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Fnsi 16 Ott 2009

Quirinale, “Giornata dell'informazione”. Il Presidente della Repubblica: “Il pluralismo è un valore insostituibile”. Franco Siddi: “Su pluralismo e conflitto di interessi confronto di merito. Bene presidente Napolitano

Si è svolta, questa mattina al Palazzo del Quirinale, la celebrazione della "Giornata dell'Informazione", con la partecipazione dei promotori e dei vincitori dei Premi giornalistici che hanno ottenuto l'adesione della Presidenza della Repubblica.

Si è svolta, questa mattina al Palazzo del Quirinale, la celebrazione della "Giornata dell'Informazione", con la partecipazione dei promotori e dei vincitori dei Premi giornalistici che hanno ottenuto l'adesione della Presidenza della Repubblica.

Nel corso della cerimonia sono intervenuti il Presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, il Presidente del Premio Gaspare Barbiellini Amidei, dott. Federico Barbiellini Amidei, in rappresentanza dei premi di più recente istituzione, e il Presidente della Regione Val d'Aosta, Augusto Rollandin, per il Premio Saint Vincent di giornalismo che quest'anno ha celebrato il 60° della istituzione. Nell'occasione è stato consegnato il premio dedicato alla ricorrenza al Senatore a vita Giulio Andreotti e, per l'Onorevole Pietro Ingrao, al figlio Guido.
Il Presidente della Repubblica ha rivolto, quindi, un saluto augurale ai presenti.
Erano presenti il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'Editoria, on. dott. Paolo Bonaiuti, il Presidente della Commissione Parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, sen. dott. Sergio Zavoli, il Presidente della FIEG, prof. Carlo Malinconico, il Presidente della FNSI, dott. Roberto Natale, e rappresentanti del mondo dell'informazione. 

NAPOLITANO, PLURALISMO VALORE INSOSTITUIBILE

Rispettare l'insostituibile valore del pluralismo nella stampa e nella Tv. È l'appello lanciato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella 'Giornata dell'informazione' tenuta al Quirinale, nel corso della quale il Capo dello Stato ha incontrato i promotori e i vincitori dei premi giornalistici che hanno ottenuto l'adesione della Presidenza della Repubblica.
Napolitano ha anche sottolineato che la libertà d'espressione ed il su uso richiedono analisi e proposte in sede europea; ha invitato i giornalisti a non sottovalutare i limiti e le responsabilità del proprio lavoro, e ha concluso con l'augurio che si vada verso un confronto costruttivo tra tutte le parti interessate.
Parlando di fronte la platea di giornalisti, tra cui erano anche presenti il sottosegretario Paolo Bonaiuti, il vicepresidente del Senato, Emma Bonino, il senatore Giulio Andreotti, il Capo dello Stato ha fatto riferimento alla "lunga e significativa storia politica di Andreotti e Pietro Ingrao, vincitori quest'anno del Premio Saint Vincent di Giornalismo, una storia che "sottolinea bene la diversità delle voci che debbono trovare spazio in democrazia, nel grande mondo di una stampa libera, come lo hanno in effetti trovato nel nostro Paese nel corso dei decenni. È un esempio - ha aggiunto - da cui trae forza l'invito a rispettare nella carta stampata e nella radiotelevisione, specie quella pubblica, l'insostituibile valore del pluralismo".
Secondo Napolitano "è nella qualità dell'impegno e nel lavoro di ogni giornalista, nella professionalità, nel rigore, nell'equilibrio, nel tranquillo coraggio di chi si dedica a questo quotidiano lavoro, qui è il maggior presidio della libertà e del ruolo della stampa e dell'informazione".
"A conclusione di una settimana incredibilmente densa che mi ha visto impegnato in più occasioni di intervento pubblico", Napolitano ha precisato di non volersi soffermare "anche per senso della misura" su "temi generali di carattere politico istituzionale".
Napolitano ha quindi citato il Presidente dell'Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, secondo cui in Italia e nel mondo occidentale si vivono tempi difficili, per effetto di accelerate trasformazioni tecnologiche, di ricadute della crisi finanziaria ed economica globale e di processi di più lungo termine di ristrutturazione del potere economico anche in campo editoriale".
"Del Boca - ha proseguito Napolitano - ha accennato anche alla libertà di espressione e al buon uso della libertà di espressione da parte dei giornalisti: si tratta di questioni che richiedono analisi e verifiche attente anche in sede europea e non in riferimento a un solo Paese e che richiedono proposte comprensive di indubbie necessità di innovazioni normative, oltre che di innovazione delle prassi e dei costumi".
Il Capo dello Stato ha quindi ricordato che già tre anni fa aveva espresso il proprio profondo convincimento "circa il carattere discriminante che l'esistenza di una stampa e di un'informazione pluralistica e libera assume per distinguere la democrazia dal dispotismo" e ha rammentato quindi che già in passato aveva voluto sottolineare "come nei sistemi democratici e costituzionali dell'Occidente occorra combinare più valori, più diritti degni di tutela, come sancito d'altronde dall'art. 10 della Convenzione europea del 1948 sui diritti dell'uomo".
Su questi temi Napolitano è tornato più volte, indipendentemente dal mutare nel frattempo del contesto politico in Italia e postulando la definizione di equilibri "con uno sguardo attento in particolare alla tutela della privacy e della dignità della persona, della dignità delle istituzioni, della riservatezza delle indagini giudiziarie, insieme ovviamente e in primo luogo con la tutela della libertà di informazione".
"Equilibri difficili - ha osservato Napolitano - e sempre oggetto di controversie ma a cui non si può sostituire da parte del giornalismo la sottovalutazione di limiti e di responsabilità da riconoscere e da proiettare nel proprio modo di lavorare". "Mi auguro - ha concluso - che si vada verso un tempo di riflessione più obiettiva e aperta su questi temi e che si possa ritornare su di essi nei nostri futuri incontri, valutando un effettivo progredire del confronto costruttivo tra tutte le parti interessate". (AGI)

