“Le linee guida per la riforma della Rai proposte dal Ministro Gentiloni rappresentano un’utile base per quel radicale rinnovamento del quale il servizio pubblico ha bisogno se vuole mettersi alle spalle l’epoca segnata dalla legge Gasparri.
Importante è il riconoscimento del fondamentale ruolo sociale della tv pubblica, che deve continuare ad avere alti ascolti ma una più distinguibile qualità dell’offerta. Essenziale inoltre è il rigetto di ogni ipotesi di privatizzazione, all’interno di una permanente unitarietà aziendale: il sindacato dei giornalisti valuterà la proposta di creare società distinte per diversificare le missioni delle differenti aree Rai, ma contrasterebbe con ogni mezzo ipotesi di dismissione e quindi di privatizzazione. L’indicazione della Fondazione viene incontro ad un’altra delle richieste avanzate da anni dai giornalisti, per aumentare di molto la distanza della Rai dal governo di turno e dal sistema dei partiti. Serve però che, scegliendo fra le diverse ipotesi sui nuovi criteri di nomina dei vertici, Governo e Parlamento abbiano il coraggio di rompere davvero con il monopolio fin qui esercitato dalle forze politiche, evitando di riproporre la logica di scambio fra centrodestra e centrosinistra che segna pesantemente il sistema oggi in vigore. Al confronto che il Ministro ha annunciato per le prossime settimane la Fnsi andrà, d’intesa con l’Usigrai, per ottenere garanzie che la radicale riforma che da sempre i giornalisti sollecitano sappia dare nuove prospettive di solidità ad un servizio pubblico più autonomo, più riconoscibile, più capace di innovazione”.