La tesi sostenuta dalla Fieg nel corso della vertenza contrattuale, che le aziende editoriali non sarebbero più in grado di sopportare gli oneri derivanti dagli automatismi contrattuali (aumenti periodici di anzianità), i quali comporterebbero un incremento automatico medio delle retribuzioni del 3% all’anno, è assolutamente priva di fondamento.
Da un’attenta elaborazione dei dati Inpgi, risulta infatti che se si prendono in esame nei comparti produttivi rappresentati dalla Fieg (quotidiani, periodici e agenzie di stampa), il numero dei rapporti di lavoro in ciascun comparto, il relativo totale delle retribuzioni imponibili e si ricavano le retribuzioni medie per rapporto di lavoro, si arriva alla conclusione, raffrontando i dati 2005 sul 2004 che nel 2005 la retribuzione media di tutto il settore è diminuita rispetto al 2004 dell’1%. Se si esaminano i dati per singolo settore si ricava che nel 2005 rispetto al 2004 la retribuzione media nei quotidiani è diminuita del 1,96%, mentre si è incrementata nei periodici del 1,67% e nelle agenzie di stampa dello 0,29%. Si tratta, come si vede, di un decremento complessivo dell’1% e di un lieve incremento in due settori, che comunque, non raggiunge il tasso di inflazione, che nel 2005 rispetto al 2004 è stato del 2,1%. Dall’esame di questi dati emerge, quindi, con estrema chiarezza che gli incrementi retributivi erogati nel 2005 a seguito dell’indennità di vacanza contrattuale e degli aumenti periodici di anzianità (scatti biennali) risultano largamente assorbiti dal turnover di tutto il comparto editoriale, che ha garantito complessivamente un riequilibrio retributivo a tutto vantaggio delle aziende Fieg, determinando soltanto nei periodici e nelle agenzie di stampa una lievitazione modesta delle retribuzioni, di gran lunga al di sotto del tasso reale di inflazione. Roma, 26 settembre 2006 La Fieg con la rottura di ieri delle trattative per il rinnovo del contratto giornalistico, scaduto nel marzo del 2005, ''ha assunto una posizione politica di delegittimazione di se stessa e della Fnsi e di attacco a tutto il sistema di protezioni e tutele del giornalismo italiano''. Lo ha sostenuto oggi, in una conferenza stampa alla sede della Federazioni Nazionale della Stampa Italiana, il segretario Paolo Serventi Longhi. Preoccupata per la gravita' della situazione la Fnsi chiede comunque al ministro del Lavoro Cesare Damiano che convochi un tavolo con entrambe le parti come aveva comunicato che sarebbe accaduto, dopo la presentazione della finanziaria. Serventi Longhi ha presentato anche uno studio elaborato di dati Inpgi da cui risulterebbe che ''e' assolutamente priva di fondamento'' la tesi sostenuta dalla Fieg nel corso della vertenza contrattuale secondo la quale ''le aziende editoriali non sarebbero piu' in grado di sopportare gli oneri derivanti dagli automatismi contrattuali, i quali comporterebbero un incremento automatico medio delle retribuzioni del 3% annuo''. ''Dallo studio emerge che le retribuzioni medie dei giornalisti nel 2005, rispetto al 2004, sono diminuite - ha spiegato Serventi Longhi - di 600 mila euro complessivi. Nel 2005 la retribuzione media di tutto il settore nei comparti produttivi rappresentati dalla Fieg (quotidiani, periodici, agenzie di stampa) e' diminuita rispetto all'anno precedente dell'1%''. Se si esaminano i dati per singolo settore si vede che nel 2005 rispetto al 2004 la retribuzione media nei quotidiani e' diminuita del 1,96%, mentre si e' incrementata nei periodici e nelle agenzie di stampa dello 0,29%. Si tratta dunque di un decremento complessivo dell'1% e di un lieve incremento in due settori che comunque non raggiunge il tasso d'inflazione che nel 2005 rispetto al 2004 e' stato del 2,1%. ''Gli editori hanno dichiarato il falso per un anno e mezzo ha sottolineato il presidente della Fnsi, Franco Siddi - Il loro e' uno schiaffo ai giornalisti e chiama in causa la politica tutta''. Per il presidente dell'Inpgi, Gabriele Cescutti, ''un atteggiamento del genere da parte della Fieg non e' spiegabile se non con una volonta' di arretrare in maniera consistente la categoria e il sindacato'' e si augura che si possa uscire da ''questo pertugio oscuro''. (ANSA)