NAPOLITANO, RISPETTARE PLURALISMO IN TV

Rispettare "l'insostituibile valore del pluralismo" nella carta stampata e nella radiotelevisione, specie quella pubblica. È l'appello lanciato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della "Giornata dell'informazione" al Quirinale.
Il presidente ha sottolineato come il "maggior presidio" della libertà e del ruolo dell'informazione trovi sostanza "nella qualità dell'impegno e nel lavoro di ogni giornalista, nella professionalità, nel rigore, nell'equilibrio, nel tranquillo coraggio di chi si dedica a questo quotidiano lavoro".
Già tre anni fa - ha ricordato - avevo espresso il profondo convincimento "circa il carattere discriminante che l'esistenza di una stampa e di un'informazione pluralistica e libera assume per distinguere la democrazia dal dispotismo": temi su cui Napolitano è tornato più volte, postulando la definizione di equilibri "con uno sguardo attento in particolare alla tutela della privacy e della dignità della persona, della dignità delle istituzioni, della riservatezza delle indagini giudiziarie, insieme ovviamente e in primo luogo con la tutela della libertà di informazione".
Monta intanto la polemica sul caso Mesiano, il giudice della sentenza Cir-Fininvest, seguito dalle telecamere di Canale 5 in alcuni momenti della sua vita privata.
"Siamo esterrefatti e indignati per la gravissima campagna di denigrazione e di aggressione nei confronti del giudice, da parte dei giornali e delle televisioni del gruppo Fininvest e della famiglia Berlusconi", affermano il presidente e il segretario dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara e Giuseppe Cascini.
A proposito dello stesso servizio, Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, parla senza mezzi termini di "pestaggio mediatico", e chiede al premier: "come considera l'uso della Tv che è stato fatto ieri mattina dalla più importante rete Mediaset?".
Dai vertici dell'associazione delle toghe arriva anche una richiesta di intervento al Garante della privacy a proposito di un articolo, comparso oggi su "Il Giornale", nel quale si "pubblica il racconto di un anonimo avvocato che tre anni fa avrebbe carpito in un ristorante alcune frasi dello stesso giudice, a commento dei risultati delle elezioni politiche 2006. Racconto evidentemente privo di qualsiasi riscontro". (AGI)

Il Segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato:

 

“Riscontriamo con soddisfazione che le nostre segnalazioni sui problemi che interferiscono con la libertà di stampa, non solo in Italia, ma  con modalità e intensità differenti anche in altri Paesi, trovano  attenzione ai più alti livelli delle istituzioni. Parlamento Europeo e Consiglio d’Europa hanno aperto dei dossier per valutare come garantire parametri e regole di riferimento valide per tutti i Paesi aderenti, a garanzia del pluralismo e della piena circolazione delle notizie di carattere pubblico senza interferenze dei poteri.

Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, oggi ha ribadito che “anche in sedi europee e non in riferimento ad un solo Paese” sono necessarie proposte e innovazioni normative che tengano conto dei cambiamenti di sistema e dell’evoluzione sociale. Questo autorevole richiamo non può che trovarci d’accordo, avendo da tempo la Federazione Nazionale della Stampa Italiana posto l’esigenza di una direttiva europea per garantire il pluralismo dell’informazione e disciplinare, ovunque, i conflitti di interesse.

Su questi termini è indispensabile allargare l’area di quanti vogliono impegnarsi ad affrontare, nel confronto sociale e nelle sedi parlamentari, il merito delle questioni poste, piuttosto che opportunità di carattere privatistico per chi in questa fase coltiva interessi diversi da quello del bilanciamento delle norme  a garanzia dei diritti di tutti e non solo di qualcuno.

In questo quadro, dopo l’incontro di ieri del Sindacato dei giornalisti italiani, di quelli francese, belga e spagnolo e della Federazione internazionale a confronto con esponenti della Corte di Strasburgo competente per la convenzione dei diritti dell’uomo, quanto mai magistrale appare la considerazione del Presidente della Repubblica italiana “… nei sistemi democratici e costituzionali dell’Occidente (è necessario, ndr) ci si impegni a cambiare più valori, più diritti degni di tutela (come è sancito d’altronde nell’articolo 10 della Costituzione europea del 1948 sui diritti dell’uomo, convenzione e diritti su cui vigila e interviene la Corte di Strasburgo).”

Ci auguriamo che tutti questi ragionamenti, riparati dalle accese controversie della stagione che viviamo, possano trovare idoneo sviluppo nell’adozione di puntuali azioni delle istituzioni europee, a cominciare dal suo Parlamento (che, evidentemente, occupandosene, non ha compiuto alcuna invasione di campo ma il contrario) e della Commissione europea che, attraverso la commissaria Reding,  ha ricordato proprio ieri che il giornalismo di indagine non deve avere impedimenti.”

 

@fnsisocial

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