«Siamo ormai oltre i livelli di ogni spudoratezza. Le discussioni intorno alla Rai sono apertamente di distribuzione di posti e poltrone da assegnare ai partiti. Così abbiamo assistito alla protervia dei partiti di maggioranza che hanno voluto fare bottino pieno in Cda. Ad alcuni di loro di ergersi a garanti di altri partiti. E ora siamo alla distribuzione dei posti con compensazioni a suon di nomine e poltrone. Aggravata dallo scambio per assicurarsi i 27 voti necessari in Vigilanza per ratificare la nomina della presidente». Lo afferma, in una nota, l'esecutivo dell'Usigrai.
«Uno spettacolo indecoroso – incalzano i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico – che urla l'urgenza della riforma della Rai. Il nodo è che a farla dovrebbero essere gli stessi che oggi la stanno spolpando come un bottino di guerra. E infatti fino a oggi, tranne qualche eccezione, nessuno si è realmente speso per andare oltre gli slogan e approvarla».
L'Usigrai rivolge quindi «un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi a dare una indicazione forte e chiara ad avviare oggi stesso il percorso di riforma, affinché si assicuri almeno al prossimo vertice Rai l'indipendenza necessaria a sottrarla a questo scempio che si ripete, in forma sempre peggiore, da decenni. Infine, ci auguriamo – concludono i giornalisti – che il neo amministratore delegato della Rai sappia scrollarsi di dosso questa camicia di forza partitocratica che è sempre stata l'unico vero ostacolo al cambiamento del servizio pubblico, la garanzia per i conservatori di ogni colore».