"E' fuori di senno chi pensa di fare una legge per mettere il bavaglio all'informazione oggi e dopo quello che sta accadendo". Il segretario Fnsi, Franco Siddi, lo ha detto parlando con i giornalisti delle intercettazioni a margine di un dibattito organizzato sul tema dall'Assostampa Puglia. "C'è un verminaio di situazioni e di vicende che vengono a galla grazie ad un'inchiesta giudiziaria. Non sta a noi - ha spiegato - dire se quelli sono reati. Sicuramente ci sono tante notizie di pubblico interesse: si capisce oggi come viene governato un Paese, quali siano i circuiti estranei che decidono il futuro di molti di noi". Per Siddi, "anche la classe politica deve essere giudicata, non ci può essere una privacy casta.
Se si vuol fare la legge della privacy sulla casta non solo alzeremmo i muri ma diremmo chiaro e tondo a tutto il Paese che - ha concluso il segretario Fnsi – stanno cercando di fare la legge ancora una volta per i comodi loro". (AGI)
SIDDI: “DDL MASTELLA? ABBIAMO GIÀ SCIOPERATO CONTRO UNA VOLTA”
Roma, 26 giugno - E' "incredibile e paradossale l'emozione convergente che nelle ultime 24 ore porta politici, anche di diverso segno, a dire che è urgentissimo impedire per legge la pubblicazione di notizie tratte da atti giudiziari relative a intercettazioni disposte dalla magistratura. E' il ddl Mastella non è la soluzione". Lo dice il segretario nazionale della Fnsi Franco Siddi secondo il quale "i giornalisti, è bene ricordarlo, quattro anni fa scioperarono proprio in questi giorni (29/06/2007) contro il ddl Mastella che prevedeva un vero e proprio abuso nel vietare l'informazione giudiziaria. Una legge bavaglio, appunto". "Certamente nella vicenda di cui si parla in questi giorni ci sono stati degli eccessi, a seconda dei punti di vista e di approccio, ma occorre - aggiunge ancora - avere ben chiaro che i giornali non stanno pubblicando notizie segrete ma dando conto di atti giudiziari disponibili.
Forse bisogna andare all'origine di quella documentazione.
E se un giornalista compie degli eccessi in materia di privacy, chiunque ne ravvisi un danno ricorra agli organi competenti, che vigilano sui codici deontologici e ne chieda una valutazione immediata in quella sede".
"Personalmente - dice poi - non avrei mai pubblicato in quel modo una conversazione privata estrapolata dagli atti giudiziari e relativa a presunti comportamenti privati di una donna e di un ministro. Ma la scelta è personale e la valutazione di una sanzione spetta ad organi terzi come l'Ordine dei giornalisti ed il garante della privacy. Certo è che non si può invocare continuamente il bavaglio sulle intercettazioni ogni volta che da quel versante arrivano notizie clamorose di malaffare, di inquinamento del circuito democratico, di malfunzionamento attraverso azioni corrosive di enti ed aziende pubbliche, con cui spesso si colpiscono avversari e competitori". "Le vicende della cronaca degli ultimi mesi hanno ahimè proposto vicende molto delicate che colpiscono profondamente la serenità di persone che vanno tutelate fino in fondo perché mogli o madri che hanno avuto la sfortuna di un marito finito in galera e che, non essendo figure del potere, indifese e senza che si levasse alcuno - ha concluso - ad invocarne il rispetto sono state esposte oltre la misura della decenza". (ANSA)
SIDDI: “LE CRICCHE IMPERVERSANO E LA POLITICA PENSA AL BAVAGLIO”
Roma, 23 giugno - “E’ privo di senno politico chi in questo momento pensa di nuovo a leggi bavaglio o addirittura a un decreto per mettere il silenziatore alle notizie delle cricche che imperversano e che annebbiano, peggio, inquinano la vita civile del Paese.
Si può discutere di tutto, ma la museruola alle notizie di tale portata nella società della comunicazione in cui viviamo non la può mettere nessuno. E un tentativo di rilanciare leggi o decreti bavaglio sarebbe non solo stolto ma inefficace e inutile, tale da sollecitare una vera rivolta civile, dei tempi e dei mezzi moderni. La Fnsi avverte tutti coloro che sono investiti da responsabilità pubbliche a prestare attenzione alle urgenze e alle opportunità del momento difficile e inquietante che viviamo e a mettere da parte qualsiasi pulsione liberticida.
Tutti, anche i giornalisti e altri corpi sociali o ordini giurisdizionali, debbono forse alzare l’asticella della responsabilità etica del loro operare, nella chiarezza dei compiti attribuiti a ciascuno, come rilevato oggi giustamente dal Garante della Privacy, Prof. Francesco Pizzetti.
Ma provvedimenti di bavaglio a strascico sono assolutamente fuori luogo, inaccettabili e, se proposti, saranno respinti, con ogni forma di partecipazione popolare, al mittente”.
