Il provvedimento “Mille proroghe” all’esame della Camera ha introdotto uno slittamento di sei mesi del rinnovo dei consigli nazionale e regionali dell'Ordine: “Finalmente Governo e Parlamento hanno deciso di mettere mano alla riforma dell'Ordine dei giornalisti. La proroga, se confermata, costituisce un segno tangibile in tal senso che premia i nostri sforzi”, commentano i presidenti degli Odg di Lazio, Lombardia, Liguria, Toscana, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Basilicata.
"Finalmente Governo e Parlamento hanno deciso di mettere
mano alla riforma dell'Ordine dei giornalisti. Lo slittamento di sei mesi del
rinnovo dei consigli nazionale e regionali dell'Ordine, contenuto nel
provvedimento 'Mille proroghe' all'esame della Camera, se sarà confermato, ne
costituisce un segno tangibile che premia i nostri sforzi". È quanto scrivono in
una nota i presidenti degli Ordini regionali di Lazio, Lombardia, Liguria, Toscana, Puglia, Friuli
Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Basilicata.
"Una riforma dell'Ordine - affermano – è infatti attesa da anni. Per questo
obiettivo ci siamo impegnati e oggi può diventare una realtà. Dobbiamo ora
evitare che si ripeta quanto accaduto nella scorsa legislatura quando un
tentativo analogo si arenò al Senato. Ci auguriamo che questa volta, in tempi
utili, il Parlamento riscriva nuove regole che rendano giustizia alla
rappresentanza, riducendo innanzitutto l’attuale, esorbitante e costoso numero
di consiglieri nazionali (144 componenti a cui si sommano i 12 del consiglio di
disciplina) e riequilibrando il rapporto tra professionisti e pubblicisti (due
terzi professionisti e un terzo pubblicisti)".
L'aula della Camera, dopo il lavoro svolto dalla commissione Cultura, a breve
esaminerà la proposta di legge sull'editoria contenente anche le misure per
l'Ordine dei giornalisti. "Un passo in avanti importante - sostengono i
presidenti degli Ordini regionali - che deve portare ai superamento di
procedure oramai datate. Sono questi i presupposti necessari per l'adeguamento
delle regole alle mutate condizioni dell'editoria e della professione".
I presidenti degli Ordini regionali, "in spirito di collaborazione con gli
altri organismi della categoria, ribadiscono il loro impegno – conclude la nota
– per una riforma anche delle altre parti della legge 69 del 1963, a partire
dall'accesso alla professione, chiedendo un immediato confronto tra il
Consiglio nazionale, i Consigli regionali ed il Parlamento".
Foto: odg.it