Se ne è andato a 95 anni il 'comandante Max", Massimo
Rendina, l'ultimo partigiano, protagonista della Resistenza, ma anche storico e
giornalista, direttore del primo telegiornale Rai, e vice-presidente dell'Anpi
Nazionale, oltre che presidente onorario dell'Anpi di Roma.
Appresa la notizia della morte, il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella ha inviato alla moglie di Rendina un messaggio, nel quale ha
espresso il suo profondo cordoglio "per la scomparsa di un testimone leale
e appassionato di molti decenni della nostra storia". "L'immagine più
nitida che mi resta di lui - ha detto il Capo dello Stato - è quella, più recente,
di instancabile dirigente dell'Anpi, al vertice della quale ha saputo difendere
la memoria autentica dei valori della Resistenza e tramandarla ai giovani con
passione ed entusiasmo".
Grande cordoglio, "mio e della Camera dei Deputati per la scomparsa di
Massimo Rendina", è stato espresso dalla presidente della Camera Laura
Boldrini, che ha parlato di "figura straordinaria di combattente contro il
nazifascismo e poi di animatore della democrazia".
Il sindaco di Roma Ignazio Marino si è detto "profondamente commosso"
per la sua scomparsa, definendolo "straordinario custode della
memoria" e ha ricordato che "per decenni Rendina ha portato avanti in
maniera instancabile la testimonianza e il ricordo della resistenza partigiana
con la sua attività all'interno dell'Anpi, con l'impegno professionale e con le
lezioni nelle scuole". Roma, medaglia d'oro per la resistenza, ha
ricordato Marino, "non dimenticherà la sua lezione di vita".
Domani in Campidoglio, nella sala della Protomoteca, dalle 12 alle 19 sarà
allestita la Camera ardente, mentre alle 13 si terrà una breve commemorazione
funebre. Mentre martedì alle 9 nella Basilica di santa Maria in Trastevere ci
saranno i funerali.
L'Anpi (Associazione nazionale partigiani) di Roma, è "addolorata" per
la scomparsa di Rendina perché "viene a mancare non solo un protagonista e
testimone della Resistenza italiana, ma un lucido intellettuale, una guida
sempre attenta ai cambiamenti della società, un esempio per le nuove
generazioni a lui molto care". Rendina è stato presidente per oltre 12
anni del Comitato Provinciale di Roma e del Lazio.
Nato a Venezia il 4 gennaio 1920, Rendina militò prima nella 19esima brigata
Giambone Garibaldi, come capo di Stato Maggiore, e poi nella 103esima brigata
Nannetti della prima divisione Garibaldi, della quale fu prima comandante e poi
capo di Stato Maggiore. Riconosciuto Partigiano combattente dal 1 novembre del '43
alla fine della liberazione dell'Italia dal nazifascismo.
Rendina è stato docente di storia della comunicazione e membro del Comitato
scientifico dell'Istituto Luigi Sturzo per le ricerche storiche sulla
Resistenza. E' stato, inoltre, l'ideatore della Casa della Memoria e nella
Storia, inaugurata dalla giunta Veltroni nel 2006 e fondatore dell'associazione
di telespettatori cattolici Aiart. Per il presidente della Regione Lazio Nicola
Zingaretti "ci lascia un uomo straordinario, simbolo della lotta per la libertà
contro il nazifascismo e per la difesa dei valori di democrazia e di amore per
la patria'". Tristezza per la sua morte è stato espressa anche dal
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna per il
quale "ha incarnato i più alti valori della democrazia italiana".