INTERCETTAZIONI: NATALE, ALFANO FINGE NON VEDERE INTERESSE PUBBLICO
"Il ministro Alfano continua a non volere vedere che le intercettazioni non possono essere ridotte solo alla loro rilevanza o non rilevanza penale". Lo ha detto il presidente dell'Fnsi, Roberto Natale, interpellato dall'Agi sulle parole del ministro: la pubblicazione di intercettazioni penalmente irrilevanti "oltre che moralmente sbagliato costituisce un reato, e sarebbe da perseguire in base al principio dell'obbligatorietà dell'azione penale". Natale ha spiegato che "non spetta ai giornalisti dire se ci sia o non ci sia rilevanza penale nelle intercettazioni". D'altra parte, nell'inchiesta contro la cosiddetta P4, "non ci troviamo di fronte ad atti pubblicati in violazione del segreto istruttorio perché tutte le persone coinvolte erano a conoscenza della loro esistenza. Non basta escludere la rilevanza penale – ha aggiunto Natale - per giudicare irrilevanti fatti di interesse pubblico". E' il caso della vicenda Rai: "Io non so se costituisca reato il comportamento dell'ex direttore generale della Rai, ma so che non c'è nulla di privato nel fatto che quel direttore intratteneva rapporti con faccendieri e che a uno di loro avesse 'appaltato' la lettera con la quale lasciava Santoro fuori dall'azienda. Nessuno pensi di confondere le acque - è l'avvertimento del presidente dell'Fnsi - perché la vita privata qui non c'entra nulla". Anzi, "è una vicenda così poco privata che anche il cda Rai ha avviato un'inchiesta interna". Quello del ministro, "é solo un tentativo di fare passare i giornalisti per guardoni. Invito il ministro a leggere la relazione del presidente dell'Autorità Garante per la Protezione dei dati Personali, Francesco Pizzetti, che con equilibrio e saggezza ieri, nel momento stesso in cui ha richiamato l'informazione a rispettare i principi deontologici della professione su questi temi, ha anche ricordato come 'non si possa non divulgare notizie tratte da atti giudiziari che abbiano contenuto di evidente interesse pubblico, specie se riguardano persone note e vicende pubbliche'". (AGI)
INTERCETTAZIONI: GHIRRA (ORDINE), NO A DL BAVAGLIO A CRONISTI
''Emergono in questi giorni elementi inquietanti per la democrazia, con atti concreti e tentativi di logge segrete e servizi deviati di mettere pesantemente le mani sull'informazione, colpendo fra gli altri colleghi quali Michele Santoro, Lirio Abbate e Milena Gabanelli. Insieme alla volontà di colpire le illegalità, riemerge la volontà di mettere il bavaglio ai giornalisti addirittura con un decreto legge sulle intercettazioni''. E' quanto sottolinea il segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti Giancarlo Ghirra.
''Si tratta di un'ipotesi inaccettabile - continua Ghirra in una nota - che colpirebbe il diritto dei cittadini a essere informati correttamente su vicende allarmanti che mettono in luce trame occulte sul controllo della Rai e sulla compravendita di testate e spazi pubblicitari. Ancora una volta si invoca come alibi per colpire il diritto costituzionale all'informazione la tutela della privacy. Ma gli strumenti per evitare eccessi e colpire eventuali abusi esistono già. E il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti ha proposto al Parlamento una riforma seria, volta a rendere i controlli ancora più efficaci.
Le Camere vadano avanti sulla strada della riforma, anche quella complessiva di un Ordine più rispondente alle esigenze dei tempi, invece che architettare attacchi alla libertà. Attacchi che i giornalisti italiani e i cittadini sapranno respingere, come hanno già fatto in questi anni in iniziative comuni con Federazione della stampa, movimenti e quanti, fra i parlamentari, hanno manifestato ostilità all'imposizione di qualsiasi bavaglio all'informazione''. (ANSA)
COMITATO PER LA LIBERTÀ, IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE, ALLA CULTURA E ALLO SPETTACOLO
“LEGGE BAVAGLIO: QUELLO CHE SI VUOLE COLPIRE È IL DIRITTO DEI CITTADINI A SAPERE”
“Ogni volta che, attraverso le intercettazioni, emergono gravissimi problemi che riguardano la democrazia e la correttezza di attività pubbliche e private, automaticamente viene riproposta la legge bavaglio.
La rilevanza penale degli atti devono deciderla i magistrati e i cittadini hanno diritto di sapere.
Invece è proprio su questo che si vuole intervenire.
Il problema non è il diritto alla privacy per tutelare la quale, se si voleva, tante proposte erano state avanzate. Quello che in tutta evidenza si vuol colpire è il diritto-dovere di cronaca e il diritto ad essere informati.
E' un vero e proprio attacco alla democrazia che la mobilitazione dei cittadini ha già bloccato e bloccherà anche questa volta.
Per questo tutte le associazioni che fanno parte del ‘Comitato per la libertà, il diritto all'informazione, alla cultura e allo spettacolo’ saranno, se il testo di legge preannunciato sarà depositato, immediatamente convocate per decidere le iniziative di protesta e mobilitazione”.