“La Federazione Italiana Editori Giornali respinge oggi con una nota la sollecitazione del Ministro del Lavoro Cesare Damiano a riprendere il negoziato con il Sindacato dei Giornalisti. Una posizione incomprensibile e brutale che non tiene in nessun conto le reiterate disponibilità al dialogo senza pregiudiziali espresse dalla Fnsi.
Il Sindacato dei Giornalisti ha legittimamente presentato una piattaforma rivendicativa con richieste salariali e normative, come è sempre avvenuto nella storia delle relazioni sindacali tra le parti. La Fieg ha a sua volta presentato una piattaforma contenente 45 proposte peggiorative del contratto, che mirano a ridurre di quasi il 30 per cento lo stipendio dei giornalisti ed a sostituire il lavoro dipendente con tutte le forme possibili di precariato e di informazione prodotte all’esterno delle redazioni. Non solo, la Fieg blocca anche la riforma della previdenza dell’Inpgi e la delibera di abbattimento contributivo per la riassunzione dei colleghi disoccupati e impedisce persino un confronto sereno sul diritto d’autore proposto dal Governo. Una posizione assurda, che rischia di inasprire ulteriormente la vertenza. Rispondiamo con gli scioperi e con altre iniziative di mobilitazione a livello nazionale e aziendale. Abbiamo la coscienza di aver fatto tutto il possibile per evitare uno scontro, che danneggia le aziende e l’ informazione nel Paese. Il Governo, ed in particolare il Ministro del Lavoro, che ha assunto una positiva iniziativa ed ha preannunciato un tavolo congiunto, valuterà la posizione degli editori. La Fnsi dice sì alla ripresa delle trattative ed è disposta a partecipare a un tavolo convocato dal Ministro, nonostante lo schiaffo che la Fieg ha dato al buon senso e agli stessi interessi editoriali”. Da pubblicare ai sensi dell’articolo 34 del Cnlg ''Il rifiuto degli editori a qualsiasi negoziato per il rinnovo del contratto dei giornalisti, ribadito oggi con durezza al ministro del lavoro, è un atto di grave irresponsabilità''. Lo ha detto il presidente della Fnsi, Franco Siddi, che oggi ha partecipato, a Milano, ad una assemblea di redazione del quotidiano Avvenire, insieme al presidente della Alg, Giovanni Negri. Secondo Siddi, questo atteggiamento ''denota il crollo di una visione che voleva l'editoria settore speciale tra le imprese del paese in quanto soggetto di democrazia civile ed economica. Gli editori oggi dimostrano di non avere più alcuna considerazione per questa missione, di considerare ininfluenti i contenuti e la qualità dell'informazione e prevalente l'utilizzo degli loro strumenti di diffusione a soli scopi mercantili e pubblicitari''. ''La dichiarata idea di tagliare gli stipendi e di estendere l'area del giornalismo privo di qualsiasi diritto retributivo e previdenziale, pagato per singolo articolo fra i 2 e i 4 euro mira - secondo il presidente della Fnsi - a condurre nell'indigenza i giornalisti per renderli ricattabili. Questo è motivo di allarme per la categoria ma su cui deve riflettere l'intero paese, a partire da chi ne ha responsabilità di governo. La volontà di travolgere così le relazioni industriali delinea un disegno di distruzione delle basi stesse di quell'impianto che assicura un minimo di pluralismo e di decoro nell'informazione italiana''. ''Questo attacco volgare sarà respinto con ogni mezzo - conclude Siddi - ma dovrà trovare sanzioni, anche oltre la legittima lotta dei giornalisti che certamente sapranno trovare nuovi terreni su cui agire, oltre agli scioperi già proclamati''. (ANSA)