Tanti gli attestati di stima e cordoglio dal mondo politico. Perché del resto,
come scrive su Facebook il deputato Marco Miccoli: "Un partigiano non
muore mai". (di Emanuela de
Crescenzo) (ROMA, 8 FEBBRAIO - ANSA)
IL CORDOGLIO DELLA FNSI PER LA SCOMPARSA DEL COLLEGA E
PARTIGIANO MASSIMO RENDINA
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ricorda
Massimo Rendina come un grande amico del sindacato dei giornalisti. Fu sempre
impegnato nella battaglia per la libertà di stampa e per la libertà di tutti e
strenuo difensore dell’autonomia della professione giornalistica contribuendo
con intelligenza e forza a molte iniziative della Fnsi di cui il Sindacato dei
giornalisti va fiero. Un giorno triste per la professione e per la democrazia
nel nostro Paese. La Fnsi esprime il proprio cordoglio e la propria vicinanza
alla famiglia per la scomparsa di un grande uomo e collega a nome di tutti i
giornalisti italiani. Roma, 9 febbraio 2015
MASSIMO RENDINA
Nato a Venezia il 4 gennaio 1920, giornalista, Presidente
dell'ANPI di Roma.
Abitava a Bologna e si era appena avviato alla professione di giornalista
quando era stato chiamato alle armi. Tenente di Fanteria, al momento
dell'armistizio era subito passato con la Resistenza al comando, in Piemonte,
di una formazione autonoma alla cui guida, col nome di battaglia di "Max
il giornalista", aveva combattuto sino al luglio del 1944. Diventato capo
di stato maggiore della I Divisione Garibaldi, aveva preso parte alla
liberazione di Torino e nel capoluogo piemontese aveva ripreso la professione a
l'Unità. Dal quotidiano del PCI, Massimo Rendina è poi passato alla RAI, come
direttore del primo telegiornale. Docente di Storia della comunicazione,
Rendina, che risiede a Roma, dove presiede la locale Associazione degli ex
partigiani, è membro del Comitato scientifico dell'Istituto Luigi Sturzo per le
ricerche storiche sulla Resistenza. Nel 1995 ha pubblicato per gli Editori
Riuniti, con prefazione di Arrigo Boldrini, un agile e prezioso Dizionario
della Resistenza italiana.
MORTO RENDINA: APERTA CAMERA ARDENTE IN CAMPIDOGLIO
Roma dà il suo ultimo saluto al 'Comandante Max'. È stata
aperta in Campidoglio la camera ardente del partigiano e protagonista della
Resistenza Massimo Rendina, morto ieri all'età di 95 anni.
Presenti nella Sala della Protomoteca la moglie Grazia, i figli Sebastiano e
Federico e diversi esponenti dell'Anpi.
Questi ultimi stanno facendo un picchetto attorno al feretro. Ad accogliere la
bara il sindaco di Roma Ignazio Marino e l'assessore capitolino alla Memoria
Paolo Masini.
Rendina è stato anche uno storico e giornalista, direttore del primo tg Rai e
vicepresidente dell'Anpi nazionale oltre che presidente onorario dell'Anpi di
Roma. (ROMA, 9 FEBBRAIO - ANSA)
MORTO RENDINA: ART.21, SEMPRE IN PRIMA FILA CONTRO I BAVAGLI
Articolo 21 ricorda con affetto Massimo Rendina. Il comandante Max, partigiano
e giornalista morto oggi a Roma. Sino alla fine ha avuto nel cuore la
Costituzione contrastando con forza ogni tentativo di
"oscurare" la Resistenza e di negare i valori che hanno fondato la Repubblica
e l'ordinamento democratico”. Lo affermano in una nota Stefano Corradino e
Giuseppe Giulietti, direttore e portavoce di Articolo21. “Lo abbiamo
sempre trovato al nostro fianco ogni qual volta è stato necessario
contrastare bavagli, censure, conflitti di interesse e qualsiasi tentativo
di limitare i valori racchiusi
nell'articolo 21 della Costituzione”.
“Ci auguriamo che la Rai, della quale è stato un valoroso giornalista e
dirigente, voglia onorarlo trasmettendo il docufilm a lui dedicato "Il
comandante Max" diretto da Claudio Costa". www.articolo21.org