''C'è un clima che si sta facendo veramente pesante, se non insopportabile. È veramente sconcertante e inaccettabile che soprattutto chi ha pubbliche responsabilità si affanni a individuare come nemico il giornalista. Lascia allibiti quanto sta continuando a dichiarare il presidente del Consiglio contro Santoro e i giornalisti che lui considera a lui contrari, assumendo il conduttore di Annozero quale suo avversario in campagna elettorale''. È il commento di Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa alle ultime esternazioni del premier sul conduttore di Annozero.
''Sicuramente anche la stampa è criticabile, ma la categoria del nemico attribuita al giornalista introduce un clima pesantissimo e di allarme che proprio chi ha pubbliche responsabilità dovrebbe rifuggire. Esporre i giornalisti all'indice in questo modo è un fatto grave e suscettibile di pericolo'', conclude Siddi. (ANSA)
BERLUSCONI ATTACCA PM E SANTORO, HO DETTO COSE LECITE
NAPOLI, 18 marzo - Chiede il voto per una ''grande rivoluzione liberale'', accusa la sinistra di volere ''tutto il Paese intercettato'', punta il dito contro quei ''magistrati politicizzati'' che dettano tempi e modi della campagna elettorale. Poi conferma quanto scritto nelle intercettazioni pubblicate dai giornali e al centro dell'inchiesta di Trani: ''Sono cose doverose e lecite'' perché'' è inaccettabile che Santoro faccia processi in tv''. È un fiume in piena Silvio Berlusconi che dal palco della mostra d'Oltremare a Napoli, dove si tiene la manifestazione elettorale a sostegno di Stefano Caldoro, in un discorso diviso in due tempi, difende a spada tratta il capo della Protezione civile Guido Bertolaso (''è un eroe'', dice) e torna a ribadire punto per punto quelli che ormai sono i ''cavalli di battaglia'' della sua campagna elettorale.
Che l'umore del Cavaliere non fosse al meglio lo si percepiva già dal primo pomeriggio. Ad aspettare il suo arrivo a Napoli tutto lo stato maggiore del Pdl campano. Un attesa vana visto che il premier non incontrerà nessuno, eccezion fatta per Stefano Caldoro.
Ad irritare il Cavaliere è sempre il solito argomento e cioè il polverone mediatico sollevato dall'inchiesta della procura di Trani. È un'ingiustizia, è lo sfogo, perché in quelle carte non c'è nulla di più di quello che io dico in pubblico. Il risultato di tutto questo è invece solo uno: alimentare il clima di odio nel Paese e l'antiberlusconismo.
Concetti che il Cavaliere non tarderà a sottolineare dal palco del comizio alzando il tono della voce. ''Con tutto quello che ci fanno ne abbiamo le scatole piene'', esordisce iniziando ad elencare i ''torti'' subiti, a partire dall'esclusione della liste del Pdl a Roma: ''Una violazione della legge''.
Tono perentorio anche quando si parla di finanziamento pubblico ai partiti: ''Non ne abbiamo bisogno - precisa – e quando non basta quì c'è Panatalone, anzi come mi hanno chiamato in questi giorni: Paperone. Ma se io sono Paperone loro sono la banda Bassotti''.
La ''magistratura amica della sinistra'' è di nuovo chiamata in causa quando si parla dell'Aquila e delle accuse a Guido Bertolaso: ''Hanno gettato fango su veri e propri eroi''.
''È inaccettabile che il signor Santoro - attacca ancora - faccia processi in Tv a persone già sotto processo senza dare loro il diritto di difendersi''. Ecco perché, ribadisce Berlusconi, ''quello che ho detto è lecito e doveroso. Ho detto anche - aggiunge - che se si andava avanti così nessun italiano avrebbe pagato più il canone''. Il presidente del Consiglio chiama in causa i presenti: ''Alzi la mano chi di voi non ha il sospetto di essere intercettato'', nella sala scende il silenzio, Berlusconi si guarda intorno e aggiunge: ''Ecco – dice con il sorriso - c'è una mano alzata ma evidentemente quella persona non ha il telefono''.
Oltre alle accuse però il premier ne approfitta per ribadire i prossimi impegni del governo: ''il nostro obiettivo è sconfiggere la criminalità organizzata entro tre anni''. Ecco perché, è l'invito che rivolge ai presenti, non bisogna disertare le urne: ''Da questo voto il nostro governo deve uscire rafforzato'' e l'esito elettorale dovrà consegnare ''un ulteriore mandato per attuare una rivoluzione liberale''. A partire, ribadisce ancora il Cavaliere, ''da una grande e radicale riforma della giustizia''. Guerra infine all'astensionismo che, avverte il premier ''favorisce sempre la sinistra''. (ANSA)