L'Opa con cui il gruppo Mediaset ha annunciato di puntare al controllo di Raiway ripropone la necessità e l'urgenza di regolare una volta per tutte la delicata materia dei conflitti di interesse e di mettere a punto nuove norme antitrust.
È auspicabile che l'iniziativa del più grande gruppo
televisivo privato italiano convinca governo e parlamento a procedere senza
indugi alla riforma della Rai e del sistema pubblico radiotelevisivo nel suo
complesso, altrimenti destinato ad una sostanziale e inaccettabile
marginalizzazione. La difesa del pluralismo, della qualità e dell'autonomia
dell'informazione passa inevitabilmente attraverso un processo di
modernizzazione credibile e al passo con i tempi, che abbia al centro il ruolo
della Rai in quanto servizio pubblico radiotelevisivo.
Roma, 25 febbraio 2015
RIFORMA DELL’INFORMAZIONE RAI, OCCORRE RIPARTIRE DAI
TERRITORI
Non si può parlare di riforma dell’informazione Rai senza
affrontare con serietà il tema dell’informazione regionale.
Proprio nel momento in cui l’azienda
presenta il piano Gubitosi finalizzato – è stato spiegato - a riportare le news
a uno “standard internazionale”, occorre piuttosto dipanare il nodo locale.
Bene ha fatto l’Usigrai che, presentando la proposta RaiPiù, ha indicato la
“presenza sul territorio” come uno degli elementi chiave della Rai del futuro.
Qualsiasi progetto di riorganizzazione efficace e sostenibile dell’azienda,
infatti, non potrà che valorizzare - anche grazie alla presenza di redazioni
decentrate rispetto alla sede regionale - l’informazione regionale
riconoscendone la centralità.
L'informazione del servizio pubblico radiotelevisivo deve uscire dalla
burocratica ‘logica delle prefetture’, che, in alcune regioni, garantisce,
cioè, una presenza strutturata soltanto nei capoluoghi. Si deve piuttosto
tenere conto dell’articolazione e della specificità territoriale, della
rilevanza sociale, produttiva e culturale del territorio. Si deve considerare,
insomma, anche la realtà che il territorio esprime sul piano dell'informazione.
Si tratta di un fondamentale servizio pubblico di prossimità che, in alcune
regioni, svolge anche una delicata funzione di tutela e di valorizzazione delle
minoranze linguistiche e delle specificità culturali riconosciuti dagli Statuti
speciali di autonomie, norme di rango costituzionale.
Affinché le redazioni regionali possano continuare sulla strada di una
informazione locale di qualità occorrono investimenti tecnologici e formazione.
Ma è inoltre necessaria una diversificazione dei percorsi di selezione dei
giornalisti che consenta anche un reclutamento su base territoriale, già in
occasione del prossimo concorso nazionale.
Urgono dunque nuove procedure di assunzione che valorizzino al meglio le
risorse giornalistiche presenti nelle singole regioni, in modo da poter ridurre
la mobilità su scala nazionale che crea spesso disagi organizzativi nelle
redazioni e personali ai colleghi che ne sono direttamente coinvolti. Fermi
restando i requisiti di professionalità richiesti dall’azienda, in alcune
redazioni della Tgr devono essere rafforzate le competenze linguistiche,
reperibili in loco, e le sensibilità culturali necessarie allo svolgimento di
quel ruolo di tutela delle minoranze che la legge 482/1999 assegna alla società
concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo.
Auspichiamo pertanto che si apra su questi temi un largo confronto tra l’Usigrai,
assieme a Fnsi e associazioni regionali di stampa, l’azienda e anche i
rappresentanti istituzionali dei territori. 3 marzo 2015
Associazione
della stampa del Friuli Venezia Giulia
Associazione della Stampa sarda
Associazione siciliana della stampa
Associazione stampa valdostana
Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige
RAI: ART.21, GOVERNI E PARTITI NON RIENTRINO DALLA FINESTRA
Se davvero si vuole attribuire un ruolo alle autorità
di garanzia su conflitto di interesse e nomine Rai sarà prima il caso di
rivedere la fonte di nomina che oggi è saldamente nelle mani dei governi
e delle forze politiche, e tra queste anche quelle vicine al titolare
del principale conflitto di interessi nel settore dei media". Lo
afferma in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti.
"E questo per evitare di far rientrare dalla finestra quello che
forse sarà messo fuori dalla porta o dal portone di viale Mazzini".
Roma, 3 marzo 2015 da http://www.articolo21.org/
USIGRAI. OPAS DI EITOWER RAIWAY
È grave che Il Consiglio di amministrazione della Rai non ritenga di dir nulla
sull'ipotesi di Opas di Ei tower su Raiway.
