di conseguenza intervenire con raccomandazioni e gli altri strumenti di cui dispone.
Nel corso dell’incontro Ossigeno ha parlato dell’esperienza di monitoraggio condotta in Italia e basata sul metodo che l’Osservatorio ha sviluppato per identificare le minacce e gli abusi ai danni dei giornalisti. da www.ossigenoinformazione.it