''Quello che sta accadendo dimostra una vecchia verita', e cioe' che verita' e potere non coincidono mai'': con queste parole Roberto Saviano ha concluso il suo applauditissimo intervento a Piazza del Popolo, dove e' in corso la manifestazione per la liberta' dell'informazione organizzata dalla Federazione nazionale della stampa.
''La liberta' di stampa che vogliamo difendere – ha sottolineato l'autore di Gomorra - e' la serenita' di lavorare, la possibilita' di raccontare senza doversi aspettare ritorsioni''. Un'emergenza particolarmente sentita in Italia, ''che e' il secondo paese dopo la Colombia per il numero di persone che si trovano sotto protezione. Raccontare in certe parti d'Italia, soprattutto al sud, e' complicatissimo – ha detto ancora lo scrittore - e costringe a dover difendere la propria vita''. Tra i nemici principali del dovere di raccontare, ha sottolineato Saviano, ''c'e' l'indifferenza, che isola chi prova a descrivere la realta'. Ecco perche' siamo qui', per dire che ogni paese ha bisogno della massima liberta' di espressione''. Un modo, secondo Saviano, anche per difendere la memoria ''dei giornalisti che sono caduti per e in nome della liberta' di informazione''.
Il, pensiero dell'autore di Gomorra e' andato poi alle vittime della tragedia di Messina, ''frutto non della natura, ma del cemento. Se si permette a chi scrive di rispondere solo alla propria coscienza, probabilmente la parola avrebbe potuto contribuire ad evitare una catastrofe del genere. Raccontando in qualche modo e' possibile trasformare la realta'''.
''La mafie - ha concluso Saviano - ci hanno tolto l'uso di un termine fondamentale, l'onore: oggi, trovandoci qui', abbiamo dimostrato che il paese tiene al suo onore''. (ANSA)