Nelle ultime 24 ore grandi investitori tra i quali concorrenti della nostra
azienda, hanno guadagnato milioni di euro. Siamo sempre stati contrari
alla vendita di quote di Raiway e oggi lo siamo ancora di più: Raiway è un
"bene di famiglia" costruito da chi ha usato con accortezza i soldi
del canone versato dai cittadini per avere un Servizio Pubblico, certo non per
far guadagnare Mediaset. Ennesima dimostrazione della necessità di rivedere le
norme su conflitti di interesse e governance. Bene che Il presidente del
Consiglio ricordi che il decreto stabilisce che almeno il 51% di Raiway resta
in mani Rai. Ma noi riteniamo pericoloso che un competitor privato possa
entrare nella compagine azionaria della società delle Torri di trasmissione del
Servizio Pubblico. Piuttosto ci chiediamo perché Ei Towers, quindi Mediaset,
lanci un'Opas con condizioni irrealizzabili per legge. Roma, 26 febbraio 2015
Esecutivo Usigrai
NO AL PIANO GUBITOSI. L'USIGRAI PROPONE RAIPIU’
Una riforma per non cambiare: l'Usigrai da subito ha detto no al cosiddetto
progetto 15 dicembre, perché mira a "smontare" e non interviene su
elementi chiave come l'informazione di rete, la presenza sul territorio e sul
web.
Noi chiediamo una vera e profonda rivoluzione del sistema dell'informazione
Rai, fondata su tre pilastri: prodotto, identità e unità del servizio pubblico:
RaiPIU'.
La prossima settimana l'Usigrai presenterà ai giornalisti Rai, il proprio piano
di riforma per una Rai multipiattaforma, crossmediale e pluralista, progetto
che sarà sottoposto a referendum tra tutti i colleghi. Perché per noi è
fondamentale il metodo. Si riforma dall'interno e con il confronto. Per
questo vogliamo condividerlo anche con cittadini e istituzioni.
Ma lo ribadiamo, nessuna riforma può prescindere da nuove leggi sulle fonti di
nomina del governo aziendale, sui conflitti di interesse e per garantire
certezza di risorse.
Noi giornalisti vogliamo un cambiamento vero, "più radicale e più
coraggioso", come chiesto dai colleghi e dalle colleghe dei Comitati di
Redazione. Roma, 26 febbraio 2015
L'esecutivo Usigrai
OPA DI MEDIASET SU RAIWAY, ART.21-USIGRAI, URGENZA DI UNA
FORTE RIFORMA DELLA RAI E NORME CONFLITTO D'INTERESSI
"Comprendiamo tutte le perplessità sul ricorso alla decretazione d'urgenza e la necessità di promuovere un ampio e rigoroso dibattito sul futuro della Rai, ma questo deve avvenire in tempi certi e ravvicinati. Quello che sta accadendo in queste ore conferma la necessità e l'urgenza di procedere non solo alla riforma della Rai, ma anche alla definizione di nuove norme antitrust e di una rigorosa normativa sul conflitto di interessi".
Lo afferma in una nota il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti. "Le notizie relative ad una possibile Opa di Mediaset su Raiway, che peraltro
dovrebbe superare diversi giudizi di legittimità, confermano che chiunque
operi per conservare la Rai dentro l'attuale camicia di forza e i presenti assetti industriali ed editoriali, lavora, consapevolmente
o meno, per il suo "Dissolvimento".
Decreto o non decreto questo è il momento per il confronto tra le forze
politiche e sociali e per le conseguenti decisioni legislative ed
operative".
"Ci auguriamo, infine - conclude Giulietti - che, come era stato promesso,
il governo e la Rai medesima vogliano aprire questa consultazione anche ai
cittadini che ancora pagano un canone, ripercorrendo il modello già
utilizzato dal governo inglese e dalla BBC". 25 febbraio 2015 Da www.articolo21.org
USIGRAI SU RAIWAY
La notizia di Mediaset che lancia un'Opa sulle torri della
Rai è allarmante: se andasse in porto determinerebbe una concentrazione tale da
mettere a rischio anche la libertà di informazione.
Questa vicenda conferma che esiste una grande urgenza: regolare definitivamente
i conflitti di interesse.
Fermo restando che una operazione del genere deve passare al vaglio di
istituzioni e autorità di garanzia, è evidente che tali annunci sono possibili
finché non si interviene su questa materia, e sulle fonti di nomina della Rai.
Chiediamo chiarezza al governo, con il quale abbiamo avviato contatti.
E chiediamo all'Antitrust di aprire con urgenza un fascicolo.
Le torri della Rai Servizio Pubblico devono restare in mano pubblica.
