Oggi a Bologna l'Associazione Stampa dell'Emilia-Romagna compie 100 anni. Sempre oggi, a Bologna, alle 21 Paolo Serventi Longhi leggerà il testo “L'informazione di guerra” di Ignacio Ramonet
L’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna (ASER) compie un secolo e lo festeggia con una serie di manifestazioni a partire da lunedì 28 Febbraio, giorno dell’anniversario. Per quella data, il sindacato regionale dei giornalisti dà appuntamento a tutta la categoria nella Sala del Consiglio provinciale di Bologna, dove, alle 11.30, è in programma una cerimonia commemorativa alla quale saranno presenti il vice-Presidente della Regione, Flavio Delbono, il Presidente della Provincia, Beatrice Draghetti, e il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. Hanno dato la proprio adesione i Presidenti nazionali degli organismi dei giornalisti: Fnsi, Ordine, Inpgi, Casagit e Fondo di previdenza complementare. Sono stati, inoltre, invitati, fra gli altri, gli ex-dirigenti dell’ASER, i responsabili regionali di tutti i sindacati e di tutte le organizzazioni economiche ed i responsabili di altre associazioni regionali di stampa. Il programma della mattinata prevede gli interventi del Presidente dell’ASER, Marco Gardenghi, dei tre pubblici amministratori, una relazione storica del giornalista e ricercatore Nazario Sauro Onofri e le conclusioni del segretario generale della FNSI, Paolo Serventi Longhi. La giornata ha il patrocinio della Provincia e dell’Ascom di Bologna. Il sindacato, ancora oggi unico e unitario, nacque il 28 Febbraio 1905 a Bologna, in un locale della ex-Sala Borsa, per iniziativa di un gruppo di colleghi fra i quali i critici teatrali Alfredo Testoni (commediografo cui è intitolato un teatro bolognese) e Antonio Cervi, padre del futuro attore Gino, e Giosuè Carducci quale primo socio onorario. Nel pomeriggio di lunedì 28 è, poi, previsto, sempre nella sede della Provincia di Bologna, un seminario dal titolo «Ruolo e competenze degli uffici stampa: una battaglia ancora da vincere», cui interverranno il Presidente dell’Ordine dell’Emilia-Romagna, Gerardo Bombonato, i responsabili regionali e nazionali del Gruppo giornalisti uffici stampa del sindacato, il segretario generale aggiunto della FNSI, Giovanni Rossi. Nell’occasione sarà presentato, in anteprima nazionale, l’Annuario italiano dei giornalisti degli uffici stampa. Le celebrazioni del centenario proseguiranno nell’arco del 2005 in varie città della regione: fra le altre iniziative l’imminente pubblicazione, a cura dell’ASER, del libro Giornali e giornalisti in Emilia-Romagna, di Nazario Sauro Onofri, prima parte (1905-1945) di una storia del sindacato regionale; una iniziativa a Parma per ricordare Giovannino Guareschi, che come giornalista fu querelato da Alcide De Gasperi e scontò in carcere la condanna per diffamazione; un’altra a Conselice (Ravenna) per ricordare, in occasione del 60° della Liberazione, la stamperia clandestina del Cln (Comitato di liberazione nazionale) in cui si stampavano tra l’altro i quotidiani l’Unità, l’Avanti, La Voce Repubblicana e Il Garibaldino su cui comparivano gli articoli di Giuseppe D’Alema (all’iniziativa è prevista la presenza del figlio, l’eurodeputato e Presidente Ds Massimo). A Conselice, nell’occasione, verrà inaugurato il monumento alla libertà di stampa. La Bottega dell'Elefante vi invita all'incontro di lettura v. del Pratello 53 (Bologna) di lunedì 28 febbraio 2005 ore 21 Paolo Serventi Longhi legge da Ignacio Ramonet L'informazione di guerra Chi controlla l'informazione televisiva controlla la democrazia. (Karl Popper). Ma chi controlla i giornalisti?, quali possibilità reali hanno di essere se stessi, indipendenti, "con la schiena dritta"? I condizionamenti, internazionali e nazionali, sono enormi. Cosa significa, oggi, "fare il giornalista"? A questa domanda cercherà di rispondere Paolo Serventi Longhi, segretario nazionale dell'FNSI, il sindacato dei giornalisti italiani, attraverso la lettura di un testo di Ignacio Ramonet sul giornalismo di guerra, e sulla situazione di oggi in Iraq. Dice Ramonet: "Negli Stati Uniti alcune recenti statistiche rivelano che più del 60% dei giornalisti ritiene che il loro comportamento nella guerra in Iraq non funzioni, dimostrando che esiste un disagio generale all'interno della categoria che non riesce a lavorare correttamente. Il New York Times ha pubblicato un articolo in cui i suoi inviati riconoscono di aver insistito eccessivamente sulle armi di distruzione di massa possedute dall'Iraq partendo da fonti che si sono rivelate false, come la testimonianza di Chalabi diffusa dal Pentagono. Oggi il problema delle nostre democrazie è quindi la deficienza dei media che, al contrario, nel passato, costituivano una garanzia del buon funzionamento della democrazia stessa". Oggi, nei giorni stessi in cui stiamo vivendo il dramma del rapimento di Giuliana Sgrena, questi problemi sono centrali, all'attenzione di tutti. Ma ogni singolo giorno i giornalisti rischiano, quando affermano il loro mestiere, anche sul fronte interno. E insieme a loro rischiano tutti i cittadini, nel loro diritto a "essere informati", rischia la democrazia.