Con 1.314 no, 77 sì, 29 schede bianche e 18 nulle, vince la sfiducia al direttore generale della Rai Mauro Masi nel referendum programmato dall'Usigrai. Su 1.878 aventi diritto al voto sono stati 1.438 i voti validamente espressi. Mancano però i voti di Venezia che per un problema burocratico postale non sono arrivati in tempo, dunque è come se non avessero votato. Nella scheda ai votanti veniva chiesto: ''Alla luce delle politiche aziendali esprimi fiducia al direttore generale Mauro Masi?''.
''Come tutte le cose prive di rilevanza formale e sostanziale, il voto Usigrai (associato alla consueta compagnia di giro) può essere solo o una manifestazione politica o un tentativo di intimorire''. Lo dice il direttore generale della Rai, Mauro Masi, commentando l'esito del voto programmato dall'Usigrai.
Con 1.314 no, 77 sì, 29 schede bianche e 18 nulle, vince la sfiducia al direttore generale della Rai Mauro Masi nel referendum programmato dall'Usigrai. Su 1.878 aventi diritto al voto sono stati 1.438 i voti validamente espressi. Mancano però i voti di Venezia che per un problema burocratico postale non sono arrivati in tempo, dunque è come se non avessero votato.
Nella scheda ai votanti veniva chiesto: ''Alla luce delle politiche aziendali esprimi fiducia al direttore generale Mauro Masi?''. Lo spoglio delle schede è avvenuto questa mattina a Roma. (ANSA)
RAI: VERNA (USIGRAI), CHIEDIAMO DIMISSIONI DI MASI
"Chiediamo le dimissioni di Masi. Lui fa capire che è pronto a minimizzare la nostra espressione e la riferisce all'Usigrai, ma deve riferirla ai giornalisti della Rai che gli hanno negato la fiducia". Così ai microfoni di CNRmedia Carlo Verna, segretario Usigrai, commenta i risultati del referendum indetto dal sindacato dei giornalisti Rai. "Su 1878 aventi diritto al voto hanno espresso la loro opinione 1438 colleghi e 1314 di questi hanno negato la fiducia al direttore generale - prosegue Verna - un risultato che non può non avere un seguito e dovrà essere elemento di valutazione dal quale non prescindere sia da parte
dell'azionista, e chiederemo un incontro con Tremonti portandogli tutte le schede, sia da parte del Cda della Rai, e già oggi pomeriggio consegneremo al presidente Garimberti il verbale di questa votazione". Riferndosi alle motivazioni di un risultato cosi' negativo nei confronti di Masi, Verna ha detto che: "Il direttore generale ha messo in atto una serie di azioni negative. Il mancato accordo con Sky, mai spiegato in modo convincente, che ci fa perdere decine e decine di milioni di euro, un piano industriale che non prende corpo, indefinito nei suoi contorni e che ha prodotto come chiara espressione solo uno sciopero delle sigle dei lavoratori della Rai, al quale parteciperemo in segno di solidarietà dato che si intende esternalizzare circa 1300 lavoratori della Rai. Per non parlare degli atteggiamenti che ha avuto nei confronti degli autori di trasmissioni che invece sono ampiamente premiate dal pubblico, che chiede un servizio pubblico di qualità, come si è visto con 'Vieni via con me'". (AGI)
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:
“Il voto di sfiducia espresso dai giornalisti nei confronti del Direttore Generale della Rai, Mauro Masi, è di una chiarezza impressionante. Altro che espressione politica di parte. Valgono i numeri: 1438 votanti di cui 1391 hanno negato la fiducia a Masi, sono più dei colleghi iscritti all’Usigrai che aveva indetto il referendum. Sono voti che esprimono una enorme contrarietà alla direzione dell’azienda del servizio pubblico sui fatti e non sulle chiacchiere del contenzioso politico su cui ora il Direttore Generale sembra volere buttare la vicenda per confonderla in una cagnara indistinta. Il referendum sul Direttore Generale della Rai vale per quello che è: un dato di fatto trasparente certificato da numeri che sono espressione di persone, aderenti alle più svariate idee politiche, nell’esercizio dei loro diritti di cittadinanza e di basi culturali certamente plurali. Il risultato dell’impressionante sfiducia a Masi è l’espressione di una valutazione generale negativa sulla sua direzione e nient’altro, da cui è lecito trarre conseguenze. L’Usigrai ne ha chiesto le dimissioni. Il Direttore Masi si è aggrappato all’assenza di rilevanza formale del voto. Ma la sostanza del risultato fischia nelle sue orecchie come un tempo che è scaduto”.