È in corso un sequestro di beni per un valore di circa 20 milioni di euro riconducibili alla famiglia Angelucci. Il provvedimento è stato firmato dal gip di Roma su richiesta della Procura. La vicenda è relativa a contributi per l'editoria illecitamente percepiti per i giornali Libero e il Riformista.
È in corso un sequestro di beni per un valore di circa 20 milioni di euro riconducibili alla famiglia Angelucci. Il provvedimento è stato firmato dal gip di Roma su richiesta della Procura. La vicenda è relativa a contributi per l'editoria illecitamente percepiti per i giornali Libero e il Riformista. (ROMA, 27 GIUGNO - ANSA)
EDITORIA: ANGELUCCI INDAGATO PER FALSO E TRUFFA
Il deputato del Pdl Antonio Angelucci è indagato nell'ambito di un'indagine della procura di Roma sui contributi pubblici percepiti da 'Editoriale Libero' e 'Edizioni Riformiste', le società che pubblicano Libero e il Riformista', negli anni 2006 e 2007. I reati ipotizzati nei suoi confronti sono falso e truffa aggravata. La Gdf sta eseguendo un sequestro preventivo di 20 milioni nei confronti delle due società.
Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, le due società hanno dichiarato di appartenere ad editori diversi per aggirare il divieto di richiedere contributi pubblici per più di una testata da parte dello stesso editore. Al centro di questa operazione, secondo gli inquirenti e investigatori, c'è il deputato del Pdl Antonio Angelucci che, attraverso persone fisiche e società residenti all'estero, ha nascosto il controllo reale delle aziende editoriali. I contributi pubblici sarebbero stati percepiti indebitamente nel 2006 e nel 2007, mentre dal 2008 al 2011 sono stati bloccati in seguito all'indagine. Assieme ad Angelucci, sono indagati per falso e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, i rappresentanti legali delle sue società, Arnaldo Rossi e Roberto Crespi. (ROMA, 27 GIUGNO - ANSA)
EDITORIA: ANGELUCCI, SORPRESA PER INATTESA E INTEMPESTIVA INIZIATIVA GIUDIZIARIA =
''Sorpresa'' per una ''inattesa iniziativa giudiziaria'' è stata espressa da Antonio Angelucci in relazione al provvedimento di sequestro di beni per 20 mln emesso dal Tribunale di Roma nell'ambito di un'inchiesta syll'acquisizione di contributi per l'editoria destinati ai quotidiani Libero e Il Riformista.
Angelucci in una nota ''esprime la propria sorpresa'' in considerazione del ''fatto - tempestivamente comunicato alla Procura agente - che sia l'onorevole Angelucci che le due testate giornalistiche hanno impugnato sia innanzi alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, sia innanzi alla Suprema Corte di Cassazione nonché innanzi al Tribunale Civile di Roma gli accertamenti dell'Agcom dai quali scaturisce l'iniziativa della Procura di Roma''.
Angelucci ''segnala, peraltro, la intempestività dell'odierno provvedimento, tenuto conto dei numerosi ed avanzati contatti con il Dipartimento dell'Editoria, con la quale era in corso una intensa attività volta alla formalizzazione delle intese per la definizione della controversia, circostanza anch'essa portata tempestivamente all'attenzione degli inquirenti. Come sempre - conclude la nota - l'onorevole Angelucci ripone la piena fiducia nella Magistratura Giudicante e solo in tale sede svolgerà le proprie opportune difese, astenendosi, in questa fase, da ogni ulteriore commento, se non per riconfermare che nessuna attività illecita è stata mai perpetrata''. (ROMA, 27 GIUGNO - ADNKRONOS)
EDITORIA: INCHIESTA SU ANGELUCCI NATA DA SEGNALAZIONE AGCOM
L'attuale procedimento avviato dalla Procura di Roma che ha comportato il sequestro delle somme relative ai contributi all'editoria erogati per Libero e Il Riformista trae origine - secondo quanto si è appreso – dalla segnalazione inviata dall'Agcom nell'agosto 2010, nell'ambito di un parallelo procedimento amministrativo finalizzato ad individuare gli assetti proprietari degli editori dei due giornali.
Il complesso lavoro istruttorio svolto dall'Autorità con il supporto del Nucleo Speciale per la Radiodiffusione e l'Editoria della Guardia di Finanza, avviato del corso del 2009, ha portato all'adozione di una delibera con la quale è stata irrogata una sanzione pari a 103.300,00 euro nei confronti del ''controllante di ultima istanza'', on. Angelucci, per l'omessa comunicazione dell'acquisizione del controllo sulle imprese editrici Editoriale Libero srl e Edizioni Riformiste Società Cooperativa, situazione protrattasi - secondo l'Agcom - almeno dall'anno 2006 all'anno 2010.
Dagli accertamenti svolti da Agcom e dalla Gdf è, inoltre, emerso un complesso di elementi di natura economico-finanziaria ed organizzativa tale da rendere evidente ed inequivocabile la situazione di controllo di fatto sui due editori da parte dell'on. Angelucci. Tale catena di controllo - non conosciuta e parallela a quella dichiarata - superava gli assetti dichiarati al Registro degli Operatori di Comunicazione tenuto dall'Autorità ed era preordinata all'occultamento del soggetto controllante di ultima istanza.
Avverso la delibera dell'Agcom, le imprese editrici hanno presentato ricorso al Tar del Lazio. Ne è seguito un lungo iter giudiziario-amministrativo al termine del quale il Consiglio di Stato ha dichiarato la fondatezza della delibera. La vicenda è tuttora pendente in Cassazione su ricorso di Angelucci e della società Finanziaria Tosinvest spa che chiedono l'annullamento della sentenza del Consiglio di Stato. (ROMA, 27 GIUGNO - ANSA)
Libero: Siddi, sequestro fondi Angelucci, non limiti attività editoriale
“Da qualche anno – dopo il primo contenzioso sulla sospensione dei contributi per l’editoria- il quotidiano Libero va avanti con le sue gambe, sia pure, oggi, con interventi di protezione sociale del lavoro per mantenerne la consistenza editoriale.
Il sequestro dei beni del proprietario, l’imprenditore Angelucci, fino a 20 milioni di euro, a garanzia di una restituzione di contributi pubblici per i quali in anni precedenti al 2008 non avrebbe avuto diritto, è un atto della magistratura che non si può non rispettare. Auspichiamo, tuttavia, che –come capitato in altre circostanze – l’attività giudiziaria non sia di ostacolo all’attività editoriale e alla libera prosecuzione del lavoro dell’impresa, sia per gli aspetti ordinari di gestione sia per iniziative necessarie a ricercare nuove forme di sviluppo. Nell’ordinamento e nella cura dell’amministrazione della giustizia ci sono norme ed esperienze che già in passato hanno consentito interventi di trasparenza senza far venir meno una voce del pluralismo informativo. Il rigore deve essere sempre massimo in materia di contributi. E’ interesse di tutti la chiarezza sulle regole e le loro applicazioni. Qualsiasi provvedimento sia sempre applicato con saggezza”.