E' un principio che l'Usigrai ha affermato dall'inizio di questa vicenda
esprimendo sempre allarme e contrarietà e decidendo persino di acquistare
alcune azioni di RaiWay, ed è quello che andremo ad affermare con forza
nell'assemblea dei soci. 25 febbraio 2015
Esecutivo Usigrai
STAMPAROMANA: RISCHIO CONCENTRAZIONE INDUSTRIALE PER OFFERTE
D’ACQUISTO SU RAI WAY E RCS LIBRI
L'offerta di Mediaset/Ei Towers per l'acquisto di Rai
Way, nel settore strategico delle torri di emissione del segnale televisivo, fa
il paio con l'interesse di Mondadori a rilevare RCS Libri e pone la
questione delle concentrazioni industriali nel settore dell'editoria. Una
questione in cui fanno capolino conflitto d'interesse e tetti antitrust. E'
paradossale che nel momento di massima liberalizzazione del mercato del lavoro
gli interessi industriali del settore scivolino in pochissime mani. La
segreteria di Stamparomana chiede alle istituzioni, a iniziare dalle Autorità
di garanzia, un chiaro intervento su questi temi, ricordando che libertà
di informare non è sinonimo di concentrazione.
USIGRAI AL PRESIDENTE RENZI, È ORA DI CAMBIARE
STOP A CONSERVATORISMI, RIVOLUZIONE PARTE DALL'INTERNO
"Racconto, innovazione e merito. È su questi pilastri
che va 'rimontata' - è il verbo usato da Renzi ieri sera a Virus - la
Rai". E' quanto ricorda l'esecutivo Usigrai in un nota in cui sottolinea:
"Al governo e al parlamento chiediamo di mettere con urgenza le fondamenta
normative: nuove fonti di nomina della governance, certezza di risorse e legge
sui conflitti di interesse. Quelle attuali hanno reso il Servizio Pubblico
fragile ed esposto agli appetiti dei governi di turno".
"Noi - insiste l'Usigrai - siamo pronti a mettere i nostri pilastri.
Racconto. Delle realtà vicine ai cittadini, degli angoli bui da illuminare, dei
perché dei fatti. Per farlo serve anche un rafforzamento all'estero delle sedi
di corrispondenza, una maggiore capillarità sul territorio delle redazioni regionali,
e il lavoro sul campo degli inviati. Innovazione.
Nell'organizzazione aziendale. Nelle dotazioni tecnologiche. Nei linguaggi. E
nei format. Merito. E trasparenza. Negli accessi e nelle carriere. Ricordiamo che
siamo in attesa della nuova selezione pubblica per giornalisti chiesta e
ottenuta dall'Usigrai e inspiegabilmente ferma a Viale Mazzini. Serve inoltre
introdurre la responsabilità civile dei dirigenti. E poi: risorse interne,
risorse interne, risorse interne. E' ora di cambiare. L'Usigrai lo dice da
tempo. Basta con conservatorismi e oligarchie. La rivoluzione Rai parte dall'interno".
(ROMA, 20 FEBBRAIO - ANSA)
USIGRAI, GOVERNO E PARLAMENTO FACCIANO PRESTO RIFORMA
Finalmente si va al cuore del problema.
La riforma della governance annunciata da Renzi è passaggio decisivo e
indispensabile per la necessaria rivoluzione del Servizio Pubblico.
L'obiettivo deve essere chiaro: rottamiamo il controllo sulla Rai dei partiti,
ma anche dei governi e delle lobby.
Quindi nuove fonti di nomina dei vertici, legge sui conflitti di interesse e
certezza di risorse per garantire autonomia al Servizio Pubblico
Gli esempi delle altre tv pubbliche europee possono aiutare a trovare la
strada.
Su questo non ci possono essere né titubanze né prudenze.
Scelgano governo e parlamento lo strumento idoneo, ma l'appello è: fate presto.
22 febbraio 2015
Esecutivo Usigrai
RAI: ART.21, CONTROLLO POLITICO È CAUSA DECLASSAMENTO ITALIA
"Chiunque abbia a cuore le sorti del servizio pubblico non può che accogliere
con favore la notizia che il governo voglia mettere in cantiere, ora e
subito, la riforma della legge Gasparri. Non sarà facile percorrere la
strada del decreto, ma in questo caso sarà ancora più indispensabile
mettere mano non solo alla Rai, ma anche alle normative antitrust e al
conflitto di interesse". Lo afferma in una nota il portavoce di
Articolo21 Giuseppe Giulietti.
"In ogni caso questa è materia che dovrà essere affidata al libero confronto
parlamentare con l'obiettivo di superare una anomalia, il conflitto di
interesse e il controllo politico sulla Rai, che è la causa della
disonorevole posizione che l'Italia occupa in tutte le graduatorie in
materia di libertà di informazione. Naturalmente, decreto o meno, resta il
nodo dei modi e delle forme che saranno individuate per sottrarre
l'azienda non solo dalle interferenze dei partiti, ma anche da quella dei
governi di turno. Ci auguriamo,
infine, che oltre alla indispensabile rapidità nei tempi di approvazione
della riforma, siano individuati i luoghi per affrontare il tema della
offerta complessiva, della organizzazione editoriale, della qualità della
programmazione per la quale i cittadini continuano a pagare un
canone". 21 febbraio 2015 www.articolo21.org