La professione
Il pubblicismo professionale e la precarietà nel lavoro autonomo (un approfondimento con nuovi dati Inpgi)
Sulla base di una serie di nuovi elementi forniti dall’ Inpgi, Lsdi approfondisce la situazione economica e quella demografica nel campo dell’ attività giornalistica in Italia – L’ analisi delinea un ampio segmento di pubblicisti interno alla professione (o immediatamente contiguo), che ormai ha poco a che fare con il pubblicismo classico, e che è già a pieno diritto nella sfera del giornalismo professionale – Oltre 9.000 sono infatti i pubblicisti con un reddito annuo superiore ai 5.000 euro - Ma conferma anche il forte gap di condizioni economiche fra lavoro autonomo e lavoro subordinato e la presenza di una ampia fascia di redditi particolarmente bassi: di fronte a un salario medio dei giornalisti pari a 51.027.000 euro annui, nel 2010 il 34,6% dei rapporti di lavoro complessivi (16.877 su 48.789) generavano un reddito inferiore ai 5.000 euro annui
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Afghanistan: un aviere si laurea in giornalismo con un reportage da una sua missione ad Herat
ZAN, ZAR, ZAMEN (donne, oro, terra): i 130 giorni di un militare italiano impegnato a Herat, in Afganistan, in una missione Nato (dall’ 8 luglio al 15 novembre 2010) sono diventati una tesi di laurea in “linguaggio giornalistico” che è stata discussa oggi pomeriggio all’ Università di Padova, relatore il professor Raffaele Fiengo, e che qui pubblichiamo – Un ampio reportage, ricco di fotografie, che cerca di far vedere la realtà di un paese martoriato oltre le lenti del pregiudizio
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''Allerta-cliché'', una campagna su Twitter contro i luoghi comuni dei media
La denuncia dell’ abuso dei luoghi comuni nel linguaggio giornalistico: è il nuovo profilo su twitter creato con il tag @AllertaCliché - Mettere in luce la pigrizia del giornalismo italiano, che si nutre continuamente di fastidiosi luoghi comuni, spesso come scorciatoia per evitare delle analisi più approfondite o un piccolo sforzo di ricerca di termini meno usurati e vuoti
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In crescita nei media discriminazione e xenofobia
L’ 84% delle istruttorie contro i media svolte dall’ Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni etniche e razziali (UNAR) nel 2011 erano relative a fenomeni di xenofobia e razzismo su internet - Nell’ ultimo triennio è infatti cresciuto esponenzialmente il numero di siti, blog e post oscurati e rimossi dalla Polizia Postale e le segnalazioni di reato all’autorità giudiziaria per incitamento all’ odio razziale da parte dell’Unar.
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Perché i giornalisti devono usare Twitter
Twitter è entrato a far parte del giornalismo, anche se restano ancora timidezze e perplessità sul suo utilizzo – Ma la conferma principale viene dal fatto che i grandi media stanno concentrando rapidamente la loro attenzione sulla piattaforma di microblogging: i nuovi regolamenti di Sky News e BBC sono la testimonianza che ormai l’ uccellino è parte del sistema-notizia – Su Reportr.net un articolo di Alfred Hermida, docente e giornalista esperto di nuovi media
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Giornalisti: e se l’ Ordine si autosciogliesse?
Di fronte a un ‘’governo Monti partito a testa bassa contro tutte le professioni e le loro organizzazioni senza fare distinzioni tra più o meno buoni e più o meno cattivi (…) l’ Ordine potrebbe prendere in contropiede il pollice verso di palazzo Chigi’’, presentando ‘’la proposta coraggiosa di sciogliersi e di restituire gli albi alla casa madre, il sindacato, che un tempo li gestiva in proprio. Il quale oggi avrebbe maggiori chance di salvarci dal tetto che crolla, perché ha un rapporto diretto contrattuale con le controparti editoriali, perché quando scende in piazza mobilita l’opinione pubblica e le leggi liberticide tornano nei cassetti’’ - Una proposta provocatoria lanciata, in una lettera aperta dal titolo ‘’ PENSIONARE L’ORDINE DEI GIORNALISTI SI PUO’ ’’, diffusa dal giornalista Romano Bartoloni in occasione dei suoi 50 anni di iscrizione all'albo professionale
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Nuovi giornalismi
Perché non è il caso di mandare qualcuno a Chicago
La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni: l’ antico adagio descrive perfettamente la piccola storia che gira in questi giorni in alcuni circoli online nostrani, denominata “Manda Tigella a occupare Chicago!” - Ideologia e autoreferenzialità in un quadro dal sapore approssimativo, poco ponderato e tutto sommato superfluo, che ha poco a che fare con lo sviluppo dei nuovi giornalismi
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Media e potere
Le Relazioni pubbliche alla ricerca di una nuova definizione della propria identità
Fino al 26 febbraio, in una sorta di megareferendum, gli addetti ai lavori possono scegliere fra tre diverse definizioni proposte e indicare quella che ritengono più efficace sul sito della PRSA, l’ associazione americana
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Editoria
”Mamma!”, una strada grafica al giornalismo
Trecento abbonamenti per sopravvivere. Mentre il web e in particolare, dal nostro punto di vista, il giornalismo digitale si interrogano sui cosiddetti modelli di business per sopravvivere, anzi per vivere felici in barba alla sempre più grande crisi dell’ editoria analogica, c’ è una piccola isola editoriale nel panorama nazionale, dove i modelli di business interessano il giusto, e dove si tenta di introdurre e realizzare un modello di giornalismo nuovo e antico allo stesso tempo: il giornalismo a fumetti. L’isola in questione è posizionata su di una rivista cartacea con propaggini web che si intitola Mamma! (col punto esclamativo), e fa capo a due pionieri del giornalismo del terzo millennio che si chiamano Mauro Biani e Carlo Gubitosa
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Video
Giornalisti e giornalismo oggi
In una serie di video un confronto fra David Leigh, Peter Gomez, Fabio Tamburini e Andrea Di Stefano, moderati da Danilo De Biasio, a Cascina Cuccagna
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